Trauma e resilienza: come la terapia narrativa trasforma le ferite

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  • La terapia narrativa riduce ansia, depressione e PTSD nei sopravvissuti al genocidio ruandese del 1994.
  • La NET riduce i sintomi del PTSD con un punteggio medio di 1.18 post-trattamento.
  • La terapia NET si articola in 8-12 sessioni individuali, focalizzandosi sui ricordi traumatici.

Il concetto di trauma, derivante dal termine greco che significa “ferita”, connota un evento che lacera profondamente l’esperienza di un individuo, creando un “prima” e un “dopo” che ridefinisce la percezione del mondo e di sé stessi. Eventi come abbandoni, violenze, lutti o aggressioni possono generare questa frattura, trasformando un universo percepito come giusto e sicuro in un luogo di incertezza e ingiustizia. Questa ferita, soprattutto se subita durante l’infanzia, può lasciare segni indelebili che si ripercuotono nell’età adulta. Il processo di memorizzazione, lungi dall’essere una mera registrazione fedele dei fatti, è una complessa costruzione influenzata da fattori percettivi, linguistici ed emotivi. In particolare, eventi emotivamente carichi, come i traumi, possono generare memorie lampo, vividi ricordi ricchi di dettagli legati al momento specifico in cui l’evento è stato appreso o vissuto. La plasticità neurale, la capacità del cervello di creare connessioni tra i neuroni attraverso l’esperienza, gioca un ruolo cruciale nel mantenere attivi i circuiti neuronali associati a questi ricordi, impedendone il degradarsi.

Tuttavia, sebbene l’essere umano sia intrinsecamente resiliente e attrezzato per superare le esperienze traumatiche, non sempre questo accade spontaneamente. In alcuni casi, l’elaborazione del trauma fallisce, portando allo sviluppo del Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD). Questa condizione è caratterizzata da una costante intrusione del passato nel presente attraverso incubi, flashback, ricordi invadenti e reazioni emotive intense, impedendo alla persona di progredire nella propria vita. Di fronte a questa sofferenza, l’individuo può ricorrere a diverse strategie di coping, non sempre funzionali. Il tentativo di dimenticare o rimuovere il trauma, ad esempio, spesso produce l’effetto paradosso di fissarlo ancora più intensamente nella memoria, come suggerito da Michel de Montaigne: “Niente fissa una cosa così intensamente nella memoria come il desiderio di dimenticarla”. L’evitamento di situazioni collegate all’evento traumatico, sebbene inizialmente percepito come una difesa, può innescare una catena di progressivi evitamenti che limitano sempre più la vita della persona e ne incrementano la paura. Anche la dipendenza dall’aiuto esterno, pur offrendo un sollievo immediato, può condurre a una progressiva perdita di autonomia e fiducia nelle proprie capacità.

Risultati recenti sulla terapia narrativa:

Uno studio ha evidenziato che la terapia narrativa ha portato a una significativa riduzione dei sintomi di ansia, depressione e PTSD tra i sopravvissuti al genocidio ruandese del 1994, dimostrando che un approccio narrativo può facilitare un’importante trasformazione personale e una ricostruzione delle esperienze traumatiche, promuovendo la resilienza.

In questo contesto, le terapie a orientamento narrativo emergono come approcci promettenti per favorire la rielaborazione del trauma.

La terapia dell’esposizione narrativa: un ponte tra memoria e significato

Tra le strategie terapeutiche volte alla rielaborazione dei traumi, la Terapia dell’Esposizione Narrativa (NET) si è dimostrata particolarmente efficace, soprattutto nel trattamento di traumi multipli e complessi, come quelli subiti dalle vittime di violenza organizzata. La NET, basata sui principi della terapia espositiva e sulla terapia della testimonianza, si propone di ricostruire i ricordi traumatici all’interno di una narrazione di vita coerente. Questo approccio, sviluppato da Neuner, Schauer, Elbert e Roth nel 2002, è stato inizialmente pensato per i sopravvissuti a guerre e torture, ma si è esteso al trattamento di individui colpiti da calamità naturali, discriminazioni politico-religiose e altre forme di violenza ripetuta.

Informazioni sulla Terapia dell’Esposizione Narrativa (NET):

Risultati delle analisi meta che confermano l’efficacia della NET nel trattamento di PTSD: effetto positivo su sintomi e qualità della vita, con un punteggio medio di riduzione del PTSD di 1,18 post-trattamento e 1,37 nel follow-up.

La violenza organizzata, caratterizzata da una sistematica violazione dei diritti umani da parte di gruppi strutturati, sottopone le vittime a uno stress e un allarme costanti che possono portare allo sviluppo del PTSD e a disagi fisici e mentali duraturi. La NET interviene in questo scenario offrendo uno strumento terapeutico per ridurre i sintomi legati al trauma e promuovere una ricostruzione della propria storia che restituisca identità e dignità personale.

Il processo terapeutico della NET si articola in sessioni individuali (tipicamente 8-12), in cui il paziente, guidato dal terapeuta, ripercorre l’intera linea della sua vita, concentrandosi in particolare sui ricordi traumatici, ma anche sulle esperienze positive. L’esposizione prolungata ai “punti caldi” della memoria traumatica e la piena riattivazione emotiva e sensoriale associate all’evento sono fondamentali per modificare la rete emotiva disfunzionale creata dal trauma. Attraverso la narrazione dettagliata e ripetuta, il paziente impara a distinguere la memoria traumatica dalla sua risposta emotiva condizionata, a separare i piani temporali e a comprendere che gli stimoli attuali sono solo temporaneamente associati alla sofferenza passata.

