- Nel 2024, il volume totale del denaro speso nel gioco d'azzardo ha superato i 157,4 miliardi di euro.
- Oltre 1,4 milioni di studenti tra i 15 e i 19 anni hanno giocato d'azzardo nel 2023.
- Il 18,1% dei giovani è coinvolto nel gioco d'azzardo online, con il 47,3% dei maschi attratti.
- L'uso dello smartphone per il gioco d'azzardo è balzato dal 16,4% al 50%.
- Il 39% degli studenti crede che la bravura influenzi le vincite, una distorsione cognitiva.
- La pubblicità ha influenzato l'inizio del gioco nel 10,8% degli intervistati.
- La Legge 111 del 2023 promuove il gioco responsabile e protegge i giovani.
Il panorama digitale contemporaneo ha aperto le porte a nuove forme di intrattenimento e, purtroppo, a nuove dipendenze. Tra queste, il gioco d’azzardo online si sta affermando come una minaccia crescente, specialmente per la popolazione giovanile. La facilità di accesso, l’anonimato garantito dalla rete e la disponibilità ininterrotta (24 ore su 24) hanno trasformato quello che era un fenomeno di nicchia in una pratica diffusa, con rischi spesso sottovalutati e conseguenze devastanti sulla salute mentale dei più vulnerabili. Le piattaforme offrono una vasta gamma di giochi, dai popolari Poker e Casino alle scommesse sportive, inclusi i “mobile gambling”, rendendo l’esperienza estremamente accessibile ovunque e in qualsiasi momento. Questa onnipresenza contribuisce ad un incremento esponenziale dei casi di dipendenza, alimentando preoccupazioni legittime tra specialisti e istituzioni.
Le ricerche attuali evidenziano come molti giovani con problemi legati al gioco d’azzardo online riferiscano un’esposizione precoce a internet e a giochi d’azzardo fin dalla giovane età. Questa esposizione anticipata funge da catalizzatore, aumentando significativamente la probabilità di sviluppare un disturbo da gioco d’azzardo patologico in età adulta. Il fenomeno non è solo una questione di intrattenimento, ma una problematica complessa che richiama l’attenzione della neuropsicologia. È stato osservato che la dipendenza da giochi online condivide numerosi elementi con le dipendenze da sostanze, inclusi i cambiamenti nei circuiti neurotrasmettitoriali del cervello e le alterazioni comportamentali che ne derivano. Questa analogia sottolinea la serietà della condizione e la necessità di approcci terapeutici mirati e scientificamente validati. Il gioco d’azzardo, infatti, non è un mero passatempo, ma può evolvere in una vera e propria patologia, influenzando profondamente la salute mentale e provocando disturbi d’ansia, attacchi di panico e una riduzione della socializzazione. La ricerca applicata in neuropsicologia online sta esplorando nuove vie per la valutazione e il trattamento di queste “nuove dipendenze”.
Dati recenti evidenziano la portata del fenomeno in Italia. Secondo uno studio del
CNR, il volume totale del denaro speso nel gioco d’azzardo ha superato i 157,4 miliardi di euro nel 2024, evidenziando una crescita costante. Risulta che oltre 1,4 milioni di studenti tra i 15 e i 19 anni hanno giocato d’azzardo nel 2023, con una significativa percentuale (53%) di questi che hanno preso parte a forme di gioco online. Tali percentuali rivelano come il gioco d’azzardo online abbia coinvolto il 18,1% dei giovani, con i maschi più attratti dal gioco (47,3%) rispetto alle femmine (26,3%). Tra i giochi più popolari, il Gratta e Vinci spicca con il 64,7%, seguito da altri giochi tradizionali. È interessante notare come la percezione del rischio sia minore per giochi come il Gratta e Vinci (23,7%) rispetto a Videolottery/Slot-Machine (56,8%) e poker texano (52,6%). Un dato preoccupante è che il 39% degli studenti crede che la bravura possa influenzare le vincite nel gioco d’azzardo, una chiara distorsione cognitiva che alimenta il comportamento di gioco patologico. Nell’ambito della ricerca condotta dall’ISS nel 2018, rivolta a ragazzi fra i 14 e i 17 anni, si è appurato che circa un terzo (29,2%) dei minorenni ha avuto contatti con il mondo del gioco d’azzardo. Questo fenomeno risulta essere particolarmente diffuso nel sud Italia e nelle scuole tecniche o professionali. I risultati raccolti suggeriscono un’importante necessità di mettere in campo strategie preventive, specificamente indirizzate verso aree ad alta incidenza di rischio. Inoltre, il crescente impiego degli smartphone per partecipare a giochi d’azzardo—che è balzato dal 16,4% nella popolazione generale fino al 50%, e da 20,3% a 58% tra gli adulti più giovani—rinforza ulteriormente l’esigenza di considerare il problema del gambling online come una vera e propria scommessa fondamentale per la sanità pubblica, vista l’accessibilità senza pari offerta dalla tecnologia odierna.
