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Psychofarmaca: Why Ornella Vanoni Urges Continued Use?

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  • Ornella Vanoni assume psicofarmaci da 30 anni contro la depressione.
  • Il 75% delle persone con disturbi mentali non riceve cure.
  • Il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni.

La recente confessione di Ornella Vanoni sull’uso trentennale di psicofarmaci per affrontare la depressione ha riacceso i riflettori su un tema di cruciale importanza: la salute mentale, in particolare quando tocca figure pubbliche. A quasi 90 anni, l’artista non ha esitato a parlare apertamente della sua lotta, sottolineando “Da 30 anni prendo psicofarmaci per la depressione” e mettendo in guardia contro la sospensione della cura: “Guai a sospendere gli psicofarmaci, non fate come me”, un riferimento a una passata interruzione del trattamento. Questa trasparenza in un personaggio noto per la sua schiettezza e la sua lunga carriera musicale e artistica offre uno spunto di riflessione sul peso psicologico dell’esposizione mediatica e sulle sfide che possono accompagnare una vita sotto i riflettori.

La depressione è una condizione complessa, e il fatto che una personalità così amata e apparentemente forte ne abbia sofferto per decenni evidenzia come i disturbi mentali possano toccare chiunque, indipendentemente dal successo o dallo status sociale. La sua dichiarazione non si limita a una semplice ammissione, ma si trasforma in un consiglio, quasi un monito a coloro che potrebbero trovarsi in situazioni simili a proseguire con le terapie prescritte. Questo aspetto rende la sua testimonianza particolarmente potente, capace di raggiungere e possivelmente influenzare un vasto pubblico.

La discussione sulla salute mentale è ancora oggi gravata da un considerevole stigma, e le parole di una figura di spicco come la Vanoni contribuiscono a scardinare tabù e a incoraggiare una maggiore apertura e comprensione verso chi soffre di disagi psichici. La sua esperienza personale, condivisa senza filtri, apre un varco nel muro di silenzio che spesso circonda questi argomenti.

Ornella Vanoni: “Grazie agli psicofarmaci, non più. Gli psicofarmaci bisogna continuare a prenderli se uno è portato alla depressione, perché ti proteggono.”

Libro Consigliato: Titolo: Vincente o perdente Autore: Ornella Vanoni & Pacifico Casa Editrice: La nave di Teseo Anno: 2022

Stigma, politica e percezione sociale della salute mentale

La dichiarazione di Ornella Vanoni, associata a una “stoccata” alla sinistra riportata da alcuni media, introduce un altro elemento di complessità nel dibattito: l’incrocio tra salute mentale e orientamento politico. Sebbene gli articoli disponibili non forniscano dettagli specifici sulla natura della critica politica della Vanoni, il semplice accostamento dei due temi in contesti giornalistici suggerisce una potenziale correlazione tra opinioni politiche e percezione della salute mentale.

Gli studi psicologici e sociologici sullo stigma offrono un quadro per analizzare questa possibile interazione. Il concetto di stigma, originariamente legato a marchi fisici nell’antica Grecia per identificare individui socialmente inferiori, si è evoluto per includere pregiudizi e atteggiamenti negativi verso persone percepite come “diverse” o devianti dalle norme sociali. Questo stigma può manifestarsi in diverse forme: stigma pubblico, auto-stigma (l’interiorizzazione dei pregiudizi sociali) e stigma strutturale (politiche e norme che discriminano). La Fondazione Veronesi evidenzia che lo stigma è intriso di storie passate, segnato da fedi religiose e superstizioni, il quale determina una notevole incidenza nella quotidianità degli individui. A tal proposito, è allarmante osservare come attualmente circa il 75% delle persone affette da disturbi mentali rimanga privo di adeguati trattamenti medici; questa situazione risulta spesso attribuibile alla presenza dello stigma stesso. [Fondazione Veronesi].

Studi Recenti sullo Stigma: – In Italia, il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 14 anni. – Lo stigma è un fattore che impedisce l’accesso alle cure.

