- In Europa, oltre 150.000 persone si tolgono la vita ogni anno.
- Incremento del 27% dei comportamenti autolesivi post-Covid-19.
- Circa 1 adolescente su 5 in Europa pratica autolesionismo.
Oggi, 13 settembre 2025, la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio pone l’accento su una realtà allarmante: il suicidio rappresenta la principale causa di morte in Europa tra i giovani dai 15 ai 29 anni, e la seconda in Italia dopo gli incidenti stradali. La Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) lancia un grido d’allarme, sottolineando l’urgenza di riconoscere i segnali di disagio e di investire in interventi precoci e nella costruzione di reti di ascolto.
Un Fenomeno in Crescita: Numeri e Tendenze
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno, a livello globale, oltre 700.000 persone si tolgano la vita, con un tentativo ogni 20 atti conclusivi. In Europa, si superano i 150.000 casi, quasi 400 al giorno, di cui 4.000 solo in Italia. Questi dati, già di per sé sconvolgenti, evidenziano un incremento del 27% dei comportamenti autolesivi e suicidari rispetto al periodo pre-Covid-19. L’autolesionismo, in particolare, colpisce circa 1 adolescente su 5 in Europa, rappresentando una delle cause più frequenti di accesso ai servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA).

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I Campanelli d’Allarme: Autolesionismo e Disturbi dell’Umore
I neuropsichiatri infantili sottolineano l’importanza di non sottovalutare i comportamenti autolesivi negli adolescenti. Sebbene non sempre collegati a un rischio suicidario immediato, questi gesti possono aumentare significativamente la probabilità di un tentativo, soprattutto se gravi, ripetuti e prolungati nel tempo. È cruciale riconoscere la stretta connessione tra l’autolesionismo e le alterazioni dell’umore, specialmente la depressione, che sono spesso il fondamento di pensieri e tentativi suicidi.
Un concetto importante da distinguere è quello di parasuicidalità, ovvero comportamenti autolesivi intenzionali privi di una reale volontà di morire, nei quali l’esito letale è accidentale. Le forme più comuni includono tagli, ustioni ed escoriazioni, spesso ripetitive.
L’Adolescenza: Un Periodo di Vulnerabilità
L’adolescenza è una fase di profondi cambiamenti neurobiologici che influenzano il controllo degli impulsi e la regolazione emotiva. La sezione cerebrale del sistema limbico, che gestisce le emozioni e la ricerca di gratificazioni immediate, si sviluppa prima delle aree corticali prefrontali, responsabili del controllo cognitivo. Questo divario rende i giovani più vulnerabili a condotte impulsive e rischiose.
Inoltre, la maggiore plasticità neurale in questa fase evolutiva rende gli adolescenti particolarmente recettivi alle influenze esterne, sia ambientali che sociali, aumentando ulteriormente la probabilità di manifestare condotte suicidarie. *L’impulsività emerge come un fattore determinante nel comportamento suicidario giovanile, mostrando una forte relazione tra questa tendenza e gli effettivi tentativi di porre fine alla propria vita.
Oltre la Diagnosi Psichiatrica: la Perdita di Speranza
È importante sottolineare che il rischio di comportamenti suicidari è riscontrabile in diverse patologie psichiatriche, dalla depressione ai disturbi bipolari, ai disturbi di personalità e d’ansia. Non di rado, tuttavia, si incontrano adolescenti che, pur non mostrando evidenti diagnosi psichiatriche, stanno attraversando una crisi evolutiva profonda, generatrice di un’insopportabile sofferenza interiore.
Questa totale assenza di fiducia in un avvenire migliore, il “sentimento di assenza di speranza” inteso come perdita della convinzione di poter risolvere i problemi, e l’adozione di una strategia di coping evitante, costituiscono elementi cruciali che contribuiscono al suicidio in adolescenza. Negli anni recenti, si è assistito a una notevole anticipazione di tali condotte, con i primi episodi di autolesionismo e/o pensieri negativi che possono manifestarsi già in preadolescenza.
Costruire un Futuro di Speranza: Prevenzione e Intervento
La prevenzione del suicidio è possibile e necessaria; essa richiede azioni fondate scientificamente, implementate su molteplici livelli: dal singolo individuo e dalla sua cerchia familiare, estendendosi alla comunità, in particolare agli ambienti scolastici e sociali, fino ad arrivare a strategie politiche nazionali. È imprescindibile potenziare i servizi territoriali e ospedalieri di Neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza, da troppo tempo carenti in termini di organico, risorse e strutture adeguate.
Promuovere un senso di radicamento e valore nella vita dei giovani implica offrire supporto concreto alle famiglie, investire nel sistema scolastico e implementare politiche di sostegno che includano anche l’ambiente digitale.*
Un Appello alla Responsabilità Collettiva: Non Lasciare Nessuno Indietro
Dietro ogni adolescente che si sente senza alternative, dietro ogni giovane che contempla l’idea di porre fine alla propria vita o si percepisce come un fardello, si cela una domanda inespressa, un desiderio profondo di essere riconosciuto e ascoltato. Rispondere a questa richiesta è la nostra responsabilità più grande. La prevenzione non è solo un compito dei servizi sanitari, ma una responsabilità condivisa che coinvolge famiglie, scuole, istituzioni e l’intera società.
Conclusione: Ricostruire la Speranza, Un Passo alla Volta
La sfida che ci troviamo ad affrontare è complessa e richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutti gli attori coinvolti. Non possiamo permetterci di ignorare il grido silenzioso di tanti giovani che si sentono soli e disperati. Dobbiamo agire subito, investendo nella prevenzione, nell’ascolto e nel sostegno, per ricostruire la speranza e offrire un futuro migliore alle nuove generazioni.
Amici lettori, riflettiamo un attimo. La psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Un pensiero negativo persistente, come la sensazione di essere un peso o di non avere alternative, può alimentare un circolo vizioso di disperazione.
Ma c’è una buona notizia: possiamo imparare a modificare i nostri schemi di pensiero. La psicologia comportamentale ci offre strumenti concreti per farlo, come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che aiuta a identificare e a sfidare i pensieri negativi, sostituendoli con pensieri più realistici e positivi.
Un concetto avanzato, ma fondamentale, è quello della resilienza. La resilienza è la capacità di superare le avversità, di rialzarsi dopo una caduta. Non è una caratteristica innata, ma una competenza che si può sviluppare. Coltivare la resilienza significa imparare a gestire lo stress, a chiedere aiuto quando necessario, a trovare significato e scopo nella vita. Ricordiamoci che non siamo soli. Parlare dei nostri problemi, cercare un sostegno professionale, coltivare relazioni significative: sono tutti passi importanti per proteggere la nostra salute mentale e per costruire un futuro di speranza.
- Comunicato stampa SINPIA su prevenzione del suicidio e autolesionismo adolescenziale.
- Dati e statistiche sui suicidi pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità.
- Comunicato stampa SINPIA sui dati di autolesionismo e suicidio adolescenziale.
- Pagina dell'OMS sul suicidio: dati globali, prevenzione, fattori di rischio.