E-Mail: [email protected]
- Aperto il 20 ottobre 2023, sportello d'ascolto in via Panfilo Castaldi 28.
- Studio su The Lancet: 57 articoli legano stigma e salute mentale.
- Nel 2020, il 7,7% si identifica con genere diverso alla nascita.
Nel tessuto urbano di Roma, in particolare nel dodicesimo municipio, si registra un passo significativo verso il potenziamento del supporto psicologico e sociale per la comunità LGBTQIA+. L’apertura di un nuovo sportello di ascolto e accoglienza, avvenuta il 20 ottobre 2023, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per le persone che quotidianamente affrontano sfide legate alla propria identità di genere e orientamento sessuale. Situato in via Panfilo Castaldi 28, presso la sede del municipio, questo servizio ambisce a essere un faro di sostegno immediato, specialmente in situazioni di emergenza.
La facilità di accesso è un elemento cruciale: non è richiesta la prenotazione di un appuntamento, rendendo il servizio disponibile in modo più immediato e flessibile. Gli orari di apertura sono strutturati per coprire diverse fasce della settimana: il lunedì dalle 10:00 alle 13:00, il martedi dalle 10:00 alle 16:00 e il giovedi dalle 14:00 alle 17:00. Questo sportello si inserisce all’interno di una rete più ampia di servizi sociali dedicati alla salute mentale e al supporto per le comunità vulnerabili, riflettendo un impegno sempre più forte da parte delle istituzioni locali nell’affrontare le esigenze della comunità LGBTQIA+.
L’iniziativa risponde a una precisa volontà politica e amministrativa. Il presidente del municipio XII, Elio Tomassetti, ha sottolineato come la creazione di questi spazi fosse un obiettivo perseguito fin dall’insediamento dell’amministrazione. In particolare, ha dichiarato:
“Si tratta di un obiettivo che perseguiamo fin dal nostro insediamento: creare spazi di ascolto e assistenza per categorie che fino a oggi non hanno avuto il giusto sostegno dalle amministrazioni pubbliche. “
. Questo risultato è stato reso possibile grazie a uno sforzo congiunto degli uffici municipali, che hanno implementato il servizio del Segretariato Sociale con personale appositamente qualificato per affrontare le specifiche esigenze della comunità LGBTQIA+.
L’impatto della discriminazione sulla salute mentale: Una prospettiva multidisciplinare
Il tema della salute mentale nella comunità LGBTQ+ è di fondamentale importanza e strettamente correlato alle esperienze di discriminazione e stigma sociale. Un’ampia analisi della letteratura scientifica pubblicata su The Lancet ha messo in luce l’impatto significativo che lo stigma sociale esercita sul benessere percepito delle persone LGBTQ+.
In particolare, la rivista medica ha pubblicato un ampio lavoro di analisi che ha raccolto 98 articoli evidenziando che la discriminazione sociale incide sulla salute mentale di queste persone. Tra i risultati emergenti, 57 articoli hanno stabilito un collegamento tra misure oggettive (cioè non auto-riferite) dello stigma strutturale e esiti di salute mentale, mentre 27 hanno rilevato un legame con l’uso di sostanze.
“Queste condizioni a livello sociale, le norme culturali e le politiche istituzionali che limitano le opportunità, le risorse e il benessere contribuiscono al carico sanitario tra gli individui LGBTQ+. “
Dei 98 studi analizzati, 20 hanno evidenziato impatti sulla salute fisica generale. Nonostante l’importanza di questa revisione, è significativo notare che il numero di studi condotti nel corso dei decenni resta limitato.
In Italia, la mancanza di dati aggiornati e completi rappresenta una lacuna significativa nella comprensione approfondita del benessere della comunità LGBTQ+. Daniele Rucco, uno degli autori dello studio citato da The Lancet, ha evidenziato che “in Italia non esistono dati aggiornati a livello nazionale sul tasso di persone LGBTQ+ e sul loro benessere.” L’unico questionario dell’ISS che ha provato a quantificare la dimensione della comunità trans in Italia risale al 2020, rivelando che il 7,7% dei partecipanti ha dichiarato un’identità di genere diversa dal sesso registrato alla nascita. Tra le persone TGD coinvolte nello studio, il 58,4% si identificava come non binario e il 49,1% ha segnalato episodi di discriminazione nell’accesso ai servizi sanitari.