La percezione che la politica abbia un ruolo nell’affrontare o, al contrario, perpetuare lo stigma rientra nel concetto di stigma strutturale, evidenziando come le decisioni e le posizioni politiche possano avere un impatto concreto sulla vita delle persone affette da disturbi mentali. Nonostante gli articoli non approfondiscano il collegamento specifico tra orientamento politico e stigma in Italia, la riflessione sulla “stoccata” della Vanoni suggerisce che il tema sia presente nel dibattito pubblico e meriti ulteriore indagine.

Cosa ne pensi?
  • Ornella Vanoni ha fatto bene a parlare apertamente... 👍...
  • Sono contrario all'uso indiscriminato di psicofarmaci... 👎...
  • E se la vera forza fosse accettare la fragilità... 🤔...

Le ripercussioni dello stigma sulla vita quotidiana

Lo stigma associato alla salute mentale provoca effetti deleteri che vanno ben oltre il solo ambito psichico; infatti abbraccia anche dimensioni pratiche e sociali nella vita quotidiana degli individui coinvolti. Un aspetto critico da considerare è la sua profonda connessione con i sintomi d’ansia e depressione, dato che vivere esperienze discriminative o temere un rifiuto sociale infligge fortemente stress emotivo. Tale costante pressione contribuisce sensibilmente a deteriorare non solo il benessere mentale, ma anche la soddisfazione generale esistenziale delle persone afflitte da problematiche relative alla loro salute psichica.

Individui oggetto dello stigma tendono ad acquisire visioni negative su se stessi, assimilando i pregiudizi socialmente imposti; questa dinamica prende nome di auto-stigma. L’influenza autodistruttiva comporta inevitabilmente un abbattimento dell’autoefficacia personale assieme all’autostima stessa, alimentando così il rischio depressivo in un ciclo infelice ed esasperante per il disagio psicologico vissuto. Studi hanno evidenziato come la consonanza con stereotipi negativi incida notevolmente sulla valutazione personale, evidenziando pertanto la necessità urgente di intraprendere strategie efficaci dirette al superamento dell’auto-stigma presente nel contesto sociale attuale.

Tipo di Stigma Descrizione
Stigma Pubblico Pregiudizi e atteggiamenti negativi della società
Auto-Stigma Interiorizzazione dei pregiudizi sociali
Stigma Strutturale Politiche e norme che discriminano

Oltre all’impatto psicologico, lo stigma ha ricadute significative sulle relazioni interpersonali e sociali. Il timore di essere giudicati negativamente o rifiutati porta spesso all’isolamento sociale. Persone con sintomi depressivi, ad esempio, tendono a evitare le interazioni sociali a causa dello stigma percepito, aumentando il senso di solitudine e deteriorando la qualità delle loro relazioni, specialmente in fasce d’età cruciali come l’adolescenza. Questo isolamento non solo peggiora il benessere psicologico, ma limita anche le opportunità di costruire legami significativi e di ricevere supporto sociale, un fattore protettivo fondamentale contro gli effetti negativi dello stigma. Il contesto lavorativo è altresì afflitto da tali problematiche. La paura del giudizio negativo, in relazione alle proprie fragilità riguardanti la salute mentale, costringe molti individui a isolarsi socialmente anche nell’ambiente professionale. Questo comportamento non solo danneggia le relazioni interpersonali nel lavoro, ma limita altresì le possibilità di sviluppo e sostegno, sia nella sfera lavorativa che personale. Inoltre, lo stigma alimenta un profondo senso di alienazione che accentua ulteriormente l’isolamento degli individui in questa dimensione vitale della loro esistenza.

Superare le barriere: strategie per combattere lo stigma e promuovere l’inclusione

La diminuzione dei fenomeni di stigmatizzazione deve rappresentare uno degli obiettivi principali da perseguire mediante strategie articolate su vari livelli. La mancanza di una risposta unica rende necessaria l’adozione simultanea di misure sia sul piano individuale che su quello collettivo. A livello personale, pratiche orientate al self empowerment insieme al supporto psicologico, avvalendosi anche della disponibilità della terapia online, si rivelano strumenti efficaci per assistere gli individui nel fronteggiare e ridurre il peso dell’auto-stigma.

