- In Italia, circa 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi alimentari.
- La pandemia ha causato un aumento del 30% dei casi di dca.
- Studio su 880 donne: eco-ansia legata al rischio di dca.
Disturbi Alimentari in Crescita
Il 2 giugno di ogni anno, il mondo si unisce per il World Eating Disorders Action Day, una giornata dedicata alla sensibilizzazione e all’azione sui disturbi alimentari (DCA). Questa ricorrenza, nata nel 2015, mira a unire professionisti, famiglie e individui colpiti da queste patologie, promuovendo la conoscenza e l’accesso a trattamenti completi ed efficaci. In Italia, la situazione è allarmante: si stima che circa 3,5 milioni di persone soffrano di disturbi alimentari come anoressia, bulimia e binge eating, con un incremento significativo negli ultimi anni.
La pandemia da Covid-19 ha esacerbato questa problematica, portando a un aumento del 30% dei casi. Le restrizioni sociali e l’isolamento hanno avuto un impatto devastante, soprattutto sui giovani, lasciando le famiglie spesso disarmate di fronte alle difficoltà dei propri figli. Nel corso del 2024, le richieste di aiuto al numero verde SOS DCA sono più che triplicate, evidenziando l’urgenza di interventi tempestivi e mirati.
Nonostante un lieve aumento, le 214 strutture presenti sul territorio nazionale (79 al Nord, 34 al Centro e 51 tra Sud e Isole), secondo l’ultimo censimento dell’Istituto Superiore di Sanità, rimangono insufficienti per soddisfare le crescenti necessità. Questa disparità nell’accesso alle cure sottolinea la necessità di un impegno maggiore da parte delle istituzioni per garantire un’assistenza adeguata a tutti coloro che ne hanno bisogno.
L’Influenza del Clima e dell’Ambiente sulla Salute Mentale
Un aspetto emergente nella ricerca sui disturbi alimentari riguarda l’influenza del clima e dell’ambiente sulla salute mentale. Il concetto di One Health evidenzia come la salute umana, la salute del pianeta e il benessere animale siano interconnessi. Un pianeta “malato” può influenzare negativamente la salute dell’uomo, e viceversa. Da questa prospettiva, la nutrizione assume un ruolo centrale, fungendo da ponte tra il benessere ambientale e quello individuale.
L’aumento delle temperature, la perdita di biodiversità, l’esaurimento delle risorse naturali e altre problematiche ambientali sono strettamente legate al sistema alimentare attuale. Questo sistema ha una parte di responsabilità nel manifestarsi del “triplo fardello della malnutrizione”, che comprende la carenza (sottopeso), l’eccesso (sovrappeso e obesità) e la mancanza specifica di micronutrienti. Tali fattori, che costituiscono una minaccia per l’ambiente, possono altresì avere ripercussioni sulla condizione psicologica degli individui.
Un crescente corpus di studi scientifici ha dimostrato un collegamento tra le difficoltà connesse ai cambiamenti climatici e l’insorgenza di distress psicologico, un aumento del rischio di ricoveri ospedalieri per disturbi mentali e una maggiore mortalità tra coloro che presentano una storia di patologie psichiatriche. Sebbene il legame tra le variazioni climatiche e i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) sia ancora poco esplorato, l’incidenza crescente dei DNA e la pressante attualità dei cambiamenti climatici rendono necessaria un’indagine più approfondita.
Uno studio coordinato da Simona Bo dell’Università di Torino ha identificato una connessione tra il rischio di sviluppo di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e le eco-preoccupazioni, ovvero le emozioni associate ai cambiamenti climatici. La ricerca, che ha coinvolto 880 donne, ha mostrato una correlazione tra la presenza di eco-ansia e eco-colpa e il rischio di sviluppo di un DNA. È emersa anche un’associazione inversa tra l’età dei soggetti e tutte le eco-emozioni prese in esame, suggerendo che i giovani sono particolarmente vulnerabili a queste problematiche.

