- Circa 510.000 studenti (15-19 anni) usano psicofarmaci senza prescrizione.
- Il 12% degli adolescenti ha fatto uso di sostanze psicoattive nel 2024.
- Nelle ragazze, l'uso di psicofarmaci è al 17%, nei ragazzi al 7%.
- Nel Salento, più del 50% degli adolescenti usa psicofarmaci senza ricetta.
- Il 47% degli studenti nel 2024 ha un uso problematico dei social.
La questione dell’abuso di farmaci da parte dei giovani ha assunto proporzioni allarmanti a livello nazionale e risulta particolarmente grave nella regione Puglia. Analisi recenti supportate da indagini come l’ESPAD condotto dal CNR mettono in luce un incremento notevole nell’assunzione non regolamentata di psicofarmaci, specie nelle benzodiazepine rispetto ai dati raccolti nel ’96 e nel ’07. Tale evidenza numerica va oltre la semplice statistica; essa rivela piuttosto una rete intricata di fattori psicologici che spesso affondano le radici in disordini mentali mai diagnosticati o gestiti inefficientemente.
Un rapporto recente indica che circa mezzo milione di alunni compresi nella fascia d’età fra i 15 e i 19 anni hanno fatto ricorso a psicofarmaci senza la necessaria prescrizione medica; inoltre, il dato indica che il 12% degli individui ha fatto uso di tali sostanze nel corso del 2024. La gravità della situazione appare accentuata specialmente nelle donne adolescenti: qui la percentuale raggiunge il 17%, contrastando nettamente con quella dei maschi ferma al **7%.[Il Sole 24 Ore].
Tra i principali fattori che spingono i giovani verso l’automedicazione spiccano l’incremento di stati depressivi, disturbi d’ansia generalizzati, nevrosi e un profondo senso di disconnessione dalla realtà. Questi stati emotivi, se non affrontati con il supporto adeguato di un professionista della salute mentale, possono portare i ragazzi a cercare sollievo in soluzioni immediate, sebbene deleterie a lungo termine.
Un aspetto critico che emerge dalle ricerche è la facile accessibilità ai farmaci. Spesso accade che questi medicinali siano custoditi con scarsa attenzione nell’ambito domestico; talvolta possono essere utilizzati dai genitori stessi o da altri membri della famiglia ai quali è stata rilasciata una regolare prescrizione medica. Tale facilità d’accesso involontaria trasforma quello che dovrebbe essere un ambiente protetto – la casa – in una possibile fonte di pericolo.
Per quanto riguarda il Salento, risulta che più del 50% degli adolescenti utilizzi psicofarmaci privi di prescrizione, ricorrendo così a tali sostanze come metodo per sfuggire alla realtà quotidiana; questo rappresenta un indicatore significativo della serietà della questione su scala regionale. Di recente, elaborazioni nella Relazione annuale presentata al Parlamento hanno messo in luce come l’abuso dei farmaci ricreativi tra i giovani stia crescendo esponenzialmente e includa frequentemente sostanze come sedativi, ansiolitici e antidolorifici. [Farmacista 33].
“Farmacisti e farmacie rappresentano un presidio fondamentale per prevenire e contrastare l’uso improprio di alcuni medicinali.” [La Gazzetta del Mezzogiorno]
La complessità della fase adolescenziale gioca un ruolo fondamentale. L’adolescenza è un periodo di profondo tumulto evolutivo, caratterizzato da una serie di perturbazioni emotive e psicologiche. I giovani, in questa fase della vita, non possiedono ancora una piena consapevolezza di sé né un assetto mentale, psicologico ed emotivo sufficientemente maturo per regolare in modo responsabile le proprie scelte e le esperienze vissute. Questa vulnerabilità li rende particolarmente suscettibili alle sirene dell’automedicazione, percependola come una via più rapida per alleviare il disagio.
- Circa 510.000 studenti tra i 15 e i 19 anni hanno usato psicofarmaci senza prescrizione.
- Il 12% degli adolescenti ha utilizzato sostanze psicoattive illegali nel 2024.
- Incremento dell’11% nell’uso di psicofarmaci senza prescrizione dal 2023 al 2024.
