- Il politologo Mearsheimer: «La decapitazione di Hamas porta alla sua ricostituzione».
- Nelle forze di difesa israeliane aumentano i casi di PTSD.
- Nel 2024, in Italia, si sono registrati 50 suicidi tra le Forze dell’Ordine.
- L'ISTAT rivela un tasso di suicidi più alto tra gli agenti di polizia.
Il mondo assiste a scene di conflitto in diretta, con conseguenze devastanti che vanno ben oltre le perdite umane immediate. Genocidi, assassinii di innocenti, blocchi di aiuti umanitari e rapimenti sono solo alcune delle atrocità che segnano il nostro tempo. L’apparente impunità di tali azioni, alimentata dalla manipolazione della democrazia e dal consumismo, contribuisce a una narrazione distorta della realtà.
Le proteste e le voci dissenzienti vengono spesso marginalizzate dai media, mentre si tenta di costruire una nuova immagine per i responsabili di tali crimini. Si dimentica che la ricerca della pace non può e non deve significare impunità. Come ha sottolineato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, gli attori di genocidi devono rispondere alla giustizia, e la memoria delle vittime deve essere preservata.

Il Fallimento delle Soluzioni Militari e le Conseguenze Psicologiche
Il politologo statunitense John Mearsheimer evidenzia come le azioni militari, spesso presentate come soluzioni, si rivelino inefficaci nel lungo periodo. La decapitazione di organizzazioni come Hezbollah e Hamas porta solo alla loro ricostituzione, con nuovi leader e combattenti pronti a subentrare. Inoltre, l’obiettivo di espellere i Palestinesi da Gaza, attraverso un vero e proprio genocidio, si è rivelato un fallimento.
All’interno delle forze di difesa israeliane, si riscontrano gravi problemi di Disturbo post-Traumatico da stress (PTSD), un alto numero di suicidi e una crescente renitenza al servizio. Anche coloro che sono addestrati a uccidere non possono sfuggire alle conseguenze psicologiche della guerra. Il PTSD e i suicidi sono la tragica testimonianza di come uno stato di guerra cronico e un’economia di guerra siano politiche autodistruttive.
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EMDR e la Necessità di una Psicoterapia Profonda
La Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i movimenti oculari (EMDR) può offrire un sollievo temporaneo, ma non è sufficiente per pacificare lo stato d’allarme e il terrore interiore. Anche dopo un ciclo di sedute, il PTSD può ritornare, innescato da stimoli apparentemente banali.
Per raggiungere una vera e profonda pacificazione interiore, è indispensabile un percorso psicoterapeutico mirato a far emergere la consapevolezza sui responsabili dei conflitti, indirizzando verso di essi la rabbia e la frustrazione. I reduci israeliani chiedono al governo, paradossalmente il principale responsabile dei loro mali, una medicina miracolosa per curare le ferite invisibili della guerra.
Il Suicidio come Via di Fuga: Un Fenomeno in Crescita
Il disturbo da stress post-traumatico non affligge solamente i veterani di guerra, ma colpisce anche coloro che ricevono addestramento all’uso letale della forza per compiti civili. In Italia, nel 2024, si sono registrati 50 suicidi tra le Forze Armate e dell’Ordine. Secondo l’ISTAT, il tasso di suicidi tra gli agenti di polizia è significativamente più alto rispetto alla popolazione generale.
Questo fenomeno non è solo il risultato di una selezione inadeguata delle reclute, ma anche di un sistema di addestramento che esalta l’espressione di forza e di coraggio in senso machista, indurendo ulteriormente il carattere con lo sprezzo del pericolo, l’arroganza e la dominanza.
Oltre la Guerra: Ricostruire la Pace Interiore e Sociale
Di fronte ai fallimenti delle politiche guerrafondaie, è necessario un cambiamento radicale. Mentre le lobby di potere cercano di correre ai ripari, l’umanità e l’opposizione devono trovare la forza di unirsi e di opporsi alla spirale di violenza.
Quando la collettività prenderà coscienza di essere vittima del PTSD, fin dai primi anni di vita? Quando si scrollerà di dosso il letargo dell’ignoranza, dell’angoscia e della tristezza? Quanti altri suicidi o vite spezzate ci vorranno prima che si renda conto di essere manipolata e sfruttata fino all’estremo?
La Consapevolezza come Chiave di Volta
Amici lettori, riflettiamo insieme su questi temi cruciali. Una nozione base di psicologia cognitiva ci insegna che i nostri pensieri influenzano le nostre emozioni e i nostri comportamenti. Se siamo costantemente bombardati da immagini di violenza e di guerra, è inevitabile che ciò influenzi il nostro stato d’animo e la nostra visione del mondo.
Una nozione più avanzata ci spiega come i traumi, anche quelli indiretti, possano lasciare cicatrici profonde nel nostro cervello, alterando il nostro modo di percepire la realtà e di reagire agli eventi. È fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza di questi meccanismi per poterci proteggere e per poter costruire un futuro più pacifico.
Chiediamoci: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contrastare la cultura della violenza e per promuovere la pace? Come possiamo aiutare chi soffre di PTSD a ritrovare la serenità? La risposta a queste domande è nelle nostre mani.