Incidenti agricoli: come proteggere la salute mentale degli agricoltori?

Il tragico incidente a San Damiano d’Asti: cronaca di un evento che scuote la comunità rurale

Il drammatico sinistro avvenuto a San Damiano d’Asti: resoconto di una circostanza che turba l’animo della popolazione agricola

Nelle campagne di San Damiano d’Asti, un grave incidente agricolo ha nuovamente puntato i riflettori sulle criticità legate alla sicurezza nel settore primario. Ieri, 19 giugno, un uomo di 61 anni è rimasto gravemente ferito in seguito al ribaltamento del trattore che stava manovrando. L’episodio, avvenuto in un appezzamento agricolo nella borgata Torrazzo, ha richiesto l’intervento immediato dei soccorsi e ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità dei lavoratori agricoli di fronte ai rischi professionali. Le circostanze precise che hanno portato al ribaltamento del mezzo sono ancora oggetto di indagine, ma l’accaduto evidenzia come anche operazioni routinarie possano nascondere insidie mortali o causare traumi severi. La dinamica dei fatti suggerisce che un’errata valutazione del terreno, un malfunzionamento del mezzo o un errore umano possano aver contribuito al sinistro.

La gravità delle condizioni del ferito rispecchia una situazione preoccupante alla quale si è sommato l’andamento degli incidenti in agricoltura. Le più recenti analisi condotte dall’Osservatorio ASAPS indicano che, nel corso del 2023, si sono registrati circa 150 decessi legati a incidenti agricoli. Questo dato segna un preoccupante aumento nelle statistiche riguardanti la mortalità in ambito agricolo. La ragione principale di tali eventi letali è attribuibile ai ribaltamenti dei mezzi agricoli, i quali si configurano come la causa predominante di fatalità all’interno di questo ambito professionale. [ASAPS]

Il signor [NOME DEL FERITO], rimasto schiacciato sotto il trattore, ha riportato lesioni multiple e complesse, tra cui gravi traumi al cranio, al torace e alla parte destra del corpo. L’immediata reazione da parte degli operatori sanitari, guidati dalla Centrale Operativa del 118 di Alessandria, ha rivestito un’importanza fondamentale. Un’unità medica avanzata con personale infermieristico qualificato si è precipitata sul luogo dell’accaduto insieme all’elisoccorso fornito da Azienda Zero e a un’ambulanza standard proveniente da Cuneo. Contestualmente, le squadre dei Vigili del Fuoco hanno provveduto alla messa in sicurezza sia dell’area circostante che del veicolo pesante coinvolto nell’incidente; nel frattempo, i Carabinieri hanno iniziato ad effettuare i rilievi necessari per appurare la precisa dinamica dei fatti.

Attualmente, la prognosi rimane riservata, indicativa della gravità dello stato clinico e delle condizioni critiche esistenti. È importante notare che tale evento non costituisce una rarità nel panorama agricolo italiano: infatti, solo undici mesi orsono a San Damiano d’Asti si era verificato un sinistro simile dove una vettura aveva impattato contro il retrotreno di un trattore provocandone così il ribaltamento; tragicamente questa collisione portò al decesso dell’autista che gestiva l’attività agricola nella località conosciuta come San Grato. Nella circostanza specifica, la persona deceduta trasportava una balla di fieno utilizzando il caricatore frontale collegato al suo mezzo agricolo. La ricorrenza di episodi simili, coinvolgenti agricoltori con una consolidata esperienza mentre sono intenti nelle loro consuete operazioni quotidiane, pone domande pressanti riguardo alle strategie preventive nonché alla formazione sulla sicurezza specifica pertinente al campo agricolo. Questo settore è caratterizzato da peculiarità e sfide intrinseche correlate all’impiego di attrezzature pesanti, inserite in ambienti la cui variabilità può rivelarsi insidiosa.

L’ombra del trauma psicologico sull’Agricoltura: isolamento, stress e vulnerabilità

Oltre alle ferite fisiche immediatamente visibili, incidenti simili a quello avvenuto a San Damiano d’Asti generano conseguenze devastanti per la salute mentale degli agricoltori; questo argomento continua purtroppo a essere trascurato ed è frequentemente visto come un tabù all’interno della realtà rurale italiana. L’agricoltura è spesso romanticizzata come un modo per tornare alla natura e sperimentare stili di vita più salutari; tuttavia essa cela numerosi fattori psicosociali in grado di compromettere seriamente l’equilibrio psicologico dei lavoratori del settore.

Studi vari hanno evidenziato che la percentuale di suicidi tra gli agricoltori potrebbe superare addirittura del 40% quella registrata in altri ambiti professionali. Un’analisi recente condotta dal team dedicato alla salute mentale nell’ambito agricolo ha messo in luce che all’incirca il 23,4% degli agricoltori consultati aveva pensieri suicidi nelle due settimane antecedenti l’indagine. [Ricerche Salute Mentale].

