- Negli ultimi 10 giorni, il 10% dei codici rossi al Cardarelli erano minorenni.
- 5.416 eventi accidentali a Napoli: 88 decessi e 7.385 feriti.
- Il 50% degli incidenti stradali a Napoli è riconducibile all'alcol.
L’ospedale Cardarelli situato a Napoli deve ora fare fronte a una crisi sempre più preoccupante: si assiste infatti a un notevole incremento nei traumatismi causati da incidenti stradali, incidendo pesantemente sulla popolazione giovanile. Recentemente, è emerso che nel corso degli ultimi dieci giorni quasi il 10% dei ricoverati in situazioni critiche – identificabili come codici rossi – era costituito da minorenni. Questo fenomeno rivela una vulnerabilità allarmante fra i ragazzi coinvolti in eventi traumatici che includono uscite con ciclomotori o biciclette elettriche, così come collisioni automobilistiche.
Il periodo estivo sta sembrando aggravare tale situazione poiché comporta maggiore circolazione veicolare insieme ad aumentate possibilità ricreative; tale combinazione sembra spiegare questa accentuazione nei casi gravi trattati dal personale medico. Gli effetti sugli individui colpiti risultano frequentemente severissimi ed eterogenei: fratture ossee diffuse alle zone craniali o toraciche fino ai danni pelvici rappresentano solo alcune delle più frequenti complicazioni cliniche legate all’impatto violento subito dalle vittime. Nonostante l’utilizzo crescente di attrezzature protettive come caschi progettati per ridurre i rischi associati all’attività motociclistica o ciclistica accidentale, si è rilevato quanto possano esserne compromesse l’efficacia se gli urti dovessero raggiungere livelli elevatissimi; ciò espone così gli adolescenti a potenziali minacce alla loro sicurezza personale oltre alla salute futura. Il presente scenario clinico particolarmente articolato pone a dura prova le capacità del personale altamente specializzato nell’ospedale napoletano. Un ruolo fondamentale è svolto dai reparti essenziali quali Rianimazione, Neurochirurgia; Ortopedia e Trauma Center operano incessantemente per fronteggiare situazioni urgenti che necessitano tanto di interventisti esperti quanto dell’elevata specializzazione. Nelle circostanze più critiche emerge l’urgenza di avvalersi delle dimissioni protette accanto ai trattamenti domiciliari mirati ad agevolare il recupero dei pazienti sia sotto l’aspetto motorio che neurologico.
Questa crescente pressione sul sistema sanitario, lungi dall’essere un evento sporadico o limitato nel tempo, andandosi ad incastrare all’interno delle problematiche degli accessi ai prontosoccorso più ampie ed intricate, rappresenta una tendenza crescente evidenziata dall’aumento degli accessi, dato gli ingressi e gli afflussi causati dalle recentissime ondate di calore vissute da Napoli stessa. Ultimamente hanno registrato ben 5.416 eventi accidentali sulle strade della Città Metropolitana partenopea con conseguenze gravi: 88 decessi e oltre 7.385 feriti, mentre il costo sociale derivante dalla sinistrosità raggiunge ed oltrepassa quota €560 milioni. [ANSA].
Tuttavia, l’incremento dei traumi stradali in codice rosso* rappresenta una specificità drammatica che richiede un’analisi approfondita e azioni immediate. La vulnerabilità dei minorenni, in particolare, solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza stradale e sui comportamenti a rischio.
Fattori psicologici e comportamentali: le radici del rischio stradale a Napoli
L’analisi degli incidenti stradali non può prescindere dall’esplorazione dei fattori psicologici e comportamentali che ne sono alla base. Studi e ricerche condotte a Napoli evidenziano come la complessità della vita metropolitana possa contribuire allo sviluppo di quella che è stata definita una “traumatizzazione metropolitana”. Questa condizione, intesa come uno stato di stress specifico e continuo dovuto a una serie di fattori sociali ed economici, può avere gravi conseguenze sulla salute mentale degli individui e influenzare i loro comportamenti, inclusa la guida.
Tra le paure più diffusamente avvertite dai cittadini napoletani, in particolare tra gli studenti, spiccano quelle legate alla violenza e al rischio di essere coinvolti in incidenti stradali. Secondo i dati, il timore che il proprio figlio possa essere vittima di un incidente stradale è presente nel 23% dei genitori napoletani, attestandosi al quarto posto tra le paure più frequenti per i ragazzi. Un’interessante analisi statistica indica che circa l’11% dei partecipanti al campione risulta colpito da paure post-traumatiche protratte oltre un anno; sorprendentemente, il 20% delle persone tende ad evitare attivamente particolari zone urbane ritenute più insicure.
