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Emergenza salute mentale: troppi smartphone, troppi disturbi nei minori

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  • Quasi 2 milioni di adolescenti italiani soffrono di disturbi neuropsichiatrici.
  • Nel 2024, oltre 16 milioni di italiani hanno disturbi psicologici.
  • Aumentati del 20% i disordini psichici nei giovani negli ultimi 5 anni.
  • Il 40% dei casi totali è legato ad ansia e depressione.
  • Ricoveri per autolesionismo aumentati da 25 (2013) a 607 (2023).

Il crescente disagio neuropsichiatrico nei minori italiani: un’emergenza nazionale

L’ambito della salute mentale infantile e giovanile in Italia si configura progressivamente come una vera emergenza sociale. Le statistiche recenti mettono in luce una condizione preoccupante: quasi due milioni di adolescenti, pari a circa uno ogni cinque membri under-18 presenti nella nostra nazione, sono affetti da disturbi neuropsichiatrici. Tale quadro è stato delineato dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA), la quale avverte sull’urgenza vitale di attuare interventi precoci ed efficaci prima del periodo adolescenziale per fronteggiare questioni complesse che possono compromettere il domani delle nuove generazioni. Inoltre, l’indagine più ampia, supportata dai dati provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, mostra come globalmente uno su sette ragazzi adolescenti (indicativamente 166 milioni compresi fra i 10 e i 19 anni) ha ricevuto diagnosi relative a problematiche mentali; infine emerge anche un incremento significativo del 20% nei disordini psichici riscontrati tra coloro che non hanno ancora raggiunto vent’anni negli ultimi cinque anni. Il fenomeno dell’ansia e della depressione si attesta come responsabile del 40% dei casi totali.

Per l’anno 2024, risulta che oltre 16 milioni di cittadini italiani manifestano disturbi psicologici considerabili di media o grave entità; questo rappresenta un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. Fra le problematiche più ricorrenti spiccano nettamente l’ansia e la depressione: particolarmente interessati risultano essere donne e giovani. Tale dato sottolinea chiaramente la necessità imperativa di adottare interventi strutturati in favore della salute mentale[ANSA].

In Italia, la complessità di questa emergenza è aggravata da fattori quali la diagnosi spesso tardiva e una rete di assistenza lacunosa e frammentata. La dottoressa Elisa Fazzi, presidente della SINPIA e direttrice della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza degli Spedali Civili di Brescia, ha sottolineato come la prevenzione debba iniziare molto prima dei 14 anni, smentendo un falso mito diffuso. I “campanelli d’allarme”, infatti, possono manifestarsi precocemente attraverso segnali come disturbi del sonno, disregolazione emotiva, deficit di attenzione, difficoltà nelle relazioni sociali, ritardi comunicativi o disturbi alimentari.

“Dobbiamo sfatare il falso mito che la prevenzione cominci a 14 anni.” — Elisa Fazzi, SINPIA

L’ignoranza di questi segnali precoci può culminare nella cronicizzazione di patologie che, se intercettate tempestivamente, potrebbero avere un decorso più favorevole. L’obiettivo primario, concordano gli esperti, è dunque garantire un intervento precoce e una continuità di cura che si estenda fino all’età adulta, in modo da modificare la “traiettoria evolutiva” del bambino, come evidenziato dalla dottoressa Antonella Costantino, past president SINPIA. La segnalazione da parte della SINPIA pone l’accento su una grave carenza strutturale nelle risorse destinate alla salute mentale giovanile ed evidenzia l’ineluttabile mancanza di una strategia nazionale coerente per affrontare tali problematiche. Negli ambulatori dedicati alla neuropsichiatria infantile le attese possono protrarsi oltre sei mesi; inoltre ci sono insufficienti specialisti disponibili nel territorio nazionale. Questa condizione non fa altro che allineare l’Italia al trend europeo critico: uno su tre tra i giovani non riesce ad ottenere trattamenti appropriati.