L’isolamento è uno dei fattori più significativi. L’attività agricola si svolge spesso in contesti geografici remoti o dispersi, limitando le interazioni sociali quotidiane e creando un senso di solitudine. Questa mancanza di supporto sociale e di confronto può amplificare lo stress e rendere più difficile la gestione delle difficoltà. Le pressioni economiche rappresentano un altro elemento cruciale di vulnerabilità. Le incertezze di mercato, la volatilità dei prezzi, l’aumento dei costi di produzione e i cambiamenti climatici con i loro imprevedibili impatti sulle colture e sull’allevamento, creano un carico di stress finanziario costante.

Dati inquietanti confermano la gravità della situazione. Tra il 2012 e il 2017, si sono registrati 559 suicidi tra lavoratori agricoli in Italia, un numero che presumibilmente rappresenta solo la punta dell’iceberg di un disagio molto più diffuso. Gli incidenti sul lavoro, in questo quadro, agiscono come potenti fattori scatenanti o aggravanti di preesistenti condizioni di disagio psicologico.

Sopravvivere a un evento traumatico, come il ribaltamento di un trattore o un altro tipo di infortunio grave, può innescare risposte complesse a livello psicologico. Lo “stress traumatico”, come definito nel campo della psicotraumatologia, non si limita solo all’episodio acuto, ma riguarda l’esperienza soggettiva dell’evento, la sua elaborazione e le sue conseguenze a lungo termine.

La resilienza rurale e le strategie di supporto nel settore primario

Nonostante le sfide e le vulnerabilità intrinseche al settore, le comunità rurali e gli agricoltori dimostrano una notevole capacità di resilienza. Affrontare quotidianamente le forze della natura, lavorare sodo e superare ostacoli imprevisti fa parte del loro ethos. Tuttavia, questa resilienza “innata” non è sempre sufficiente a proteggere dalla gravità di un trauma o dalla pressione cronica dello stress.

È fondamentale affiancare a questa forza interiore strategie di supporto strutturate e accessibili. Le iniziative volte a migliorare la salute mentale in agricoltura devono tenere conto delle specificità culturali e ambientali di questo settore. Sono necessari approcci che riconoscano l’importanza delle relazioni comunitarie, il legame profondo con la terra e gli animali, e le dinamiche familiari spesso complesse all’interno delle aziende agricole. Un focus particolare dovrebbe essere posto sulla prevenzione. Informare gli agricoltori sui rischi psicosociali, sdoganare il tema della salute mentale e promuovere una cultura del benessere sono passi essenziali. Le iniziative potrebbero realizzarsi tramite specifiche campagne informative, momenti formativi dedicati e creando opportunità per il dialogo in contesti informali.

In questo ambito, la preparazione relativa alla safety sul lavoro si rivela essenziale non solo per evitare eventi che possano provocare danni fisici o disagio mentale, ma anche per favorire un’impressione più solida riguardo al controllo personale nel proprio operato. È fondamentale agevolare l’accessibilità ai servizi psicologici: spesso i professionisti del settore si trovano a grande distanza dalle aree rurali, mentre il pregiudizio connesso all’espressione della necessità d’aiuto crea difficoltà notevoli da superare.

La consapevolezza e il cammino verso un futuro più supportato

L’incidente occorso a San Damiano d’Asti serve da potente richiamo alla consapevolezza riguardo ai molteplici rischi associati al settore agricolo; benché indispensabile alla nostra comunità nel suo insieme, è vitale riconoscere che i pericoli trascendono le sole sfide fisiche del lavoro nei campi. Questo tragico evento sollecita una riflessione profonda sul versante umano, spesso non considerato, di chi si dedica all’agricoltura.

In ambito di psicologia cognitiva viene esaminato il modo in cui gli individui assimilano eventi vissuti: quelli caratterizzati da forti elementi negativi o ansiogeni tendono a incidere profondamente nella sfera psichica. Un episodio traumatico – quale potrebbe essere un incidente serio – ha il potere di ostacolare questo meccanismo di rielaborazione psichica ed incardinare nella memoria della persona immagini difficili da affrontare ed evocabili senza preavviso.

Ulteriormente approfondendo nell’ambito della neurobiologia dei traumi complessi, emerge chiaramente quali effetti deleteri possano derivare dall’accumulo continuo di situazioni estenuanti sulla funzionalità cerebrale: ciò determina modifiche nelle risposte agli stimoli stressogeni, oltre a influenzare i processi emotivi. Nella dimensione rurale, qualsiasi trauma repentino ascrivibile a incidenti trova complicata sinergia con variabili croniche dello stato d’animo, inclusa l’incertezza finanziaria oppure condizioni isolative; tale commistione trae origine dai diversi tipi di trame esperienziali, rendendo ulteriormente gravosa ogni conseguenza derivata dalle medesime.

La resilienza non deve essere data per scontata, ma coltivata attraverso azioni concrete che proteggano la salute fisica e mentale di coloro che lavorano ogni giorno per garantire il nostro approvvigionamento alimentare.