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Iniziative di Supporto e l’Importanza di un Approccio Personalizzato
La difficoltà di accesso alle strutture di cura ha portato alla nascita di iniziative come il progetto “Terapia sospesa” della Fondazione Ananke di Villa Miralago, ispirato alla tradizione napoletana del “caffè sospeso”. Questo progetto offre terapie gratuite a chi non può permettersele, seguendo la logica di un gesto solidale che può salvare vite. Durante il 2024, le richieste di assistenza giunte al numero verde SOS DCA, istituito dalla Presidenza del Consiglio, sono notevolmente cresciute, triplicando e sottolineando la rilevanza di tali programmi di supporto.
Per quanto concerne la nutrizione, gli specialisti evidenziano l’importanza di un percorso personalizzato, mettendo in guardia contro soluzioni sbrigative e schemi alimentari rigidi che promettono risultati rapidi. Queste strategie dietetiche possono generare una “sindrome della falsa speranza”, in cui la delusione successiva si rivela spesso più dannosa della situazione di partenza.
Gli studi clinici indicano che la restrizione alimentare, intesa come un regime limitante strutturato e prolungato, costituisce un fattore di rischio per l’insorgenza di un disturbo alimentare, specie in individui con una predisposizione o una maggiore vulnerabilità.
Per offrire chiarezza in questo ambito, Lilac-Centro DCA ha pubblicato una guida con l’obiettivo di sfatare false credenze e avvertire sui potenziali rischi psicologici legati alle diete in voga. Inizialmente, una dieta può comportare una perdita di peso visibile e una sensazione di controllo sul proprio corpo, ma una volta che il peso si stabilizza, mantenere la restrizione diventa arduo e la vita sociale ne risente. Questo alternarsi di entusiasmo, euforia, insuccesso, senso di colpa e un nuovo tentativo dietetico può rappresentare il punto di ingresso verso un disturbo alimentare manifesto.
Verso un Futuro di Cura e Consapevolezza
La Giornata Mondiale d’Azione sui Disturbi Alimentari ci ricorda l’urgenza di affrontare questa emergenza silenziosa con interventi mirati e un approccio multidisciplinare. È fondamentale garantire l’accesso a cure evidence-based, coinvolgere le famiglie nel processo di cura, abbattere le barriere economiche e sociali, e promuovere narrazioni accurate e realistiche sui disturbi alimentari nei media e nella società.
Il tema scelto per quest’anno, “Real People, Real Recovery”, sottolinea che dai disturbi alimentari è possibile guarire. È essenziale che i governi finanzino e forniscano servizi accessibili basati su prove di efficacia, con professionisti formati e risposte tempestive. L’hashtag #RealPeopleRealRecovery costituisce un invito per chiunque stia affrontando o abbia superato un disturbo del comportamento alimentare a condividere la propria esperienza, offrendo un messaggio di speranza e tenacia.
Oltre lo Specchio: Comprendere e Superare i Disturbi Alimentari
Amici, affrontare i disturbi alimentari è un percorso complesso, ma non impossibile. Una nozione base di <a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.treccani.it/enciclopedia/psicologia-cognitiva_(Dizionario-di-Medicina)/”>psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Spesso, chi soffre di DCA ha pensieri distorti riguardo al proprio corpo e al cibo, che alimentano un circolo vizioso di restrizioni e comportamenti dannosi. Riconoscere e modificare questi pensieri è il primo passo verso la guarigione.
Una nozione avanzata di psicologia comportamentale ci spiega che i comportamenti alimentari disfunzionali possono essere appresi e rinforzati nel tempo. Ad esempio, una persona potrebbe associare il controllo del cibo a un senso di sicurezza o di autostima. Per superare questi disturbi, è necessario interrompere questi schemi comportamentali e sostituirli con abitudini più sane e positive. Questo richiede un lavoro costante e un supporto professionale, ma è un investimento prezioso per il proprio benessere.
Riflettiamo: quanto spesso ci giudichiamo in base al nostro aspetto fisico? Quanto spesso ci lasciamo influenzare dalle immagini irrealistiche che vediamo sui social media? Impariamo ad accettarci per quello che siamo, a prenderci cura del nostro corpo con amore e rispetto, e a chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno. La nostra salute mentale e fisica sono un tesoro prezioso, e meritano tutta la nostra attenzione.