Vulnerabilità neuropsicologiche e fattori di rischio negli adolescenti
Nella società contemporanea, gli adolescenti sorpassano i confini dell’infanzia presentando una soglia espositiva elevata nei confronti del gioco d’azzardo patologico, attribuibile alle loro peculiari predisposizioni psicologiche. Il fenomeno dell’impulsività, distintivo durante questo periodo evolutivo ed accompagnato da una limitata abilità nel discernere il rischio reale delle situazioni proposte dal mondo del gioco d’azzardo, li colloca in una posizione particolarmente fragile. La spinta sociale esercitata dai coetanei, associata all’anelito verso esperienze fortemente emozionanti, contribuisce ulteriormente ad intensificare tale esposizione al rischio. Una parte consistente degli individui appartenenti a quest’età tenderà a cimentarsi con le pratiche ludiche ancor prima della raggiunta maturità legale; ciò avviene frequentemente sulla base della fallace convinzione che si possano ottenere profitti monetari o semplicemente vivere momenti stimolanti attraverso queste attività—vi sarà anche chi cerca rifugio dalla routine quotidiana tramite tali forme ludiche. Questo intreccio complesso tra componenti psychosocial crea sostanziale fertilità affinché emergano atteggiamenti disfunzionali verso il gioco.
Osservando invece l’aspetto neuropsicologico, l’adolescenza segna uno stadio cruciale nello sviluppo cerebrale: a tal riguardo è utile considerare come le strutture prefrontali necessarie alla corretta gestione degli impulsi e alla valutazione ponderata delle scelte siano tuttora incompiute nell’individuo adolescente.
I giovani tendono ad avere minore resistenza nei confronti delle tentazioni istantanee e risultano maggiormente predisposti a condotte rischiose. L’attrazione verso l’innovazione e il desiderio incessante di affrontare sfide – insieme al narcisismo e alla competitività – rappresentano caratteristiche distintive in questa fascia d’età che intensificano ulteriormente l’inclinazione al gioco d’azzardo. Tali peculiarità potrebbero essere amplificate dalla carenza nella gestione delle emozioni: molti giovani ricorrono al gioco per trovare momentanee tregue dai loro stati emotivi negativi; ciò non fa altro che rinfocolare una spirale patologica legata alla dipendenza. Le complicanze relazionali con cui si confrontano i ragazzi si accompagnano sovente a prestazioni scolastiche insufficienti ed anche all’insorgere occasionale della microcriminalità; ciò suggerisce l’esistenza di disagi psichici più profondi.
Nell’ambito del nucleo familiare risulta determinante tanto l’apporto dei fattori protettivi quanto quello dei fattori rischiosi. Le difficoltà interne alle dinamiche familiari, quali l’insufficiente attenzione rivolta ai figli o il limitato controllo esercitato dai genitori, insieme a conflitti tra le varie componenti della famiglia, possono servire come distrattori importanti, accrescendo così la possibilità per i minorenni di sviluppare tendenze problematiche rispetto al gioco. In netto contrasto con altre situazioni familiari più difficili da affrontare, esiste uno scenario in cui l’ambiente domestico promuove il benessere attraverso elementi fondamentali come il dialogo aperto, e supporto reciproco.