Un dato preoccupante è che le attuali raccolte dati sulla salute mentale e la prevenzione condotte dall’Istituto Superiore di Sanità o dal Ministero della Salute non includono indicatori relativi all’identità di genere, limitandosi alla suddivisione tra maschi e femmine basata sul sesso biologico. Questa limitazione impedisce l’utilizzo di tali dati per la ricerca specifica sulla salute mentale delle persone LGBTQ+ in relazione alle loro identità, rappresentando un’opportunità persa per comprendere meglio il benessere di questa comunità.
Recentemente, un gruppo di ricerca dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha pubblicato studi approfonditi che affrontano il tema della salute mentale nella popolazione LGBTQ+, confermando l’applicazione del modello di “minority stress”. Questo modello esplora i rischi per la salute mentale delle minoranze, suggerendo che la popolazione LGBTQ+ è esposta a un rischio aumentato di soffrire di disturbo post-traumatico da stress (PTSD) rispetto alla popolazione generale. A seguito dell’analisi dei punteggi ottenuti dai questionari e usando misure scientificamente condivise, si è osservato un aumento dei livelli di malessere, come ansia e depressione, in corrispondenza al blocco del ddl Zan nell’ottobre 2021.
“È fondamentale che le persone LGBT affrontino conseguenze negative di traumi e discriminazione ottengano il supporto adeguato,”
ha affermato il Prof. Gian Maria Galeazzi, coordinatore delle ricerche.
- Ottima iniziativa! Finalmente un supporto concreto per la comunità... 💖...
- Non sono sicuro che uno sportello possa risolvere problemi così radicati... 🤔...
- Interessante notare come lo 'stress da minoranza' influenzi la salute mentale... 🧠...
Approcci terapeutici e risorse per la comunità LGBTQIA+ in Italia
Nel panorama italiano, la ricerca e l’intervento nel campo della salute mentale della comunità LGBTQIA+ stanno lentamente guadagnando terreno, sebbene permangano significative sfide e lacune. L’esplorazione degli approcci terapeutici e delle risorse disponibili evidenzia un crescente interesse verso pratiche che prendano in considerazione le specifiche esperienze e i possibili traumi vissuti da questa popolazione. Il concetto di terapie trauma-informed (informate sul trauma) assume particolare rilevanza, riconoscendo l’importanza di un approccio terapeutico che sia consapevole dell’impatto del trauma, inclusi quello derivante da discriminazioni e violenze, sulla salute mentale.
Diverse iniziative e risorse stanno emergendo in Italia per affrontare le esigenze specifiche della comunità LGBTQIA+ in ambito psicologico.
La Formazione Continua in Psicologia (FCP) emerge quale piattaforma innovativa nel campo dell’e-learning dedicata alla formazione degli psicologi e degli psicoterapeuti; essa propone opportunità formative costanti che potrebbero includere contenuti focalizzati sull’interazione con la comunità LGBTQ+.
Particolare attenzione è rivolta anche alla tematica della violenza all’interno delle relazioni affettive nella comunità LGBTQ+. A tal proposito, l’Istituto A. T. Beck ha identificato un insieme variegato di strumenti d’intervento mirati al trattamento dei casi di violenza nelle coppie omosessuali; ciò suggerisce chiaramente l’urgenza di personalizzare gli interventi terapeutici tenendo conto delle specifiche dinamiche relazionali inerenti a questi contesti.
Quando si parla dell’approccio clinico verso le persone transgender o gender non conforming (TGNC), emergono ostacoli singolari nell’attività professionale; tale complessità viene esemplificata da materiali metodologici redatti allo scopo di fornire indicazioni pratiche adatte a comprendere e gestire le necessità peculiari degli individui coinvolti. È quindi universalmente riconosciuto che il supporto terapeutico lungo il cammino della transizione – incluse eventuali trasformazioni fisiche – rappresenta un elemento cardine nel garantire benessere ai soggetti interessati.
