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Trauma Center di Varese: come la formazione innovativa migliora l’assistenza?

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  • Dal 28 aprile, simulazioni immersive nella sala rossa del Pronto Soccorso.
  • Coinvolti circa 60 esperti tra medici, infermieri e tecnici.
  • Dal 2012, l'ospedale è Centro Trauma ad Alta Specializzazione.

A partire dal 28 aprile, nell’ambito delle sue attività formative innovative, il Trauma Center situato presso l’Ospedale di Circolo di Varese ha adottato un metodo didattico rivoluzionario basato su esercitazioni pratiche altamente immersive e sull’integrazione avanzata delle competenze specialistiche. Questa iniziativa coinvolge pienamente la squadra dedicata al trauma varesina e si propone come obiettivo primario quello di affinare le abilità operative del personale sanitario mediante realistiche simulazioni eseguite nella sala rossa del Pronto Soccorso. Ciò permette ai professionisti della salute una preparazione mirata per fronteggiare contesti d’emergenza particolarmente complessi o critici.

I moduli formativi includono l’utilizzo strategico dei manichini insieme a strumenti medici effettivi ed essenziali per mettere in atto protocolli aziendali specifici; tutte queste dinamiche avvengono mantenendo segrete le condizioni simulate agli operatori stessi. Tale elemento sorprendente amplifica l’autenticità della prova pratica, obbligando così ciascun componente dello staff a rispondere rapidamente con prontezza ed efficacia alle varie situazioni ipotetiche presentate. Non solo: anche i membri assenti fisicamente hanno la possibilità di assistere all’esercizio in tempo reale attraverso tecnologie audio-visive avanzate che favoriscono una maggiore inclusione nelle procedure formative.

A conclusione di ogni esercitazione si svolge un debriefing, caratterizzato da una riunione plenaria nella quale si procede all’analisi delle dinamiche di gruppo, valutando sia i PUNTI DI FORZA che eventuali problematiche riscontrate. Tale momento dedicato alla riflessione si rivela essenziale per consolidare la coesione tra membri del team e accrescere l’efficacia sia a livello individuale che collettivo. Considerati i brillanti risultati ottenuti finora, queste simulazioni sono state assimilate come parte integrante del programma formativo continuo presso il Trauma Center di Varese, divenendo così un appuntamento mensile irrinunciabile.

Un Modello di Cura Basato sull’Eccellenza e l’Innovazione

Nella sua funzione come Responsabile del Trauma Center, il Dott. Giuliano Zocchi sottolinea quanto sia cruciale integrare le competenze all’interno della formazione ospedaliera stessa. Egli nota come questo approccio migliori la collaborazione tra esperti in vari ambiti professionali, favorisca la sicurezza dei pazienti e rafforzi un sistema assistenziale fondato su parametri di eccellenza clinica, cooperazione interdisciplinare e innovazione nelle pratiche organizzative. Tale obiettivo è stato raggiunto anche grazie alla dedizione costante dei colleghi operanti nelle più svariate unità operative; specificamente, quelli attivi nel Pronto Soccorso sotto la direzione della Dott.ssa Francesca Cortellaro.

Inclusa nella rete regionale per la gestione delle emergenze traumatiche più gravi, l’Ospedale di Circolo di Varese si configura come un Centro Traumi Specializzato (CTS), popolarmente conosciuto come trauma center. Integrata nel Dipartimento per l’Area Emergenza e Urgenza, questa struttura gioca un ruolo determinante nella gestione efficace dei casi politraumatizzati. Gli interventi realizzati qui sono caratterizzati da rapidità, approcci multidisciplinari e una specializzazione elevata.

Le attività formative proposte dal Centro comprendono una vasta gamma programmatoria nei vari settori professionali coinvolgendo circa 60 esperti così diversificati come medici, infermieri, tecnici radiologici, operatori laboratoristici, oltre a quelli assegnati ai servizi trasfusionali.

Nella cura dei pazienti che hanno subito traumi maggiori è indispensabile la tempestività, l’accuratezza, ma soprattutto una solida sintonia fra professionisti appartenenti a vari settori. Per affrontare tale complessità operativa, il Trauma Team ha avviato un innovativo programma educativo finalizzato a congiungere competenze cliniche d’avanguardia con abilità nelle relazioni interpersonali e nella leadership collaborativa. Questo percorso prevede una serie di corsi riconosciuti a livello globale: l’ATLS (Advanced Trauma Life Support) per i medici, l’ACTN (Advanced Clinical Trauma Nursing) per gli infermieri, il TBMC (Team-Based Management of Critical Patients), unitamente a formazioni specialistiche in ecografia d’urgenza e sulla gestione dei fattori umani e delle crisi.