Strategie di coping disfunzionali e il ruolo dei social media
L’abuso di farmaci tra i giovani si inserisce spesso in un quadro di strategie di coping disfunzionali, ovvero modalità inadeguate o controproducenti per affrontare lo stress e le difficoltà emotive. Di fronte a stati depressivi e ansiosi, gli adolescenti sono inclini a cercare negli psicofarmaci una soluzione immediata e superficiale per sentirsi meglio.
Questa ricerca di sollievo temporaneo è spesso guidata dalla cosiddetta “comorbidità”, un meccanismo per cui, oltre a un’attenuazione momentanea dei sintomi depressivi, i ragazzi cercano forme di distrazione e allontanamento da problemi inter-familiari. Ignorando gli effetti deleteri che derivano dall’uso incontrollato di tali sostanze, si innesca un circolo vizioso che porta a stati di tossicità e dipendenza, con gravi implicazioni per la loro salute mentale e fisica a lungo termine.
In questo contesto, il ruolo dei social media emerge come un fattore di rischio significativo. Siti web, piattaforme social e forum online possono diventare veicoli per la diffusione di informazioni errate o fuorvianti sull’uso degli psicofarmaci. Queste piattaforme creano un ambiente in cui i giovani possono imbattersi in contenuti che normalizzano l’abuso o presentano i farmaci come “soluzioni rapide” per migliorare le performance scolastiche, aumentare l’autostima o sfuggire alla realtà.
Nel 2024, quasi la metà degli studenti (47%, con un aumento dal 38% nel 2015) ha mostrato un uso problematico dei social media, con le ragazze che presentano livelli più elevati. L’uso improprio di sostanze, come ad esempio analgesici e sedativi, è spesso accompagnato dalla facilità di reperibilità di farmaci tramite social media e forum online dove la cultura della condivisione delle esperienze, anche negative, è forte.
“Il 76% degli studenti universitari ammette di aver abusato di qualche forma di sostanza in un momento di stress o difficoltà.” [Neuro News]
In tale contesto, la “Generazione Z”, cresciuta nell’era digitale, è particolarmente esposta a queste nuove forme di dipendenza. Il fenomeno dell’utilizzo non prescritto degli psicofarmaci si colloca attorno al 12%, evidenziando una significativa distinzione fra generi: le ragazze presentano un’incidenza del 17%, mentre quella dei ragazzi è ridotta al 7%. Numerose sono le ragioni per cui i giovani ricorrono all’acquisto illecito di questi farmaci; la ricerca spasmodica del ‘nuovo sballo’, in primis, ma anche la fuga da realtà quotidiane ritenute insoddisfacenti gioca un ruolo determinante. Il continuo interconnettersi tramite piattaforme digitali e il costante bombardamento visivo sui social possono incrementare tale pressione sociale e rendere più probabili scelte dannose rivolte alle sostanze.
Pertanto diventa imprescindibile concepire interventi preventivi capaci d’affrontare efficacemente questa sottile interconnessione tra predisposizione psichica, facilità d’accesso ai medicinali e impatto mediatico; attraverso questo approccio dovrebbero risultare prioritari lo sviluppo della consapevolezza individuale oltre al potenziamento delle abilità per la regolazione delle emozioni personali. Ricerche recenti suggeriscono infine come molti individui giovanili alle prese con altre forme di dipendenza manifestino altresì difficoltà relative all’impiego degli psicofarmaci.[Addiction].
- È confortante vedere un'attenzione crescente alla salute mentale... 😊...
- L'articolo ignora il ruolo della pressione sociale e scolastica... 😠...
- Forse stiamo medicalizzando eccessivamente problemi che richiedono un approccio diverso... 🤔...
Implicazioni a lungo termine sull’architettura cerebrale e sulle funzioni cognitive
L’assunzione indiscriminata di farmaci nell’adolescenza comporta significative conseguenze durature per la struttura cerebrale e le capacità cognitive; tuttavia, tale problematica tende a essere frequentemente trascurata dai giovani stessi. Durante questo periodo critico dello sviluppo cerebrale, particolare attenzione va prestata alle aree prefrontali associate al ragionamento logico, alla gestione degli impulsi e alla pianificazione futura. L’interazione con sostanze psicoattive in questa fase formativa può provocare modifiche permanenti nei circuiti neuronali del cervello giovanile, incidendo negativamente sul progresso delle competenze cognitive ed emotive.