La disponibilità di risorse specifiche si sta ampliando, con l’emergere di manuali specializzati e l’interesse istituzionale a sviluppare reti di supporto. Ad esempio, un “Manuale di psicoterapia per la popolazione LGBTQIA+: Aspetti socio-culturali e protocolli di intervento” pubblicato su Amazon offre una panoramica dettagliata delle tematiche e suggerisce impostazioni terapeutiche adeguate. Questo tipo di pubblicazioni contribuisce a diffondere conoscenze specifiche tra i professionisti della salute mentale.
Organizzazioni come l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, si occupano attivamente di proteggere rifugiati e richiedenti asilo LGBTIQ+ in tutto il mondo, riconoscendo le vulnerabilità specifiche legate alla loro identità in contesti di fuga e persecuzione. A livello locale, iniziative come il “Servizio LGBT per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere della Città di Torino” dimostrano l’impegno delle amministrazioni nel fornire supporto e contrastare le discriminazioni. È indubbio che si renda indispensabile un ulteriore affinamento delle competenze terapeutiche attraverso formazioni specialistiche. A questo riguardo, l’introduzione di testi dedicati – tra cui il TF-CBT LGBTQ Implementation Manual, concepito per fornire linee guida sull’applicazione della Terapia Cognitivo-Comportamentale Focalizzata sul Trauma nei confronti dei giovani LGBTQ+ vittime di eventi traumatici – suggerisce una chiara direzione da seguire nell’ambito della formazione professionale. Ciò risulta fondamentale al fine di realizzare interventi non solo efficaci, ma anche pertinenti rispetto alle particolarità proprie di tale comunità.
Riflessioni sul benessere e l’impatto del contesto sociale
La salute mentale non è un concetto astratto, ma intimamente collegato al contesto in cui viviamo e alle esperienze che affrontiamo. Per la comunità LGBTQ+, questo è particolarmente vero. Le discriminazioni, il pregiudizio e la mancanza di accettazione non sono semplicemente esperienze spiacevoli; sono fattori che possono avere un impatto profondo e duraturo sul benessere psicologico.
Una nozione base della psicologia cognitiva e comportamentale che si applica qui è il concetto di condizionamento. Le esperienze negative ripetute, come atti di discriminazione o la percezione costante di non essere accettati, possono “condizionare” la nostra risposta emotiva e comportamentale. Questo può portare a stati di ansia, depressione e isolamento sociale, poiché il cervello apprende ad associare determinati stimoli ambientali (situazioni sociali, interazioni con gli altri) a sentimenti di pericolo o rifiuto.
Andando su una nozione più avanzata, possiamo considerare il Minority Stress Model. Questo modello, sviluppato da Ilan Meyer, spiega come le minoranze siano soggette a un tipo unico di stress, non derivante da una patologia intrinseca, ma da esperienze sociali ostili e stressanti. Questo stress si manifesta a diversi livelli: esperienze di discriminazione e violenza, aspettativa di stigma, e l’interiorizzazione di atteggiamenti negativi sociali (omofobia o transfobia interiorizzata). Questi fattori di stress cronici possono portare a una maggiore incidenza di problemi di salute mentale nella comunità LGBTQ+ rispetto alla popolazione generale.
Riflettere su questi concetti ci porta a considerare la responsabilità collettiva nel creare un ambiente più sicuro e accogliente. Non si tratta solo di fornire supporto psicologico a posteriori, ma di agire a monte, combattendo la discriminazione e promuovendo l’inclusione a tutti i livelli della società. Quanto siamo consapevoli dell’impatto delle nostre parole e azioni?
Riferimenti
- Il Sole 24 Ore – “Discriminazione e salute mentale delle persone LGBTQ+” [Fonte]
- Le Scienze – “Minority stress e microaggressioni compromettono la salute mentale” [Fonte]
- The Lancet – “Salute mentale delle persone LGBTQ+” [Fonte]
- Arcigay – “Piattaforma Regionale LGBT” [Fonte]
- Comune di Roma – “Sportello di ascolto e accoglienza per la comunità LGBTQIA+” [Fonte]
- Pagina del Comune di Roma sullo sportello LGBTQIA+ con orari e contatti.
- Programma di Roma Capitale con interventi a sostegno dei diritti LGBT+.
- The Lancet pubblica analisi sull'impatto della discriminazione sulla salute mentale LGBTQ+.
- Piano Sociale Municipale del XII Municipio, utile per informazioni sui servizi sociali.