Un clima dove regnano tolleranza alle frustrazioni ed elasticità rispetto ai cambiamenti costituisce indubbiamente un “fattore protettivo significativo.“
Sottolineando l’importanza dei modelli familiari, sicuramente gli individui impegnati nel gioco d’azzardo sono preoccupanti indicatori per i giovani affetti da queste influenze. Dati dimostrano inoltre che gli adolescenti aventi relazioni conflittuali con i genitori hanno statistiche notevoli nell’accrescimento della predisposizione verso la dipendenza dal gioco. I risultati delle ricerche nelle scuole secondarie indicano percentuali variabili dal due all’otto percento circa delle difficoltà legate al gambling tra gli adolescenti; si osserva inoltre una netta predominanza fra gli utenti maschili. Così facendo risalta l’emergere del fenomeno noto come poligambling: cioè pratiche multiple nell’ambito del gioco per i ragazzi, dove solitamente essi investono cifre maggiormente elevate rispetto alle loro coetanee. A tal proposito anche la possibilità economica combinata alla cerchia sociale inclinata verso attività ludiche eleva considerevolmente le chance sullo sviluppo comportamentale problematico riguardante questo settore, soprattutto nel caso in cui il tempo dedicato al gaming superi i sessanta minuti quotidiani.
Le distorsioni cognitive sono un elemento chiave nel mantenimento del gioco d’azzardo patologico. Molti giovani credono di poter influenzare l’esito del gioco attraverso numeri o oggetti personali “portafortuna”, rituali scaramantici o momenti e luoghi specifici per giocare. Queste convinzioni erronee, unite alla tendenza a ricordare selettivamente solo le vincite o le “quasi vincite” (ignorando le perdite), alimentano l’illusione di controllo e abilità, quando in realtà il gioco d’azzardo è basato sulla casualità. La pubblicità e le narrazioni mediatiche di vincite eclatanti contribuiscono a rafforzare queste distorsioni, creando un ambiente in cui il gioco è percepito come una strada verso il successo o un divertimento innocuo. Le motivazioni che spingono i giovani a giocare sono varie: vincere denaro è al primo posto, seguito dal passare il tempo, stare in compagnia, sfidare la sorte, misurare le proprie capacità, tirarsi su di morale, vivere emozioni forti e persino evitare di pensare ai problemi. Il legame tra gioco d’azzardo problematico e l’uso di sostanze psicotrope è anch’esso significativo, con una percentuale di associazione che può variare dal 25% al 63% nei soggetti dipendenti dal gioco d’azzardo, indicando una co-occorrenza di vulnerabilità e comportamenti a rischio.

- È incoraggiante vedere iniziative come "Gioca Responsabile"... 👍...
- Trovo che l'articolo minimizzi il ruolo delle società... 😡...
- E se il problema non fosse l'azzardo, ma la mancanza... 🤔...
Trattamento e prevenzione: percorsi e sfide nel panorama attuale
Nell’attuale scenario caratterizzato dall’aumento esponenziale del gioco d’azzardo online, emergono urgenti esigenze cliniche e sociali che richiedono l’attuazione di interventi specificamente progettati tanto in ambito preventivo quanto terapeutico. L’efficacia della terapia cognitivo-comportamentale (CBT) risulta indiscutibile: questa metodica affronta le distorsioni cognitive unitamente ai comportamenti disfunzionali da cui deriva una dipendenza problematica. La finalità principale consiste nel fornire supporto agli individui affinché possano riconoscere e modificare quei pensieri irrazionali connessi al fenomeno del gioco d’azzardo — tra i quali figurano l’illusione di controllo, ovvero la falsa percezione di dominare il caso o di essere convinti della possibilità non supportata da dati empirici riguardante previsioni sull’esito degli eventi stessi — ed elaborare strategie alternative più salutari per fronteggiare situazioni stressanti ed emozioni negative senza dover tornare all’abuso ludico. Nonostante ciò, è evidente che alla tradizionale CBT devono essere affiancati anche metodi innovativi; in questo contesto emerge con particolare importanza il contributo offerto dalla pratica della mindfulness, poiché essa incentiva una riflessione approfondita sul qui ed ora accompagnata da un’apprezzabile diminuzione dell’impulsività – entrambi elementi essenziali nel limitare il rischio delle ricadute stesse, dettaglio particolarmente significativo nei giovani.
