- L'Aquila al centro della gestione dei traumi gravi.
- Focus su traumi *tempo-dipendenti e centralizzazione del traumatizzato critico.
- Sessione dedicata al ruolo della Protezione Civile nelle maxiemergenze.
- Prevista esercitazione congiunta: Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino*.
- Resilienza e crescita post-traumatica: adattarsi a nuove circostanze.
Nel corso della giornata formativa si sono discussi temi di rilevante importanza riguardo alla gestione dei traumi tempo-dipendenti, ponendo l’accento sulle particolari difficoltà riscontrate nel territorio aquilano e nelle zone interne. Dopo le introduzioni istituzionali iniziali, il primo intervento si è focalizzato sulla trasformazione delle dinamiche legate all’emergenza-urgenza nella ASL 1, esaminando l’impatto dei traumi maggiori, attraverso un’analisi approfondita non solo degli aspetti clinici ma anche di quelli organizzativi. In seguito, diverse presentazioni tecniche hanno esplorato vari tipi di trauma come quello chiuso all’addome o al torace ed eventuali lesioni a testa e collo; relatori esperti hanno trattato casi specifici come quelli riguardanti il trauma epatico, le affezioni dell’apparato urinario e quelle inerenti al massiccio facciale. Un argomento chiave emerso è stato quello relativo alla centralizzazione della cura per i pazienti traumatizzati in condizioni critiche: una mossa essenziale per migliorare l’efficacia delle risposte sanitarie durante eventi complessi.

Maxiemergenze e medicina delle catastrofi: l’esperienza dell’Aquila
Nel corso del pomeriggio si è assistito a una significativa evoluzione dei lavori dedicati alla gestione delle maxiemergenze. Una sessione particolarmente rilevante ha offerto una lettura magistrale focalizzata sul ruolo imprescindibile della Protezione Civile, ponendo attenzione alle criticità relative alle emergenze NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico) nel contesto militare. È stata analizzata la situazione attuale riguardante il PEIMAF, ovvero il Piano per le Emergenze Intraospedaliere. Durante l’incontro sono state illustrate innovazioni nelle procedure per il triage nei maxi-eventi e nell’approccio integrato al Pronto Soccorso durante situazioni caratterizzate da un afflusso elevato di pazienti. La tragica esperienza vissuta all’Aquila nel 2009 insieme agli eventi sismici ad Amatrice hanno arricchito notevolmente l’insieme delle conoscenze necessarie nella gestione efficace delle crisi su larga scala. Come evidenziato dal dottor Tonelli, risulta essenziale essere pronti ad affrontare non solo calamità naturali ma anche eventi provocati dall’uomo che possono coinvolgere tecnologie avanzate o esporre la popolazione a sostanze nocive.
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Verso un sistema integrato e una grande esercitazione congiunta
In prospettiva futura si prefigge la realizzazione di una significativa esercitazione dedicata a situazioni d’emergenza massima che includerà attivamente la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, nonché i cittadini stessi. Sebbene la preparazione teorica rivesta un’importanza cruciale, appare altresì fondamentale testare il sistema nella pratica per assicurarsi che ogni individuo sia adeguatamente informato sulle procedure da seguire in circostanze reali d’emergenza. L’incolumità della popolazione risiede nella capacità degli enti sanitari, della protezione civile e delle forze operative come i vigili del fuoco — unite al contributo degli operatori volontari e delle autorità locali — di collaborare in modo armonioso sotto un’unica direzione operativa. Il modello esemplificativo in tal senso è fornito dal Noes (Nucleo Organizzativo per le Emergenze Sanitarie): questa entità strategica incarna l’integrazione tra varie expertise e know-how professionale al fine di garantire una reattività immediata ed efficiente durante eventi critici.
Resilienza e preparazione: la chiave per affrontare l’imprevedibile
Affrontare traumi significativi ed emergenze su larga scala implica necessariamente un approccio complessivo assieme a un continuo affinamento delle nostre competenze. Quali sono dunque le modalità più efficaci con cui possiamo prepararci – sia come individui sia come comunità – a gestire esperienze traumatizzanti? Un elemento centrale da considerare è senza dubbio la resilienza: essa rappresenta non solo la forza nel superamento delle avversità ma anche l’abilità nell’adattarsi a nuove circostanze sfavorevoli. In termini psico-cognitivi, tale resilienza può venire incentivata mediante processi noti come ristrutturazione cognitiva; questa tecnica implica l’adeguamento dei pensieri nocivi che potrebbero impedire un adeguato recupero emotivo. Parallelamente, dalla prospettiva comportamentale della psicologia emerge l’importanza dell’apprendimento riguardo a tecniche funzionali per il coping; questo ci consente pertanto una migliore amministrazione dello stress insieme alle emozioni considerate dannose.
Un aspetto innovativo dentro tale discussione concerne invece il concetto di crescita post-traumatica. Si fa riferimento all’idea che sia possibile ribaltare gli effetti negativi derivanti da esperienze dolorose sfruttandoli per incrementare lo sviluppo personale oltre quello spirituale. Il concetto di crescita post-traumatica va oltre la semplice negazione o il ridimensionamento del dolore vissuto; esso si traduce nell’afferrare un senso più profondo da esperienze difficili, nel coltivare nuove abilità e risorse personali. Inoltre, tale processo favorisce il consolidamento delle relazioni interpersonali mentre aumenta la consapevolezza individuale rispetto a sé stessi e all’ambiente esterno. È fondamentale comprendere che questa forma di evoluzione è intrinsecamente personale: richiede non solo tempo ma anche dedizione assidua e una rete di supporto sociale robusta. In ultima analisi, si configura come prova tangibile della sorprendente attitudine umana a fronteggiare le sfide più ardue trasformando l’intensa sofferenza in una nuova fonte di resilienza.
- Percorso assistenziale intraospedaliero del trauma maggiore presso il P.O. L'Aquila.
- Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari.
- Documento PEIMAF dell'ospedale, utile per approfondire i piani di emergenza.
- Pagina ufficiale del Dipartimento della Protezione Civile, utile per approfondimenti.








