- Don Marchesin ha subito un trauma cranico commotivo in un incidente.
- Oltre 50 milioni di persone affrontano traumi annualmente, spesso sottovalutati.
- ANIA CARES offre supporto con una rete di 110 psicologi.
- L'Ospedale Niguarda specializza psicologi ANIA CARES sul campo.
L’incidente stradale occorso a Muggia coinvolgente don Fulvio Marchesin, vice parroco locale, si configura come una chiara opportunità per riflettere sulle sottovalutate conseguenze psicologiche legate ad eventi traumatici inattesi. Il sinistro tra lo scooter del religioso e una vettura sulla via Trieste ha provocato un trauma cranico commotivo, insieme alla frattura del dito e varie contusioni. Sebbene non si registrino complicazioni gravi nelle sue condizioni mediche – definite codificate gialle all’interno della struttura ospedaliera Cattinara – è fondamentale considerare gli effetti psichici duraturi che tali incidenti possono generare oltre ai danni corporei. Infatti, reazioni psicologiche intricate potrebbero manifestarsi qualora questi eventi vengano trascurati nel processo di recupero.
Il racconto dei fatti chiarisce che mentre cercava appunto di superare un’auto Smart indicante intenzione a svoltare mediante la freccia attivata, don Marchesin ha subito collisione con il veicolo ed è rovinosamente caduto sul marciapiede. L’indagine sulla dinamica degli eventi è attualmente sotto l’egida delle forze dell’ordine; fra le varie possibilità escluse emerge quella della disattenzione o della mancata precedenza. È questa situazione a dimostrare quanto velocemente un episodio apparentemente ordinario possa trasformarsi in qualcosa capace di causare traumi rilevanti.
Nonostante tutto ciò ricada nel passato immediato grazie alla celerità dei soccorritori—che includono il 118 insieme alla Polizia Locale di Muggia e a una pattuglia della Polizia di Stato—la questione merita attenzione oltre ai primari interventi sanitari. Si deve considerare infatti che il trauma ha ramificazioni ben più estese rispetto alle semplici lesioni fisiche; esso invade l’ambito psichico producendo uno stato d’animo incruento o persino scioccante. Ciò è stato evidente per chiunque avesse assistito a don Andrea Destradi, parroco locale, dopo la visita al confratello coinvolto nell’incidente.
In aggiunta alla gravità provocata dall’impatto—testimoniata dai detriti accumulati sullo scooter—a quell’energia cinetica subentrano reazioni complesse; dunque le conseguenze superano i meri danni corporei manifestandosi anche sotto forma dal punto di vista neurologico e psicologico, creando destabilizzazione profonda. Un aspetto affascinante emerso da una recente ricerca è il fatto che annualmente oltre 50 milioni di individui si trovano ad affrontare esperienze traumatiche, quali gli incidenti stradali. Questi eventi vengono frequentemente sottovalutati in relazione alle loro _ripercussioni psicologiche_, le quali possono manifestarsi attraverso disturbi post-traumatici e sentimenti di depressione. [Guida Psicologi]. Il sostegno manifestato dalla comunità e la solidarietà mostrata nei confronti del sacerdote insieme all’automobilista della Smart costituiscono un iniziale ma fondamentale passo verso il processo di recupero. È essenziale notare come la psicologia evidenzi che nel giro di ore o anche giorni possano affiorare dolori e segni legati a traumi, i quali necessitano di interventi specifici. Sebbene l’incidente avvenuto a Muggia si sia risolto fortunatamente senza conseguenze letali, è importante sottolineare come questo evento ponga in evidenza l’urgenza dell’adozione di un _approccio olistico alla cura delle vittime di incidenti stradali_, considerando non solo gli aspetti fisici ma anche quelli psicologici e spirituali.
Le cicatrici invisibili: comprendere e affrontare il trauma psicologico
Il trauma, etimologicamente derivante dal greco “lacerare” o “ferire”, rappresenta un’esperienza profondamente destabilizzante che mina il senso di incolumità e sopravvivenza di un individuo, sia a livello fisico che psicologico. Non tutti gli eventi negativi qualificano come traumi nel senso clinico del termine, ma esperienze quali gli incidenti stradali possono provocare uno shock così violento da disorganizzare la mente e le capacità di risposta personali.