La persistenza di tali ansie associate a un incessante stato di attivazione aggressiva/difensiva, derivante dalla concreta possibilità di confrontarsi con episodi violenti nella propria quotidianità, può influenzare negativamente diversi ambiti del vivere sociale ed educativo. In relazione alla pratica automobilistica, si nota che questi scomodi stati emozionali sfociano talvolta in azioni avventate o addirittura illegali riguardanti le norme del Codice della Strada, assieme a una diminuita coscienza dei rischi potenziali associati alla guida.
Numerosi studi sottolineano le radici profonde delle problematiche legate agli incidenti stradali nei vari contesti culturali e negli stili vitali adottati dagli individui; essenziali sono anche gli aspetti psicologici e affettivi nel delineare questo scenario problematico. L’errore umano rappresenta una frazione dominante nella spiegazione degli incidenti stradali. Inoltre, distrazione, elevata velocità, guida sotto influenza di stupefacenti, fatica e negligenza nell’utilizzo degli strumenti di protezione suscitano preoccupazioni reali sui comportamenti precipitosi tipicamente riscontrabili tra i conducenti coinvolti nei sinistri. La consumazione di bevande alcoliche ha un effetto particolarmente devastante: essa diminuisce notevolmente la capacità di valutare i rischi ed intacca i riflessi del conducente, incrementando così le possibilità d’incorrere in incidenti anche a fronte di concentrazioni moderate di alcol nel sangue. A corroborare tale affermazione ci sono le statistiche fornite dall’ACI di Napoli: ben il 50% degli sinistri stradali è riconducibile all’alcol. Questo dato evidenzia con forza la necessità assoluta da parte delle autorità competenti di implementare efficaci strategie preventive, mirate a modificare non solo i comportamenti, ma anche la consapevolezza dei guidatori.
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- Inaccettabile l'aumento dei traumi stradali... 😡...
- E se la vera emergenza fosse la "traumatizzazione metropolitana"... 🤔...
Strategie di prevenzione e il ruolo della consapevolezza
Di fronte all’acuirsi del problema degli incidenti stradali e delle loro drammatiche conseguenze, l’attenzione si sposta inevitabilmente verso le strategie di prevenzione e l’importanza di promuovere una maggiore consapevolezza sulla sicurezza stradale, soprattutto tra i più giovani. Diverse iniziative a Napoli mirano a contrastare questo fenomeno, riconoscendo la necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, scuole e la comunità.
L’obiettivo principale delle campagne di prevenzione è quello di sensibilizzare, informare e formare i cittadini, in particolare i “moltiplicatori dell’azione preventiva” come insegnanti e operatori giovanili, affinché possano a loro volta influenzare positivamente gli atteggiamenti e i comportamenti del target finale. Si punta a indurre l’adozione di condotte sicure e responsabili, a tutela della salute e dell’incolumità propria e altrui.
Esistono progetti specifici che si concentrano sulla prevenzione degli incidenti stradali attraverso la pianificazione di programmi mirati, che prevedono l’adozione delle “life skill”, ovvero quelle abilità psicosociali e relazionali che aiutano a vivere in modo sano e produttivo. Un esempio significativo è costituito dal progetto lanciato dal Comune di Napoli, che ha intrapreso l’implementazione di attraversamenti pedonali rialzati in numerose zone urbane. Tale iniziativa mira a aumentare la sicurezza stradale, contribuendo così a rendere più sicuri gli spostamenti dei cittadini. [Fonte: Prefettura di Napoli].
Tra le azioni proposte, spiccano la promozione dell’uso sistematico delle cinture di sicurezza e del casco, l’incoraggiamento della pratica del “guidatore designato” in contesti a rischio di consumo di alcol o droghe, e la diffusione della conoscenza dei pericoli legati alla guida in stato di ebbrezza e delle relative sanzioni. Le leggi italiane puniscono severamente chi guida in stato di ebbrezza, con sanzioni pecuniarie che possono raggiungere i 6.000 euro, sospensione della patente e confisca del veicolo. Le pene aumentano in caso di incidenti con feriti o morti, potendo arrivare fino a 18 anni di reclusione.