Esistono anche servizi gratuiti, come “Gioca Responsabile”, che offrono un percorso di cura online con l’assistenza di psicoterapeuti qualificati, facilitando l’accesso al supporto per chi si trova in difficoltà. Inoltre, la Legge 111 del 2023 punta a promuovere il gioco responsabile e a proteggere i giovani da potenziali danni legati al gioco d’azzardo, creando attività di policy di intervento e rendendo disponibili risorse informative per la prevenzione. [Metropolitano]Questo tipo di risorse è fondamentale in un contesto in cui la dipendenza da gioco d’azzardo online può essere nascosta e stigmatizzata, rendendo difficile per le persone chiedere aiuto. Le soluzioni innovative, tra cui spicca la stimolazione magnetica transcranica (TMS), si profilano come possibili rimedi efficaci contro la ludopatia, anche se il corpo della ricerca è ancora in una fase preliminare. Questa tecnologia interagisce con l’attività neuronale, mirando a zone cerebrali specifiche e generando così ottimismo per quei pazienti che risultano refrattari alle terapie standard. Va osservato che il fenomeno del gioco d’azzardo patologico impatta maggiormente su soggetti maschili, giovani adulti senza vincoli matrimoniali e individui appartenenti ai ceti meno abbienti; ciò richiama l’urgenza di sviluppare programmi socio-economici ad hoc dedicati a tali categorie vulnerabili.
Nell’ambito della prevenzione si rende necessario adottare misure tempestive. Una base educativa forte nelle istituzioni scolastiche primarie e secondarie è essenziale per diffondere consapevolezza circa i rischi associati al gioco d’azzardo; un’attività formativa attiva può contribuire efficacemente a eliminare falsità percettive ed incoraggiare capacità analitiche nei riguardi della natura aleatoria dei giochi.
È essenziale che tali programmi educativi siano continuativi e che tengano conto dell’evoluzione dei giochi, compresi quelli che offrono “pseudo-vincite” in bonus o oggetti anziché denaro, che possono comunque generare un automatismo condizionato e una dipendenza psicologica. I dati indicano che l’esposizione precoce ai giochi d’azzardo e a quelli con caratteristiche d’azzardo, dove il risultato è totalmente o parzialmente casuale, aumenta significativamente il rischio di sviluppare problemi. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero anche prendere di mira l’influenza delle pubblicità, dato che il 10,8% degli intervistati ha dichiarato di aver iniziato a giocare a seguito di annunci pubblicitari, percentuale che sale al 33,9% nei giocatori problematici adulti. Urge una regolamentazione più stringente sulla promozione del gioco d’azzardo, soprattutto in relazione ai giovani.
Infine, i risultati degli studi sottolineano l’importanza di analizzare in profondità i fattori predittivi del gioco problematico, come le somme massime giocate giornalmente, le ore dedicate al gioco nell’ultimo mese, e la correlazione con l’uso di sostanze. Gli elementi in esame offrono importanti spunti nel contesto dello sviluppo di strumenti volti allo screening e alla diagnosi precoce. È cruciale la sinergia tra famiglie, istituzioni scolastiche, professionisti della salute e enti governativi nell’edificare una rete di sostegno efficace, mirata a salvaguardare i giovani dalle insidie del gioco d’azzardo online. Nonostante si registri una leggera flessione nella percentuale degli studenti con problematiche legate al gioco – passata dal 7,1% al 3,3% fra il 2016 e il 2017 – permane fondamentale rimanere vigili data l’escalation dei soggetti a rischio. Questo fenomeno complesso impone un intervento multidisciplinare che unisca ricerca scientifica, istruzione, ed sane politiche pubbliche, al fine di affrontare con efficacia un problema capace di compromettere profondamente il benessere psicofisico delle generazioni future.