Le conseguenze di un trauma non elaborato possono portare a una serie di sintomi che vanno ben oltre un semplice disagio temporaneo. Tra le manifestazioni più comuni vi sono _flashback e pensieri intrusivi_, in cui la persona rivive l’evento come se stesse accadendo di nuovo, spesso innescati da stimoli esterni. Questo può innescare una perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante e una sensazione di ritorno alla situazione traumatica. Un altro segnale significativo è rappresentato dalle _esplosioni di rabbia_, manifestazioni di irritabilità e aggressività sproporzionate, che possono sfociare in condotte autolesive o violenza verbale/fisica verso terzi. I disturbi del sonno, quali l’insonnia oppure la presenza reiterata di incubi accompagnati da una continua ipervigilanza, costituiscono evidenti segnali indicativi della sussistenza non elaborata del trauma psicologico. Un soggetto sempre in modalità difensiva è propenso ad avere reazioni d’allerta amplificate, oltre ai problemi legati alla concentrazione, nonché alla possibilità di esperire attacchi ansiosi.
Sul piano affettivo, è comune provare un forte senso di colpa o vergogna rispetto al fatto traumatico vissuto; tale sensazione persiste anche in assenza di qualsiasi responsabilità effettiva ed è capace di risultare gravosa. Il tentativo di evitare stimoli esterni sotto forma di situazioni, luoghi oppure pensieri che evochino memorie traumatiche potrebbe determinare processi isolativi socialmente dannosi, comprometendo notevolmente le dinamiche relazionali con gli altri, tanto dal punto di vista della fiducia quanto quello dell’intimità reciproca. Inoltre, vi sono circostanze nelle quali un evento traumatizzante genera amnesia dissociativa verso dettagli specifici; ciò implica possibili alterazioni nella percezione di sé nei rapporti interpersonali, oltre alle disfunzionalità riferite alle origini e agli effetti inerenti quanto accaduto.
L’uso quotidiano di alcolici o sostanze stupefacenti spesso si tramuta in strategie maladattative per affrontarsi emozionalmente dall’esterno, aumentando dunque la vulnerabilità verso potenziali dipendenze patologiche nel tempo, corrispondendo talvolta allo sviluppo di grave Disturbo Post-Traumatico Da Stress, caratterizzato principalmente dalla presenza di sintomi intrusivi, persistenti abitudini evitanti e restrizioni cognitive. Empatiche locali più lievi subiscono metamorfosi indesiderabili della risposta personale nel contesto sociale obiettivo. [Monasterolo Psicologo]. È fondamentale comprendere che la portata delle reazioni psicologiche varia da persona a persona, influenzata da fattori individuali come la vulnerabilità intrinseca e i meccanismi di resilienza. La tempestività nel riconoscere questi segnali è cruciale per intraprendere un percorso terapeutico efficace.
- ❤️ Un approccio olistico alla cura è fondamentale......
- 🤔 Ma se Don Marchesin avesse avuto torto......
- 🙏 La fede può davvero aiutare a superare il trauma......
Il ruolo cruciale del supporto specialistico negli incidenti stradali: il modello ANIA CARES
Un aspetto di notevole importanza all’interno della questione riguardante gli _incidenti stradali_ è senza dubbio l’intervento di personale specializzato, che si rivela determinante nelle fasi post-evento. Si distingue in questo contesto il progetto ANIA CARES, ideato dall’ANIA, il quale rappresenta una risposta proattiva alle necessità emergenti delle vittime. Quest’approccio si contraddistingue per la sua capacità di fornire assistenza mirata, affrontando non solo gli aspetti materiali ma anche quelli emotivi dei soggetti colpiti da queste drammatiche circostanze. Alla luce della notevole _difficoltà_ dei traumi psicologici associati a incidenti stradali, emerge sempre più chiaramente la necessità cruciale di un intervento specialistico tempestivo. In Italia si fanno avanti progetti significativi come ANIA CARES – ideato dalla Fondazione ANIA – che segna un importante traguardo su questo fronte. Accessibile attraverso una linea verde specifica (800 893 510*), ANIA CARES propone aiuto immediato ed *interventi tagliati su misura per le vittime.
Tale iniziativa conta sulla competenza incisiva di una rete formata da circa centodieci professionisti della psiche disposti a operare attivamente ventiquattr’ore al giorno; questi specialisti sono stati opportunamente preparati grazie all’insegnamento impartito dagli autorevoli membri provenienti dal mondo degli studi sul trauma. Tra i protagonisti della formazione figura anche Richard Mollica dell’“Trauma Center for Refugees” presso Harvard e Roger Solomon – esperto al servizio anche delle istituzioni elite quali NASA ed FBI – il quale ha collaborato con coloro che hanno subito esperienze drammatiche come quelle devastanti degli attentati dell’11 settembre. [Fondazione ANIA].
