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Lavoro violato: l’onda silenziosa del trauma psicologico dopo gli incidenti

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  • Nel 2024, si sono registrati 1.090 morti sul lavoro in Italia.
  • Oltre il 60% delle vittime di infortuni soffre di ansia e depressione.
  • Burnout aumentato del 17,9% nel primo trimestre del 2024.

Le cicatrici invisibili: il trauma psicologico negli incidenti sul lavoro

L’eco degli incidenti sul lavoro non si esaurisce con il fragore dell’evento o con la conta, purtroppo elevata, delle vittime e dei feriti fisici. C’è un’altra dimensione, spesso trascurata ma altrettanto devastante, che continua a risuonare nella vita dei lavoratori e delle loro famiglie: quella del trauma psicologico. Questi eventi, che possono variare da una caduta accidentale in un cantiere a esplosioni in fabbrica, lasciano una “ferita” profonda nell’individuo, una rottura nella percezione di sicurezza e benessere che può manifestarsi in disturbi di ansia, depressione e, in casi estremi, disturbo post-traumatico da stress (PTSD). L’Italia, con i suoi 1.090 morti sul lavoro registrati nel solo 2024, un dato drammatico che evidenzia un rischio maggiore per stranieri e ultrasessantacinquenni, si confronta con una realtà che richiede un’analisi approfondita non solo sulle cause immediate degli infortuni, ma anche sulle loro intricate conseguenze psichiche.

Un recente episodio a Santa Teresa di Riva, dove un muratore di 41 anni è precipitato da tre metri riportando fratture al costato e un trauma cranico mentre lavorava in nero, è un esempio tangibile di come la mancanza di sicurezza sul lavoro si traduca in sofferenza fisica e potenziale disagio psicologico. Questo incidente, avvenuto la scorsa settimana e attualmente sotto indagine da parte dei carabinieri e del servizio di prevenzione, evidenzia non solo le lacune nei protocolli di sicurezza ma anche l’esposizione di lavoratori vulnerabili a rischi elevati. La caduta, sebbene non fatale, può innescare una serie di reazioni traumatiche che vanno ben oltre il dolore fisico, compromettendo la capacità dell’individuo di riprendere una vita normale e di tornare al proprio impiego. Il trauma non si manifesta in modo uniforme; la sua espressione può variare ampiamente, dalla difficoltà a dormire a veri e propri flashback dell’evento, fino a un senso pervasivo di ansia e paura. Questi sintomi possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita, sulle relazioni interpersonali e sulla produttività lavorativa, rendendo indispensabile un approccio olistico che includa il supporto psicologico sin dalle prime fasi post-incidente. La consapevolezza che le esperienze dolorose possono essere ereditabili, influenzando non solo la persona ma anche i suoi discendenti attraverso il cosiddetto trauma intergenerazionale, aggiunge un ulteriore strato di complessità e urgenza alla necessità di un intervento efficace e tempestivo.

Studio recente ha mostrato che oltre il 60% delle vittime di infortuni sul lavoro sperimenta sintomi di ansia e depressione, influenzando significativamente la loro capacità di concentrazione e di reinserimento lavorativo.

Statistiche sul Trauma Psicologico:
– Maggiore vulnerabilità a disturbi d’ansia e depressione tra le vittime di incidenti sul lavoro. – La sintomatologia derivante da un trauma passato esercita un impatto significativo sulle proprie abilità cognitive, nonché sull’efficienza lavorativa.

Incidenti e contesto: il peso sulle vittime e sulle organizzazioni

L’idea che gli incidenti sul posto di lavoro siano fenomeni isolati è un errore comune; in realtà, essi rappresentano intricate dinamiche intrinsecamente collegate a deficit strutturali nella sfera della sicurezza. A ciò si aggiunge l’insufficienza formativa dei lavoratori e un contesto aziendale che talvolta ignora il valore del benessere umano. Durante la 72ª Giornata Nazionale dedicata alle vittime del lavoro nel 2022 – organizzata da ANMIL – è emerso chiaramente come il nostro paese continui a fronteggiare migliaia di infortuni ogni anno: circa tre al giorno perdono tragicamente la vita. Tali statistiche scottanti rendono evidente l’improrogabile esigenza di rivedere le strategie preventive adottate e rinforzare i meccanismi preposti ai controlli e alle ispezioni. La sfida della prevenzione va oltre il mero adempimento delle leggi; implica un’educazione autentica sia dei leader che dei dipendenti verso comportamenti sicuri attraverso un incremento significativo delle opportunità formative e informative necessarie alla creazione concreta di una cultura della sicurezza.

