Salute mentale: ecco perché anziani, caregiver e donne sono i più a rischio

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  • Oltre il 20% della forza lavoro statunitense ha più di 55 anni.
  • Il 65% dei caregiver si assenta dal lavoro per responsabilità assistenziali.
  • Nel Regno Unito, il 56% delle donne riporta impatti sulla performance.
  • L'80% dei lavoratori userebbe strumenti digitali affidabili.
  • Solo il 23% è a conoscenza di strumenti digitali per la salute.

La salute mentale sta emergendo come una questione cruciale nel mondo del lavoro contemporaneo. Mentre i datori di lavoro si sforzano di offrire supporto, è fondamentale comprendere chi ha bisogno di aiuto e come fornirlo efficacemente. Spesso, le iniziative per il benessere aziendale tendono a ignorare coloro che si fanno carico di responsabilità complesse al di fuori dell’orario d’ufficio, come i prestatori di cure, i lavoratori con maggiore anzianità e le donne che attraversano periodi di cambiamento significativi. Questi segmenti della popolazione lavorativa costituiscono una porzione notevole della forza lavoro, e le loro esigenze stanno ridefinendo il panorama futuro del benessere dei dipendenti.

Le Sfide Intergenerazionali e di Genere

I lavoratori di età pari o superiore a 55 anni costituiscono oltre il 20% della forza lavoro statunitense, ma spesso vengono trascurati nei programmi di salute mentale. Sebbene possano valutare positivamente la propria salute mentale, affrontano problemi significativi e utilizzano meno gli strumenti digitali di supporto. Uno studio ha rivelato che i lavoratori più anziani nella fascia di reddito più bassa segnalano quasi cinque giorni al mese in cui la loro salute mentale è compromessa, un dato peggiore rispetto a vent’anni fa. Nonostante l’80% dei lavoratori si dichiari disposto a utilizzare strumenti digitali affidabili e pertinenti, solo il 23% ne è effettivamente consapevole.

Un’altra sfida riguarda la cosiddetta “generazione sandwich”, ovvero coloro che si prendono cura di genitori anziani, figli o partner. Il 65% dei caregiver ha dichiarato di assentarsi dal lavoro a causa delle responsabilità di assistenza, e più della metà ha segnalato una riduzione della produttività. Malgrado ciò, i benefici aziendali per l’assistenza familiare sono ancora poco diffusi.
Anche la salute mentale delle donne è un aspetto cruciale. Esperienze come la gravidanza, la perimenopausa e la menopausa hanno un impatto emotivo e psicologico che si riflette sul lavoro. Nel Regno Unito, il 56% delle donne ha riportato che problematiche connesse alla salute riproduttiva hanno inciso sulla loro capacità di performare al meglio, a fronte del 37% negli Stati Uniti. La maggioranza dei programmi di salute mentale messi a disposizione dai datori di lavoro non affronta direttamente queste fasi di transizione.

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  • 🤔 Interessante notare come la digitalizzazione, sebbene offra vantaggi,......
  • 😟 Mi dispiace constatare che ancora oggi la salute mentale......

L’Impatto della Digitalizzazione e dei Rischi Psicosociali

La trasformazione digitale ha portato cambiamenti radicali nel mondo del lavoro, con un impatto significativo sulla salute mentale. L’aumento dello smart working, la reperibilità costante e l’uso crescente di strumenti digitali contribuiscono all’incremento di stress, ansia e burnout. Analisi recenti indicano che il volume eccessivo di informazioni e la fusione tra sfera lavorativa e privata sono elementi cruciali.

I rischi psicosociali, derivanti da una progettazione, organizzazione o gestione inadeguata delle attività lavorative, possono alimentare disagio psicologico e incidere negativamente sulla salute mentale e fisica. Carichi di lavoro eccessivi, ruoli poco chiari, scarsa comunicazione o mancanza di supporto sono esempi di fattori di rischio.

La digitalizzazione del lavoro ha integrato tecnologie avanzate come robotica, sistemi digitali intelligenti, piattaforme di lavoro digitali e intelligenza artificiale. Questi strumenti garantiscono maggiore flessibilità e aprono a possibilità di lavoro da remoto e smart working, ottimizzando il bilanciamento tra vita professionale e personale. Tuttavia, essi assottigliano i confini tra l’ambito lavorativo e quello privato, esponendo i lavoratori a una connettività ininterrotta. Lavorare a distanza può complicare la comunicazione e richiedere un aggiornamento costante, generando pressioni aggiuntive.

Strategie e Interventi per un Futuro del Lavoro Sostenibile

Per affrontare queste sfide, è necessario adottare strategie innovative e interventi mirati. Le organizzazioni dovrebbero adottare politiche di flessibilità, offrire supporto psicologico ai propri collaboratori e impiegare le tecnologie digitali in modo etico per prevenire l’eccessiva connessione. È fondamentale formare i manager a rispondere con empatia e a includere contenuti o strumenti di supporto specifici per le diverse fasi della vita dei dipendenti.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito tre macro obiettivi per creare un ambiente di lavoro che tuteli concretamente la salute mentale: prevenzione dei rischi psicosociali, promozione della salute e supporto e inclusione. L’OMS ha anche identificato sei aree di intervento prioritarie, tra cui interventi organizzativi e individuali, formazione manageriale e dei collaboratori, e supporto per settori specifici ad alto rischio di eventi traumatici.

Le aziende possono implementare programmi formativi mirati a potenziare la capacità di riconoscere tempestivamente i segnali di stress e burnout, gestire conversazioni complesse, praticare l’ascolto attivo, svolgere attività di mentoring e promuovere un ambiente psicologicamente sicuro. Possono inoltre adottare piattaforme digitali che mettano a disposizione programmi di mindfulness, risorse per la gestione dello stress, collegamenti a professionisti del settore e strumenti di autovalutazione.

Conclusione: Coltivare il Benessere Mentale per un Futuro del Lavoro Resiliente

La salute mentale nell’ambito professionale non è soltanto una questione di responsabilità sociale, ma anche un elemento cruciale per la crescita e la sostenibilità delle imprese nel lungo termine. Investire nel benessere psicologico dei dipendenti significa creare team resilienti, pronti per affrontare le sfide del futuro. Le aziende che sapranno integrare il benessere mentale nelle loro strategie interne per la crescita del capitale umano e della produttività saranno quelle che prospereranno nell’era digitale. Riflessione Umana:
Amici, riflettiamo un attimo su quanto detto. La salute mentale non è un lusso, ma una necessità, soprattutto nel mondo del lavoro odierno. Immaginate la vostra mente come un giardino: se non lo curate, le erbacce (stress, ansia, preoccupazioni) prenderanno il sopravvento, soffocando i fiori (gioia, creatività, produttività). La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e, di conseguenza, il nostro comportamento. Quindi, impariamo a coltivare pensieri positivi e a gestire lo stress in modo efficace.
Un concetto più avanzato da considerare è la resilienza psicologica. Non si tratta semplicemente di “rimbalzare” dopo un evento stressante, ma di crescere attraverso di esso. La resilienza implica la capacità di adattarsi, di trovare significato e di sviluppare nuove competenze di fronte alle avversità. Nel contesto lavorativo, la resilienza può essere coltivata attraverso il supporto sociale, la formazione e la promozione di un ambiente di lavoro positivo.

Vi invito a riflettere su come potete applicare questi concetti nella vostra vita quotidiana. Cosa potete fare per prendervi cura della vostra salute mentale e per promuovere un ambiente di lavoro più sano e sostenibile? Ricordate, il benessere mentale è un viaggio, non una destinazione. E ogni piccolo passo conta.


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