Altre strategie includono il miglioramento del rilievo planimetrico dei campi incidente attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate e la riduzione dei tempi necessari per la verbalizzazione. Inoltre, l’osservatorio sugli incidenti stradali, attivo presso la Prefettura di Napoli, promuove attività formative negli istituti superiori e individua i punti critici della rete stradale [Fonte: ANSA]. L’aspirazione globale su scala europea, sostenuta da organizzazioni come ANAS, si prefigge l’ambizioso traguardo di abbattere del 50%* la cifra di decessi e infortuni gravi conseguenti a sinistri stradali entro l’anno 2030. Per conseguire tale obiettivo sarà necessario un impegno collettivo costante che non si limiti esclusivamente alla punizione delle violazioni, ma che punti in prevalenza sulla sostenibilità dei cambiamenti comportamentali, promuovendo nel contempo una solida CULTURA DELLA SICUREZZA STRADALE, ormai integrata nel patrimonio culturale comune.
La mente al volante: traumi e resilienza
L’incremento dei codici rossi stradali registrati a Napoli mette in luce un contesto complicato che richiede una riflessione approfondita sulla mente umana e sulle sue ripercussioni nel comportamento umano. Secondo i principi della psicologia cognitiva, comprendiamo come il nostro ragionamento, insieme alla percezione dei rischi e alle scelte decisionali, sia plasmato da molteplici elementi, sia interni che esterni al soggetto. Quando parliamo di guida, è importante sottolineare l’effetto devastante delle distrazioni – frequentemente indotte dall’uso del cellulare o dalla fatica accumulata – poiché anche le minime deviazioni nell’attenzione possono portare a risultati disastrosi. In tali situazioni, diviene evidente quanto venga compromessa la nostra abilità nel trattare informazioni istantaneamente e nel rispondere con prontezza.
La psicologia comportamentale, d’altro conto, chiarisce come i comportamenti individuali siano formati attraverso esperienze apprese e feedback positivi o negativi ricevuti dagli altri. Tendenze impulsive – cioè il ricercare gratificazioni immediate oppure l’incapacità di considerare gli esiti futuri – come avviene nella guida imprudente o sotto gli effetti delle sostanze stupefacenti – rappresentano condotte assimilate che tendono a instaurarsi con facilità se non affrontate in maniera appropriata. La sensazione di essere al riparo da conseguenze legali o la pressione esercitata dai gruppi sociali possono effettivamente contribuire ad alimentare tali comportamenti pericolosi.
In aggiunta ai danni fisici causati dagli incidenti stradali, si evidenziano anche profonde ferite emotive che si traducono in vere e proprie cicatrici psicologiche che influenzano la salute mentale. Le persone coinvolte – incluse le vittime dirette insieme ai loro familiari e agli osservatori – sono suscettibili allo sviluppo di disturbi significativi come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD), ansia generalizzata, fobie ed episodi depressivi. In questo contesto critico emerge il contributo della medicina dedicata alla salute mentale, essenziale nell’offrire sostegno psicologico ai sopravvissuti affinché possano affrontare efficacemente gli eventi traumatici vissuti e avviarsi verso un processo di recupero personale.
Un approccio più analitico rivela come la psicologia dell’emergenza metta in luce il valore imprescindibile nella creazione di comunità resilienti; non è sufficiente aggrapparsi alle soluzioni reattive post-incidente; diviene prioritario erigere comunità solide capaci di perdurare. Questo significa non solo educazione stradale, ma anche promozione di stili di vita sani e gestione dello stress legato alla vita urbana. Significa creare reti di supporto che possano aiutare le persone ad affrontare le paure metropolitane e a sviluppare strategie di coping adattive anziché comportamenti a rischio.
Riflettere sull’aumento dei codici rossi a Napoli ci spinge a considerare la nostra responsabilità individuale e collettiva. Quanto siamo consapevoli del nostro stato psicofisico quando ci mettiamo al volante? Quanto siamo influenzati dalle nostre emozioni o dalla pressione sociale? Comprendere le dinamiche psicologiche alla base dei comportamenti a rischio non significa giustificarli, ma piuttosto fornire gli strumenti per affrontarli in modo efficace. È un invito a guardarci dentro e a riconoscere che la sicurezza stradale inizia dalla nostra mente, dalla nostra capacità di essere presenti, responsabili e rispettosi della vita nostra e altrui.
Glossario:
- Codici rossi: identificazione per i casi di emergenza sanitaria che richiedono un intervento immediato.
- PTSD: il Disturbo da Stress Post-Traumatico è una condizione psicologica che si manifesta come conseguenza diretta di esperienze traumatiche subite nel corso della vita.
- Incidenti stradali: questi episodi coinvolgono l’interazione tra veicoli e pedoni, dando luogo a risultati variabili, dai semplici danni ai mezzi fino a ferimenti o decessi.