- MNESYS investe 115 milioni di euro per la ricerca neurologica a Genova.
- Coinvolge oltre 90 entità e 800 studiosi in sette aree di ricerca.
- Masterclass del 18 giugno 2025 per formare nuovi ricercatori.
Il risveglio del gigante neurologico: MNESYS e l’alba della ricerca a Genova
In una cornice dinamica quale quella della scienza italiana contemporanea emerge con vigore il programma MNESYS, una straordinaria iniziativa dedicata alla riprogettazione dei confini delle neuroscienze e neurofarmacologia. Con Genova come cuore pulsante dell’iniziativa stessa—che rappresenta l’espansione più considerevole in Europa in questo settore—la rete si configura come punto focale per uno sforzo collettivo mirato a rivelare gli intricati enigmi del sistema nervoso. Avvalendosi d’un investimento pari a circa 115 milioni di euro, proveniente dai finanziamenti offerti dal PNRR, MNESYS ha l’intenzione dichiarata d’affrontare problematiche critiche legate alle malattie neurologiche: dal morbo devastante dell’Alzheimer e Parkinson agli strascichi post-ictus fino ad arrivare ai disturbi mentali complessi.
Non soltanto parte integrante dell’iniziativa è l’Università di Genova; piuttosto ne costituisce il nucleo centrale facendo ascendere la città al rango di capitale europea della ricerca sul cervello. La piattaforma risultante da tale aggregazione non rappresenta semplicemente una riunione fortuita d’intelletti brillanti; essa manifesta infatti la creazione d’un autentico ecosistema investigativo che coinvolge oltre novanta entità, includendo università rinomate, eccellenti istituti pubblici per la salute (IRCCS) insieme ad aziende private innovative. Circa 800 studiosi, con la loro inesauribile sete di conoscenza, si dedicano a sette macro-aree di intervento, denominate “Spoke”, ognuna focalizzata su aspetti specifici e cruciali delle neuroscienze. Questi spazi di ricerca abbracciano un ventaglio di tematiche che vanno dallo sviluppo neurologico e la cognizione sociale alla plasticità neuronale e la connettività, dall’omeostasi neuronale e l’interazione cervello-ambiente alla percezione e l’interazione corpo-mente. Non meno importanti sono le linee di ricerca dedicate all’umore e alle psicosi, alla neurodegenerazione, ai traumi e agli ictus, e infine alla neuroimmunologia e neuroinfiammazione.
Dall’atomo al cervello digitale: la rivoluzione dei biomarcatori e dei gemelli virtuali
Il progetto MNESYS rappresenta un vero e proprio balzo in avanti, smantellando le barriere tra le discipline e forgiando un nuovo paradigma nella ricerca. L’approccio integrato si manifesta nella scoperta di biomarcatori, strumenti essenziali per l’identificazione precoce di malattie come Alzheimer e Parkinson. Questi biomarcatori non solo permettono una diagnosi tempestiva, ma sono anche in grado di prevedere la risposta individuale alle terapie, aprendo la strada a interventi più efficaci e mirati. Immaginate un futuro in cui la prognosi non sia più un pronostico incerto, ma una mappa personalizzata verso la guarigione.
Un’altra frontiera esplorata è la creazione di organoidi cerebrali, minuscoli “mini-cervelli” coltivati in laboratorio a partire da cellule staminali. Questi modelli realistici rappresentano un laboratorio in miniatura per testare nuove terapie con una precisione finora inimmaginabile, riducendo la necessità di sperimentazioni su organismi viventi e accelerando i tempi di sviluppo dei farmaci. È un ponte tra la biologia cellulare e la farmacologia che promette di rivoluzionare il processo di scoperta, rendendolo più etico ed efficiente.

Ma l’apice dell’innovazione risiede negli studi volti alla creazione di un “gemello digitale” del cervello. Questo modello computazionale, alimentato da una mole di dati sbalorditiva – dal DNA e RNA, alle molecole e cellule studiate in vitro o in vivo, fino alle immagini avanzate e ai dati delle scienze “omiche” – si propone di simulare il funzionamento del cervello sia in condizioni fisiologiche che patologiche. L’obiettivo è duplice: da un lato, approfondire la comprensione di questo “enigma biologico”, un agglomerato di miliardi di neuroni e trilioni di connessioni che danno origine a pensiero, emozione e movimento; dall’altro, prevedere il decorso delle malattie neurologiche e la risposta ai farmaci con una precisione chirurgica.

Genova, crocevia dell’eccellenza e dell’innovazione tecnologica
La singolarità geografica e scientifica di Genova si manifesta pienamente nel progetto MNESYS. La città, già celebre per le sue eccellenze nell’High Performance Computing, mette a disposizione le sue infrastrutture all’avanguardia, come i supercomputer di Leonardo e dell’IIT. Questi giganti del calcolo sono essenziali per elaborare in tempi rapidissimi la mole spropositata di dati complessi generati dalla ricerca neuroscientifica. La capacità di Genova di ospitare tale complessità tecnologica è un fattore determinante per il successo del progetto, confermando la sua candidatura a sede di una “gigafactory” sull’intelligenza artificiale.