Fin dal 2012, l’ospedale di Varese ha ottenuto la certificazione ufficiale di Centro Trauma ad Alta Specializzazione. Un aspetto rivoluzionario del suo approccio formativo è rappresentato dall’integrazione delle simulazioni pratiche nei programmi educativi dedicati al personale sanitario. Secondo ricerche recenti, l’impiego della realtà virtuale (VR) si dimostra capace non solo di supportare ma anche di potenziare le abilità decisionali degli operatori quando si trovano ad affrontare situazioni critiche.

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L’Importanza dell’Approccio “Trauma-Informed Care” e l’Inclusione LGBTQ+

L’approccio “trauma-informed care” rappresenta un elemento fondamentale nel trattamento clinico, basato sulla comprensione, il riconoscimento e la risposta agli effetti dei traumi. Questo approccio assume particolare rilevanza per le categorie di persone che hanno una maggiore probabilità di aver vissuto esperienze traumatiche, come la comunità LGBTQ+. La preparazione degli operatori sanitari in questo ambito è essenziale per creare un contesto terapeutico che favorisca l’inclusione e sia culturalmente sensibile.

È noto che gli individui che si identificano come parte della comunità LGBTQ+ hanno una maggiore predisposizione a incorrere in eventi traumatici, dovuti a episodi di discriminazione, stigmatizzazione, violenza e altre circostanze negative connesse alla loro identità di genere o orientamento sessuale. Un programma di formazione incentrato sul “trauma-informed care” per il personale sanitario che si relaziona con pazienti LGBTQ+ dovrebbe approfondire la conoscenza delle specificità dei traumi vissuti da questo gruppo, le strategie di adattamento, le possibili manifestazioni cliniche e l’importanza di garantire un ambiente sicuro e accogliente al fine di evitare ulteriori traumi. Corsi specifici sull’inclusione LGBTQ+ mettono a disposizione strumenti concreti per fornire un’assistenza sanitaria rispettosa e adeguata.

L’integrazione di un approccio “trauma-informed” nel percorso formativo sull’inclusione LGBTQ+ è cruciale affinché gli operatori sanitari siano preparati non solo ad accogliere e rispettare la diversità, ma anche a gestire in modo efficace le necessità complesse dei pazienti che hanno affrontato traumi legati alla loro identità o orientamento.

Verso una Cura Olistica e Centrata sul Paziente: Riflessioni Conclusive

Trattare il paziente non unicamente come un insieme di sintomi da curare, ma come un individuo completo, con il suo vissuto, le sue esperienze e la sua identità, è una pietra miliare della cura olistica. Nell’ambito sanitario, in particolare in settori delicati come quello del trauma, l’applicazione di questo principio acquisisce un’importanza ancora maggiore. Riconoscere che l’esperienza traumatica va oltre il mero danno fisico, avendo ripercussioni significative sulla sfera psicologica ed emotiva, è il primo passo verso un trattamento efficace e rispettoso della persona. La formazione in “trauma-informed care” si inserisce perfettamente in questa visione, attrezzando gli operatori per identificare gli effetti del trauma e agire in modo da evitare di infliggere ulteriore sofferenza o retraumatzizzazione.

Prendiamo, per esempio, la psicologia cognitiva.

Questa branca della psicologia indaga il modo in cui le persone elaborano i dati, analizzando le loro modalità di pensiero, di percezione, di immagazzinamento delle informazioni e di risoluzione dei problemi.

In relazione al trauma, la psicologia cognitiva si rivela utile per comprendere come le esperienze avverse possano modificare i processi mentali, avendo un impatto, ad esempio, sul ricordo degli eventi, sulla valutazione del pericolo o sulla capacità di prendere decisioni.

Questi schemi comportamentali, sebbene rappresentino delle strategie di adattamento, possono complicare il percorso di guarigione e di ripresa.

Chiedersi se si sta creando un contesto protetto, se la comunicazione è improntata alla chiarezza e al rispetto, se si sta considerando la persona nella sua interezza non è un semplice esercizio speculativo, ma un’azione tangibile che incide direttamente sulla qualità dell’assistenza e sulle possibilità di recupero del paziente.

In un contesto mondiale sempre più conscio della molteplicità delle esperienze umane, inclusa quella della comunità LGBTQ+, l’impegno verso un’assistenza “trauma-informed” e sensibile alle differenze culturali non costituisce più una scelta, ma un imperativo per un sistema sanitario che aspira ad essere autenticamente inclusivo ed efficiente.

Amici, riflettiamo un attimo su quanto sia cruciale l’empatia e la comprensione nel contesto della cura del trauma. Una nozione base di psicologia cognitiva ci insegna che i traumi possono alterare profondamente la percezione della realtà e i processi di pensiero. Una nozione più avanzata ci rivela come questi cambiamenti cognitivi possano manifestarsi in comportamenti disfunzionali, spesso interpretati erroneamente come mancanza di collaborazione o aggressività. Immaginate l’impatto di un operatore sanitario che, consapevole di queste dinamiche, si approccia al paziente con pazienza e rispetto, creando uno spazio sicuro dove la guarigione può iniziare. Non è solo una questione di protocolli e procedure, ma di umanità e connessione.


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