Numero di Terapie NET Risultati Follow-up
8-12 sessioni Riduzione sintomi PTSD Mantenuti nel tempo
Minore esposizione emotiva Aumento resilienza Integrazione della narrazione

Analogamente a questa struttura, la NET integra uno “romanzo del trauma”: il paziente viene invitato a scrivere ogni giorno, in un racconto dettagliato, tutti i ricordi legati al trauma, incluse immagini, percezioni, sensazioni ed emozioni. Questo esercizio di esternalizzazione dei ricordi, unito alla “tecnica della congiura del silenzio”, permette di trasferire la pressione del malessere sugli scritti. La consegna del romanzo al terapeuta assume poi il valore di un rito di passaggio, simbolizzando il superamento dell’evento traumatico.

Cosa ne pensi?
  • 🚀 La terapia narrativa sembra offrire un potente strumento per......
  • 🤔 Interessante come l'articolo evidenzia anche i rischi dell'era digitale......
  • 💔 Purtroppo, non tutti hanno accesso a queste terapie... ...

L’impatto dell’era digitale sul trauma e la narrazione

L’era digitale introduce nuove complessità nella comprensione e nella rielaborazione del trauma. Se da un lato offre potenziali spazi per la condivisione e il supporto attraverso forum online e comunità virtuali, dall’altro presenta rischi legati all’eccesso di stimoli e alla potenziale “mercificazione” delle esperienze traumatiche. Il dibattito sul “Digital PTSD” invita a riflettere sugli effetti potenzialmente traumatici di un’eccessiva dipendenza dalla tecnologia, sull’erosione della materia vivente a favore del dato digitale e sulla trasformazione delle esperienze umane in mega-dati suscettibili di sfruttamento.

Studi recenti sul Digital PTSD:

Una ricerca ha mostrato che un intervento di terapia cognitiva integrata (bTF-CT) online e in presenza ha portato a una significativa riduzione dei sintomi di PTSD e depressione, con effetti mantenuti a sei mesi di follow-up.

Sebbene il termine “Digital PTSD” non sia una diagnosi formale, le preoccupazioni scientifiche riguardano gli squilibri neurologici, l’impatto sui processi cognitivi e mnemonici, e le conseguenze sociali e politiche dell’iper-digitalizzazione. La pandemia globale di Covid-19 ha ulteriormente accelerato questa riflessione, in quanto la chiusura forzata degli spazi fisici ha spinto verso un aumento delle interazioni digitali, sollevando questioni sul potenziale impatto traumatico del digital overload sulla soggettività e sul corpo sociale.

Dalla ferita alla resilienza: un percorso di ricostruzione

Il percorso di guarigione dal trauma è un processo complesso e profondamente personale. Si tratta di un viaggio che dalla condizione di ferita porta alla possibilità di sperimentare la resilienza, quella capacità di affrontare e superare le avversità, trasformando le esperienze negative in opportunità di crescita. Le terapie narrative, e in particolare la NET, offrono strumenti preziosi per accompagnare le persone in questo cammino. Aiutare un individuo a dare un nuovo significato alle proprie esperienze traumatiche, a rileggere l’episodio all’interno della più ampia trama della propria vita, e a ricostruire una visione più positiva di sé stessi sono obiettivi centrali di questi approcci.

Terapie Narrative:

Queste terapie aiutano a recuperare la propria vita, interrompere la sequenza di evitamenti e ritrovare gradualmente fiducia nelle proprie risorse. Più della ferita traumatica, tutto si converte in una cicatrice che testimonia la resilienza e permette di riprogettare il futuro.

Creare un contesto terapeutico sicuro e di fiducia è il fondamento indispensabile per permettere alla persona di esplorare i traumi in modo protetto e di condividere la propria storia e le emozioni ad essa legate. La compartecipazione emotiva del terapeuta, unita alla sua competenza tecnica, costruisce l’alleanza terapeutica necessaria affinché il paziente possa affidarsi al processo di guarigione e intraprendere il faticoso ma liberatorio percorso del “romanzo del trauma”.

Attraverso questo processo, la persona non solo esternalizza e rielabora i ricordi traumatici, ma riacquista gradualmente il controllo sulla propria vita. La sequenza di evitamenti viene interrotta, la fiducia nelle proprie risorse si rafforza e l’autonomia si ristabilisce.

Fasi del Trattamento Risultati Attesi Strumenti Utilizzati
1. Creazione di fiducia Manifestazioni di emotività Sessioni individuali
2. Rielaborazione dei ricordi Riconnessione con le esperienze Romanzo del trauma
3. Recupero della forza interiore Controllo e autonomia Attività di gruppo

Tornando a riflettere sul significato del verbo “ricordare” – “rinnovare nel cuore” – comprendiamo come la memoria sia intrinsecamente legata all’emozione. Un concetto fondamentale della psicologia cognitiva e comportamentale applicato al trauma è la differenza tra memoria calda e memoria fredda.

Definizioni:

La memoria calda è caratterizzata da intrusività e vividezza, mentre la memoria fredda è narrativamente integrata e meno impattante emotivamente per il paziente.

La terapia narrativa mira proprio a trasformare la memoria calda in memoria fredda, rendendo il ricordo accessibile e gestibile. Questo viaggio nel cuore della memoria e della narrazione post-traumatica ci invita a riflettere sulla nostra personale capacità di dare forma e significato alle esperienze, anche le più dolorose.

Domande di Riflessione:

  • Come costruiamo la nostra storia?
  • Quanto siamo consapevoli dell’impatto del passato sul nostro presente?
  • In che modo possiamo utilizzare il potere della narrazione per trasformare le ferite in cicatrici, testimoni della nostra resilienza?

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