La partnership con strutture sanitarie di eccellenza, come l’_Ospedale Niguarda di Milano_, rafforza ulteriormente l’efficacia del programma. Al Niguarda, dove opera il rinomato Trauma Team diretto dal chirurgo Osvaldo Chiara, gli psicologi di ANIA CARES hanno avuto l’opportunità di specializzarsi sul campo. Questa sinergia è cruciale, poiché gli incidenti stradali con lesioni gravi sono tra gli eventi con il più alto rischio di indurre disturbo da stress post-traumatico (PTSD), una condizione che incide pesantemente sulle funzioni cognitive, in particolare sulla memoria e sulle capacità strategiche. In caso di incidenti mortali, il supporto psicologico diventa indispensabile per prevenire e gestire il “lutto complicato”, una condizione particolarmente difficile in eventi improvvisi che privano i familiari del tempo necessario per elaborare la perdita. Come sottolineato dalla Responsabile del Centro di Neuropsicologia Cognitiva di Niguarda, Gabriella Bottini, l’intervento precoce è fondamentale per contrastare le “cicatrici della psiche”, che possono lasciare conseguenze indelebili. La missione primordiale di ANIA CARES risiede nell’offrire supporto altamente specializzato volto a _gestire il trauma_, affinché si possa incrementare lo stato mentale degli individui colpiti da perdite fisiche irreversibili o dalla scomparsa di cari. Questo progetto si propone, pertanto, come una soluzione tangibile e all’avanguardia in un settore frequentemente dimenticato.
Tra fede e resilienza: il complesso cammino della guarigione
Affrontare le conseguenze psicologiche legate a traumi quali quelli provocati da incidenti stradali si configura per l’individuo come una prova estremamente complessa che va oltre i limiti fisici ed emotivi; essa interessa anche lo spirito e i valori fondamentali. Un caso emblematico è quello del sacerdote don Marchesin: in tale scenario segnato dall’improvviso dolore emerge con forza l’importanza della fede assieme al sostegno offerto dalla comunità religiosa durante le fasi del _coping_ nell’elaborazione della sofferenza.
Secondo quanto evidenziato dalla psicologia cognitivo-comportamentale, gli eventi traumatici alterano radicalmente la nostra sensazione di sicurezza personale oltre all’abilità predittiva rispetto agli accadimenti futuri; ciò porta inevitabilmente a uno stato d’animo caratterizzato dall’impotenza e dal caos interiore. All’interno della spersonalizzazione creatasi in seguito al trauma stesso potrebbe affiorare quindi il bisogno innato della fede quale risorsa essenziale. Essa fornisce infatti quella struttura interpretativa capace non soltanto di aiutare ad affrontare esperienze dolorose senza considerarle ingiustamente punitive bensì mostrando loro inquadramenti alternativi: queste situazioni possono rivelarsi parte integrante dell’esistenza umana oppure rappresentare opportunità per evoluzioni spirituali personali significative. *Questo cambio d’angolatura mentale facilita così processi attivi contro sensazioni negative comuni tra chi ha subito simili episodi tragici – primo fra tutti i sentimenti legati alla colpa o alla vergogna – disponendo infine l’individuo lungo sentieri diretti all’accettazione consapevole e alla propria elevazione interiore.*
A un livello più avanzato, la psicologia del trauma contemporanea, in particolare tramite approcci come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) e la psicoterapia sensomotoria, riconosce l’importanza dell’elaborazione delle memorie traumatiche non solo a livello cognitivo, ma anche a livello somatico. Il corpo, infatti, “memorizza” il trauma, e le sensazioni fisiche possono fungere da _trigger_ per _flashback_ e stati di allerta. In questo contesto, il supporto spirituale e la preghiera, intese come pratiche contemplative e meditative, possono agire come meccanismi di autoregolazione emotiva, contribuendo a calmare il sistema nervoso e a promuovere un senso di pace interiore.
*La comunità religiosa, con il suo sistema di credenze condivise e i suoi rituali, offre un ambiente di sostegno sociale che combatte l’isolamento e rafforza il senso di appartenenza, elementi fondamentali per la resilienza*. In eventi traumatici, la coesione sociale e il supporto emotivo dei pari e della comunità possono mitigare l’impatto psicologico e facilitare la riattivazione delle risorse interne. La guarigione dal trauma è un percorso complesso e personale, ma l’integrazione del supporto psicologico specialistico con risorse spirituali e comunitarie può amplificare notevolmente la capacità dell’individuo di superare l’esperienza, ricostruire un senso di sicurezza e trovare un nuovo equilibrio nella vita. È una profonda riflessione sulla natura umana e sulla forza della resilienza, che ci invita a considerare il valore inestimabile di ogni forma di sostegno, visibile e invisibile.
Glossario:
- Trauma: esperienza destabilizzante che mina il senso di sicurezza e incolumità individuale.
- EMDR: terapia di desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari, efficace per il trattamento del PTSD.
- PTSD: Disturbo da Stress Post-Traumatico, condizione psicologica grave che può emergere dopo un evento traumatico.