Fortificare la stima in se stessi ed avere consapevolezza del proprio valore risultano essere elementi essenziali per sviluppare resilienza contro lo stigma subito. Parallelamente risulta cruciale attuare iniziative sociali orientate all’educazione e alla sensibilizzazione pubblica. Cambiare i giudizi e i pregiudizi associati alle persone con problemi mentali rappresenta uno step imprescindibile per costruire una comunità più accogliente e inclusiva. In questo contesto, programmi educativi rivolti agli studenti possono fare da catalizzatore per modifiche sostanziali delle loro visioni riguardo ai compagni che vivono tali sfide psichiche.

Non meno rilevanti sono le strategie di contatto, che prevedono l’interazione diretta tra persone con e senza esperienze di disturbi mentali. La condivisione di esperienze e la conoscenza reciproca possono contribuire a smantellare stereotipi e pregiudizi. Anche il ruolo dei media è cruciale nella lotta allo stigma. Le piattaforme online e i social media offrono uno spazio prezioso per la condivisione di esperienze personali, permettendo a individui con disturbi psicologici di dare voce alle proprie storie e di influenzare l’opinione pubblica, sfidando le narrazioni negative.

Interventi Efficaci di Sensibilizzazione: – Programmi educativi nelle scuole – Strategie di contatto tra persone stigmatizzate e non – Campagne sui social media per la condivisione di esperienze

Infine, le politiche sociali hanno un impatto diretto e fondamentale nel contrastare lo stigma strutturale. Normative che promuovono l’accesso equo alle cure, all’educazione, al lavoro e all’alloggio per le persone con disturbi mentali sono essenziali per garantire pari opportunità e ridurre le disuguaglianze. La collaborazione tra istituzioni, professionisti della salute, associazioni di pazienti e la società civile è indispensabile per creare un cambiamento culturale duraturo che porti a una reale inclusione e a una maggiore comprensione della salute mentale come parte integrante del benessere umano.

Capita a tutti, prima o poi, di sentirsi “diversi” in qualche modo. A volte questa sensazione è fugace, altre volte, soprattutto se si affrontano delle fragilità interiori, può diventare un peso opprimente, alimentato dal giudizio altrui o semplicemente dalla paura di esso. È come se la società avesse dei binari prestabiliti, e chi si discosta, anche solo impercettibilmente, rischia di deragliare, di sentirsi messo all’angolo. Un concetto fondamentale in psicologia cognitiva è il bias di conferma: la tendenza a cercare, interpretare e ricordare informazioni che confermano le proprie credenze. La questione dello stigma può manifestarsi con grande intensità; nel caso in cui nutra pregiudizi verso coloro che affrontano l’ansia, sarà naturalmente predisposto ad osservare esclusivamente i comportamenti che avvalorano le mie convinzioni, trascurando qualsiasi altro aspetto della loro condizione.

Analizzando il fenomeno in maggiore dettaglio, la teoria dell’attribuzione, rilevante nell’ambito della psicologia comportamentale, illustra il nostro impulso a formulare interpretazioni riguardo all’operato altrui. Quando ci troviamo davanti a individui afflitti da disturbi mentali e osserviamo i loro segnali distintivi, possiamo inclinarci verso una spiegazione d’origine interna—attribuendo responsabilità direttamente alla persona stessa (convinzioni quali “è fragile” o “non ha volontà”)—anziché considerare possibili elementi esterni fuori dal suo dominio (come eventi traumatici o inclinazioni biologiche). Tale propensione all’attribuzione interna rappresenta frequentemente uno dei cardini fondanti dello stigma.

Conclusioni: Oltre il pregiudizio

Quindi, la prossima volta che ci troviamo di fronte a qualcuno che sembra avere delle difficoltà, magari legate alla sua salute mentale, fermiamoci un attimo. Proviamo a mettere da parte i nostri automatismi mentali, a riconoscere i nostri bias, e a fare uno sforzo consapevole per cercare di capire, per vedere la persona al di là dell’etichetta. Non si tratta di giustificare, ma di comprendere. E in questo processo di comprensione reciproca, forse, possiamo iniziare a costruire un mondo dove la “diversità”, in tutte le sue forme, non sia più una macchia da nascondere, ma semplicemente una delle tante sfumature della ricca e complessa esperienza umana.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

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