Riflessioni sull’impatto psicologico
Il gioco d’azzardo patologico, in particolare nella sua veste online e diffusa tra i giovani, è un fenomeno che ci interpella profondamente sul piano della salute mentale. Dal punto di vista della psicologia cognitiva, è fondamentale comprendere come le distorsioni cognitive giochino un ruolo predominante. Non si tratta solo di “sperare” di vincere, ma di un vero e proprio sistema di credenze errate che portano il giocatore a pensare di avere un controllo sull’esito, di poter influenzare la sorte, o a interpretare le “quasi vincite” come segnali di una vittoria imminente. Questa tendenza a filtrare la realtà, ignorando le perdite e enfatizzando i successi o i “quasi successi”, costituisce la base su cui si edifica il circolo vizioso della dipendenza. Il nostro cervello, in particolare nella sua fase di sviluppo adolescenziale, è particolarmente vulnerabile a questi meccanismi. Le aree prefrontali, responsabili del ragionamento critico, della valutazione del rischio e del controllo degli impulsi, sono ancora in via di maturazione, rendendo i giovani più suscettibili a lasciarsi ingannare da queste illusioni. Analizzando in modo dettagliato il fenomeno attraverso una lente psicologica comportamentale si giunge alla conclusione che la dipendenza dal gioco d’azzardo rappresenta uno schema comportamentale acquisito, soggetto a processi di rafforzamento. In questa dinamica entra in gioco il rilascio di dopamina – quel neurotrasmettitore chiave legato alle sensazioni piacevoli e alle ricompense – quando si partecipa ad attività ludiche; ciò genera una forma di apprendimento condizionato che induce alla reiterazione dell’atto stesso anche quando gli esiti sono sfavorevoli. Dispositivi come le slot machine insieme ai giochi online vengono strutturati per ottimizzare tale meccanismo: stimoli visivi e sonori accompagnano ogni interazione creando così esperienze estremamente coinvolgenti ed enticing.
È importante considerare inoltre il concetto fondamentale del rinforzo intermittente; infatti, vittorie casuali e inattese hanno dimostrato di esercitare una forza motivazionale notevolmente superiore rispetto a incentivi regolari o prevedibili nel favorire comportamenti persistenti. Ne deriva quindi che persino una ristretta quantità di successi isolati possa consolidare una dipendenza ben più efficacemente rispetto all’immaginabile, sostenendo così perpetuamente l’illusione della possibilità vincente, unitamente alla compulsività necessaria per proseguire nel gioco malgrado il sorgere delle perdite progressive.
In sostanza, il gioco non è solo un “problema di soldi” ma una complessa interazione tra le vulnerabilità individuali, i meccanismi cerebrali e un ambiente che, purtroppo, offre stimoli sempre più raffinati e accessibili. Riflettere su questi aspetti ci porta a una consapevolezza più profonda della necessità di adottare un approccio empatico ma al tempo stesso pragmatico e scientificamente fondato, per affrontare e prevenire questa crescente piaga sociale.
Glossario
- Ludopatia: dipendenza patologica dal gioco d’azzardo.
- CBT: terapia cognitivo-comportamentale, un approccio psicoterapeutico.
- Distorsioni cognitive: errori di giudizio che possono influenzare il comportamento di gioco.
- Rinforzo intermittente: meccanismo di ricompensa parziale che intensifica comportamenti ripetitivi.
- Gioca Responsabile: iniziativa per promuovere comportamenti di gioco sicuri e informati.