Le ripercussioni derivanti da un incidente sul luogo di lavoro travalicano nettamente i limiti dell’individuo coinvolto, estendendo i loro effetti all’intera struttura organizzativa. Si registra un aumento dell’assenteismo, un incremento del turn-over, un calo della motivazione tra il personale e un peggioramento dell’immagine aziendale. Parallelamente, si deteriorano i rapporti interni e, in alcuni settori come quello sanitario, anche la relazione con i pazienti, come emerso dal Rapporto FNOMCeO-Censis sulla violenza contro gli operatori sanitari. La violenza sul posto di lavoro, definita dal NIOSH come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale” in contesti lavorativi, colpisce trasversalmente diversi settori, dagli operatori sanitari ai trasporti, al commercio, fino all’istruzione. Fattori di rischio includono il contatto diretto con il pubblico, la gestione di beni di valore, il lavoro in aree isolate o ad alto tasso di criminalità, e gli orari notturni.

Per mitigare questi effetti devastanti, è essenziale che le organizzazioni predispongano protocolli di intervento precisi. Il medico competente, ad esempio, dovrebbe assumere un ruolo proattivo nel monitoraggio e nella gestione dei rischi, adottando azioni mirate basate sull’analisi delle cause profonde degli episodi violenti (root cause analysis, “analisi della causa radice”). Una corretta mappatura delle aree di rischio, congiunta a specifiche azioni formative, può contribuire a contenere un fenomeno che rischia di diventare strutturale. Questo approccio non solo promuove ambienti di lavoro più sicuri e protetti, ma contribuisce anche al benessere psicofisico dei lavoratori, dimostrando che la salute mentale può essere un fattore di ricchezza per le aziende, migliorando la produttività e la fedeltà dei dipendenti.

Rapporto sul Burnout:
Secondo i dati di Unobravo, il burnout è aumentato del 17,9% nel primo trimestre del 2024, mostrando il crescente bisogno di supporto psicologico nei luoghi di lavoro.

Il supporto psicologico: un pilastro per la ripresa

Di fronte alla complessità del trauma psicologico correlato agli incidenti sul lavoro, il supporto psicologico emerge come un elemento cruciale, non solo per la guarigione individuale ma anche per il reintegro sociale e professionale delle vittime. La psicologia offre strumenti e competenze essenziali sia nella prevenzione del trauma che nella consulenza e nel sostegno post-incidente. Un Protocollo di collaborazione tra il CNOP, AMNIL e Fondazione AMNIL sottolinea l’importanza di rendere operativi specifici servizi di supporto psicologico per gli infortunati gravi e per i familiari delle vittime. Questo mira a ridurre i rischi di ulteriori disagi post-traumatici e a rinforzare le capacità di ripresa personali e familiari. La disponibilità di una rete nazionale di psicologi, sia in presenza che a distanza, a costi sostenibili, è un obiettivo fondamentale per garantire l’accesso a queste risorse essenziali.

L’impatto di un trauma può andare oltre le immediate reazioni emotive, portando a condizioni come la perdita di memoria, come nel caso di Luciano D’Adamo, che dopo un incidente non riconosce più i suoi figli. Questi casi estremi evidenziano la necessità di interventi neuropsicologici specializzati e una comprensione approfondita di come il corpo e la mente elaborino e conservino la traccia delle esperienze traumatiche. La psicoterapia, e in particolare approcci come la Trauma-Focused ACT (Acceptance and Commitment Therapy) basata sulla compassione e sull’esposizione, offre nuove prospettive per aiutare le persone a elaborare il trauma e a costruire strategie di coping efficaci. Allo stesso modo, il riconoscimento del trauma intergenerazionale spinge a considerare l’impatto delle esperienze dolorose non elaborate sui familiari dei lavoratori coinvolti, richiedendo un supporto esteso all’intero nucleo familiare.

Iniziative di Supporto:
Nell’implementazione di un protocollo di supporto psicologico, è essenziale una rete di professionisti per garantire una risposta adeguata alle esigenze delle vittime e delle loro famiglie.

Gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari, come richiamato dalla Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari e dal III Rapporto FNOMCeO-Censis, rappresentano un’ulteriore conferma della pervasività del trauma nei contesti professionali. Un aspetto critico da considerare è l’insufficienza del personale insieme alle sfide nel mantenere una corretta interazione fra medici e pazienti, riconosciute come fattori scatenanti delle aggressioni subite dal personale sanitario, con serie conseguenze sulla loro salute psico-fisica. È essenziale implementare interventi mirati a livello psicologico unitamente a una formazione adeguata volta alla gestione delle situazioni ad alto rischio, così da tutelare il benessere mentale degli operatori coinvolti. L’istituzione dei sistemi d’ascolto, esempio emblematico rappresentato dal servizio 118 in Sardegna, segna un progresso significativo nella lotta contro il burnout nonché altri tipi di disturbi psichici per chi lavora “sul campo”. Inoltre, investire nella valorizzazione scientifica della cultura psicologica attraverso indagini rigorose appare cruciale al fine di aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica nonché delle autorità sui traumi vissuti dagli operatori sanitari stessi.

Oltre la ferita visibile: la risonanza del disagio nella comunità

Il trauma, inteso come reazione psicologica a eventi altamente stressanti, è un’esperienza che lascia un segno profondo nell’individuo, alterando la sua percezione del mondo e di sé stesso. A livello di psicologia cognitiva, un trauma può compromettere la capacità di elaborare le informazioni, portando a distorsioni cognitive che alimentano ansia e paura. Il concetto di “rottura” nella continuità della vita, un tema ricorrente negli studi sul trauma, evidenzia come l’evento traumatico destabilizzi le strutture mentali e le aspettative di sicurezza. La psicologia comportamentale, d’altra parte, ci mostra come le risposte traumatiche possano manifestarsi in comportamenti evitanti, ritiro sociale o reazioni di lotta o fuga amplificate, che, se non indirizzate, possono cronicizzare il disagio.

Ripercussioni sulla Comunità:
Il disagio psicologico derivate dagli incidenti lavorativi possiamo diffondersi nella comunità, influenzando non solo l’individuo ma anche la sua rete sociale e familiare.

Un trauma può avere ripercussioni complesse e sfaccettate sulla salute mentale. Dal punto di vista della medicina correlata alla salute mentale, ciò si traduce nella necessità di diagnosi accurate e percorsi terapeutici personalizzati, che possono includere farmaci e psicoterapia. È fondamentale riconoscere che il trauma non è una debolezza, ma una risposta umana a circostanze estreme. La ferita morale, un concetto emerso con forza durante la pandemia di COVID-19, descrive il disagio psicologico provato da chi è stato costretto a violare i propri valori etici a causa di scelte difficili o risorse limitate. Questo si applica anche a contesti lavorativi in cui i lavoratori si sentono impotenti o responsabili di eventi negativi, anche se non direttamente colpevoli.

La capacità di resilienza individuale è cruciale, ma non può essere data per scontata. Spesso si crede che basti la forza di volontà per superare un trauma, ma la realtà è che il cervello e il corpo reagiscono a un livello più profondo, che richiede un intervento professionale. La solidarietà comunitaria e il supporto sociale giocano un ruolo fondamentale nel percorso di guarigione, aiutando l’individuo a riscoprire un senso di appartenenza e sicurezza. La riflessione personale è essenziale: come società, siamo chiamati a chiederci quanto siamo disposti a investire nella prevenzione degli incidenti sul lavoro e nel supporto psicologico delle vittime. Non si tratta solo di rispettare le normative, ma di riconoscere il valore intrinseco di ogni vita umana e l’impegno collettivo per un ambiente di lavoro più sicuro e umanamente sostenibile.

Anno Morti sul lavoro Percentuale aumento rispetto al 2023
2024 1.090 +4,7%
2023 1.041

Glossario:

  • PTSD: Disturbo Post-Traumatico da Stress, una condizione mentale che può svilupparsi dopo aver subito o assistito a un evento traumatico.
  • Mindfulness: Si tratta della consapevolezza del presente, un’attività volta a concentrare la mente sull’attimo attuale; è comunemente impiegata come strategia terapeutica per mitigare livelli elevati di ansia e stress.
  • Burnout: Rappresenta una forma severa di affaticamento, che coinvolge sfere fisiche, mentali ed emotive, tipicamente scaturita da un’intensa esposizione allo stress professionale.

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