La presenza di MNESYS a Genova non è casuale, ma il risultato di un lungimirante impegno, come quello del rettore Federico Delfino, che ha strenuamente “lottato” per garantire all’Università di Genova la leadership di questa impresa nazionale. Il partenariato, inizialmente composto da istituzioni accademiche e di ricerca, ha saputo attrarre sin da subito anche il mondo dell’industria, con la partecipazione di realtà come Dompè Farmaceutica e ASG Superconductors. Questa integrazione tra scienza e impresa è un pilastro fondamentale, non solo per generare valore scientifico e nuove cure, ma anche per favorire il trasferimento tecnologico e creare un circolo virtuoso di sviluppo economico. I ricercatori ne hanno già beneficiato, con assunzioni e proroghe contrattuali che testimoniano la vitalità del progetto.
L’impiego dei supercomputer ha già dato i suoi frutti nell’identificazione computazionale di potenziali bersagli farmacologici, nello screening virtuale di database di molecole candidate e nell’ottimizzazione e previsione della tossicità dei composti. Questo approccio basato sulla computational drug discovery non solo riduce significativamente scala, tempo e costi della scoperta farmacologica, ma introduce anche un livello di previsione e controllo che trasforma un processo storicamente empirico in una scienza di precisione.
Il futuro della mente: sfide e opportunità nella salute mentale
Il consorzio MNESYS non si limita a condurre ricerche sul cervello; piuttosto, disegna il panorama del domani in materia di salute mentale. La fusione tra dati computazionali avanzati, realizzazioni in sistemi immersivi, ed esplorazioni attraverso il neuroimaging stretto alla prassi clinica costituirà un catalizzatore per innovazioni senza precedenti nel campo della diagnosi, dell’intervento terapeutico e delle misure preventive relative ai disturbi psichici. Pensate a programmi terapeutici confezionati su misura in base al profilo neurobiologico singolare degli utenti o attività preventive fondate su previsioni sofisticate che possono prevenire l’esplosione dei disturbi. Tale prospettiva offre chance meravigliose ai malati, presentando loro tanto un aumento nella qualità esistenziale quanto un potenziale percorso verso recupero durevole rispetto a problemi frequentemente definiti come cronici.
Eppure, con tale ascesa tecnologica si affacciano domande eticamente impegnative ed implicazioni sociali notevoli. Riflessioni accurate sull’uso delle tecnologie neuronali più sofisticate devono tenere conto delle fragilità relative alla riservatezza delle informazioni cerebrali, nonché sulla responsabilizzazione legata agli algoritmi coinvolti nei processi diagnostici o terapeutici. Collocando finalmente attenzione sugli aspetti cruciali circa quanto possa essere giusta questa accessibilità rispetto alle suddette cure innovative. La creazione di un “cervello digitale” solleva interrogativi fondamentali sulla natura stessa dell’identità e della coscienza. Sarà fondamentale che il progresso scientifico sia accompagnato da un dialogo etico robusto e inclusivo, che coinvolga filosofi, sociologi, bioeticisti e la società civile, per garantire che queste innovazioni servano il bene comune e non generino nuove forme di disuguaglianza o discriminazione.
MNESYS rappresenta un modello di ciò che è possibile quando la ricerca scientifica è guidata da una visione progressista e da un impegno radicale per il cambiamento. Le previsioni riguardo alla mortalità per cancro, ad esempio, che è fino all’86% più alta nei pazienti con disturbi psichici – dati identificati attraverso ricerche che, seppur non direttamente connesse a MNESYS, dimostrano l’interconnessione tra salute mentale e fisica – sottolineano l’urgenza di un approccio olistico. La ricerca di MNESYS, includendo gli studi sul neurosviluppo e la cognizione sociale, si spinge oltre la fisiologia cerebrale per abbracciare l’ampio spettro delle interazioni mente-ambiente, riconoscendo che la salute mentale è il risultato di un delicato equilibrio tra fattori biologici, psicologici e sociali. È una Promessa, una Risonanza, un Manifesto per ciò che possiamo diventare quando osiamo pensare oltre i confini del noto.
Il cervello umano, un organo di straordinaria complessità, è sede non solo delle nostre funzioni cognitive e comportamentali più basilari, ma anche della nostra identità più profonda, delle nostre emozioni e dei nostri traumi. La psicologia cognitiva ci insegna che il modo in cui percepiamo, immagazziniamo e recuperiamo le informazioni influenza direttamente la nostra salute mentale. Un trauma, ad esempio, può alterare questi processi attraverso meccanismi di consolidamento della memoria e di reattività emotiva, portando a disturbi come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). La medicina correlata alla salute mentale, attraverso l’approccio di MNESYS, cerca di svelare i substrati neurali di queste disfunzioni, offrendo la speranza di interventi non solo sintomatici, ma causali.
Nuovi biomarcatori e trattamenti innovativi
Recentemente, è stato scoperto che un test basato sul microbiota intestinale può essere utilizzato per diagnosi precoci di malattia di Alzheimer, mostrando la relazione tra disbiosi e aumento del rischio di sviluppare patologie neurodegenerative. Inoltre, l’uso di tecnologie di intelligenza artificiale ha portato allo sviluppo di biomarcatori vocali per il Parkinson, creando opportunità significative per diagnosi precoci.
Glossario
- Biomarcatori: Sostanze biologiche misurabili nel corpo che indicano lo stato di una malattia.
- Microbiota: Rappresenta l’insieme dei microorganismi insediati nel nostro apparato intestinale.
- Neuroimmagini: Strumenti diagnostici che consentono la visualizzazione del cervello e delle sue funzioni, tra cui spicca la risonanza magnetica (MRI).
- Intelligenza Artificiale (IA): Soluzioni tecnologiche in grado di emulare comportamenti tipici dell’intelligenza umana.
- Neurofeedback: Metodo impiegato per addestrare gli individui a regolare le proprie onde cerebrali.