Numerose ricerche neurologiche hanno evidenziato come l’utilizzo prolungato di droghe o medicinali sin dall’infanzia possa alterare il sistema dopaminergico deputato alla ricompensa, rendendo la mente giovanile sempre meno recettiva ai piaceri autentici mentre accresce la necessità delle sostanze per generare esperienze gratificanti. Le statistiche recenti indicano che ci sia stata una crescita esponenziale delle diagnosi relative a disturbi correlati all’impiego scorretto di sedativi, ipnotici o ansiolitici nei giovani adulti: si stima che questi numeri siano aumentati da tre a cinque volte negli ultimi anni, segnalando un inquietante aumento della dipendenza fra gli adolescenti.[Research on Sedatives]. Le ripercussioni possono emergere in diverse forme: danni al sistema nervoso centrale; alterazioni del tono umorale come stati depressivi o ansiosi persistenti; disturbi d’ansia; attacchi di panico ed eventualmente l’insorgere di malattie psichiatriche autentiche nei casi più severi. Un esempio emblematico è fornito dalla cocaina, che aumenta la vulnerabilità dei giovani rispetto a tali problematiche psichiatriche. Ciò dimostra chiaramente come sostanze d’abuso non necessariamente farmacologiche possano esercitare un effetto devastante.
Il consumo smodato di medicinali può provocare danni irreversibili alla memoria, oltre a generare problemi relativi all’attenzione e alla concentrazione, con notevoli difficoltà nell’apprendimento. Gli impatti negativamente influenzano il percorso educativo degli individui sul lungo periodo, compromettendo così anche le potenzialità professionali future e minando la qualità della vita nel corso dell’età adulta. Talvolta si manifestano effetti collaterali indesiderati correlati al sistema nervoso centrale, così come ad altri organi corporei, sfociando nella comparsa di malattie croniche.
È fondamentale enfatizzare che la dipendenza da farmaci deve essere vista non quale segnale fragile dal punto di vista morale, ma piuttosto come una malattia cronica del cervello. L’approfondimento delle neuroscienze ha evidenziato in modo sempre più chiaro come il consumo prolungato di sostanze modifichi profondamente sia la struttura che le funzioni cognitive del cervello umano. Questa modifica rende estremamente complicato per gli individui interrompere tale comportamento senza ricevere un intervento terapeutico appropriato. La predisposizione personale svolge una funzione determinante; infatti, alcune persone mostrano una propensione maggiore alla manifestazione di disturbi psichiatrici conseguenti all’assunzione incontrollata di droghe.
Pertanto è essenziale che le iniziative preventive non si limitino esclusivamente ad avvisare riguardo ai rischi immediati legati all’uso delle sostanze stupefacenti ma puntino anche su un’educazione mirata alle profondissime e persistenti modifiche causate dall’abuso nel cervello ancora in fase evolutiva. Una strategia comunicativa ben progettata per i giovani potrebbe incrementare la loro consapevolezza riguardo al tema dell’abuso farmacologico e fornire strumenti utili per eludere situazioni problematiche impreviste, oltre alla prevenzione della cronicità del fenomeno stesso.
Promuovere la resilienza e il benessere psicologico: l’efficacia degli interventi
Di fronte alla crescente preoccupazione per l’abuso di farmaci tra i giovani, l’attenzione si sposta sull’efficacia degli interventi di prevenzione e trattamento, soprattutto quelli basati sui principi della psicologia comportamentale e cognitivo-comportamentale (CBT). È ormai ampiamente riconosciuto che offrire interventi psicologici, sia universali che selettivi, ai giovani può prevenire l’insorgenza di disturbi di salute mentale e, conseguentemente, ridurre il rischio di abuso di sostanze.
Programmi basati sull’evidenza, come “Communities That Care”, mirano a ridurre i comportamenti problematici giovanili integrando strategie che rafforzano i fattori di protezione e riducono la vulnerabilità individuale. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) si è dimostrata particolarmente efficace nel trattamento delle dipendenze e dei disturbi emotivi che spesso ne sono alla base. La CBT aiuta i pazienti a identificare e sfidare le convinzioni disfunzionali che sostengono il comportamento di dipendenza, sostituendole con strategie di coping adattive e salutari.
Interventi psicoterapeutici sembrano ridurre significativamente, fino al 48%, la probabilità di sviluppare un disturbo depressivo. Questo dato sottolinea l’importanza di investire in percorsi di cura psicologica alternativi o complementari all’uso di farmaci, specialmente nei casi in cui l’abuso sia secondario a un disagio emotivo.
- Educazione al corretto uso dei farmaci.
- Collaborazione tra famiglie, scuole e professionisti della salute mentale.
- Campagne di sensibilizzazione sui rischi dell’uso improprio di sostanze.
L’efficacia degli interventi di prevenzione non si limita alla dimensione individuale, ma si estende all’ambiente familiare e scolastico. Coinvolgere famiglie e scuole nella promozione di una corretta educazione alla salute mentale e nella diffusione di informazioni accurate sull’uso dei farmaci è cruciale. Interventi psicosociali e programmi educativi, ancorati a solide basi scientifiche, si rivelano strumenti cruciali per alimentare competenze fondamentali nella vita quotidiana, quali la regolazione emotiva, la risoluzione dei problemi, nonché la resilienza contro le pressioni avverse.
È imperativo che le istituzioni, insieme ai professionisti, operino in sinergia per sperimentare ed applicare strategie preventive specifiche ed appropriate al contesto sociale, effettuando una valutazione continua della loro efficacia al fine di rispondere adeguatamente alle necessità emergenti tra i giovani nella società odierna. Solo attraverso un’azione comune si potrà realmente trasformare il trend dell’abuso farmacologico giovanile, coltivando nel contempo una solida cultura del benessere psicologico.
Un’urgenza di comprensione e sostegno
Quando parliamo di adolescenti e farmaci, tocchiamo un nervo scoperto della società moderna, un punto in cui la fragilità umana si incontra con la facilità di accesso a soluzioni che sembrano immediate ma nascondono insidie profonde. La psicologia cognitiva ci insegna che spesso, dietro l’impulso ad agire, si cela un tentativo di dare un senso o di sfuggire a un dolore.
Approfondendo una nozione più avanzata di psicologia comportamentale, possiamo riflettere sulla “fuga dall’evitamento esperienziale”. Non si tratta solo di evitare situazioni o stimoli esterni sgradevoli, ma di sopprimere o eliminare esperienze interne indesiderate, come pensieri, emozioni o sensazioni fisiche. L’abuso di farmaci è una forma estrema di questo evitamento esperienziale: il farmaco diventa lo strumento per non “sentire”, per non confrontarsi con la propria sofferenza interiore.
Tuttavia, questa strategia, lungi dal risolvere il problema, lo cronicizza, impedendo lo sviluppo di quelle abilità di regolazione emotiva e di coping adattivo che sono fondamentali per una salute mentale robusta. Pensiamo a quanto sia importante permettere ai nostri ragazzi di “sentire” le proprie emozioni, di viverle, e di imparare a gestirle, piuttosto che reprimerle con soluzioni rapide. Incoraggiare un dialogo aperto, promuovere la ricerca di aiuto professionale senza timori e rafforzare le loro capacità di resilienza non è solo un atto di cura, ma una vera e propria strategia di costruzione del benessere, che li accompagnerà per tutta la vita.
- PSICOFARMACI: farmaci utilizzati per trattare disturbi psicologici o psichiatrici.
- COMORBIDITÀ: presenza di due o più disturbi o condizioni patologiche in un paziente.
- CBT: terapia cognitivo-comportamentale.
- Comunicato ufficiale del CNR sui risultati dello studio ESPAD Italia.
- Dettagli del convegno ECM su abuso e falsificazione di farmaci.
- Relazione annuale DCSA 2024 con dati sul fenomeno delle droghe.
- Relazione al Parlamento sull'uso di stupefacenti tra i giovani nel 2023.
- Comunicati stampa del CNR, utile per approfondire la ricerca ESPAD.