L’impatto negativo dovuto alla pandemia persistente ha aggravato ulteriormente questo quadro già fragile: uno studio effettuato nel 2024 indica infatti che circa il 30% degli adolescenti italiani manifesta sintomi correlati ad ansia o depressione; oltre ciò si nota anche una crescita preoccupante nei fenomeni legati all’autolesionismo ed ai disturbi alimentari. Gli ospedali riportano flussi crescenti da parte dei ragazzi; essenziale sottolineare come questi soggetti raggiungano le strutture sanitarie solo quando le opportunità preventive sono state ignorate da tempo richiedendo pertanto interventi rapidi.

Di fronte a tali sfide considerevoli, la SINPIA sottolinea urgentemente quanto siano indispensabili iniziative quali screener nelle istituzioni scolastiche, addestramento mirato rivolto a educatori e ai familiari, così come sostenimenti finanziari duraturi. Tutte queste azioni risultano imprescindibili per ristabilire uno standard accettabile nell’ambito delle neuroscienze dedicate ai più giovani, caratterizzandosi purtroppo ancora per penurie croniche sia negli operatori che nella dotazione logistica disponibile. Tale condizione compromette un diritto fondamentale, quello alla salute mentale, la cui tutela è essenziale per prevenire che il disagio si trasformi in un destino irreversibile.

Immagine raffigurante una rete di connessioni tra persone, evidenziando il concetto di supporto e cura collettiva in ambito sociale e familiare per la salute mentale dei giovani.
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Le proposte per un’assistenza integrata e le minacce legislative

Alla luce del crescente fenomeno dei disturbi neuropsichiatrici, che interessa una parte significativa della popolazione minorile italiana, è con seria apprensione che la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) affronta le recenti iniziative legislative proposte. I disegni di legge attualmente sottoposti all’esame della Commissione Affari Sociali del Senato – tra cui spicca il testo denominato Zaffini – sono giudicati potenzialmente dannosi per l’efficienza dei servizi dedicati a bambini e adolescenti richiedenti sostegno neuropsichiatrico. La SINPIA mette particolarmente in evidenza un sistema d’assistenza imperniato sull’integrazione forzata dei servizi pediatrici nel quadro più ampio dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), trascurando le peculiarità fondamentali delle età evolutive così come i professionisti specializzati richiesti dal settore. Secondo gli esperti consultati da SINPIA, questo modello tende a limitare gli interventi esclusivamente ai disturbi psichiatrici riscontrabili nell’adolescenza; si paventa persino l’istituzione aggiuntiva di strutture destinate alla fascia d’età tra 14 e 25 anni: ciò comporterebbe gravi ripercussioni sulla continuità nella cura nonché sulla riabilitazione degli assistiti giovani: conseguentemente tali sviluppi minerebbero non soltanto il benessere delle centinaia di migliaia di famiglie coinvolte ma anche quel necessario sostegno alla loro integrazione sia scolastica che sociale. Gli specialisti in neuropsichiatria infantile mettono in risalto che l’eterogeneo insieme di difficoltà trattate nell’infanzia va decisamente oltre il confine dei soli disturbi psichiatrici. Tra queste si annoverano disturbi del neurosviluppo, come l’autismo e il TDAH (disturbo da deficit di attenzione/iperattività), oltre alla dislessia e altre forme specifiche d’apprendimento. Non mancano poi problematiche legate al linguaggio o ai movimenti motorii; possiamo citare anche disabilità intellettive o complesse patologie collegate a sindromi genetiche oppure malattie rare, senza dimenticare casi quali paralisi cerebrale infantile ed epilessia. In aggiunta ai menzionati interventi ci sono poi i disturbi psichiatrici, considerabili un’autentica emergenza della nostra contemporaneità: essi includono questioni riguardanti alimentazione scorretta, stati depressivi gravi ed episodi psicotici assieme all’autolesionismo crescente fino ad atteggiamenti suicidari; vanno infine ricordati vari tipi di disregolazione comportamentale ed emozionale. Storicamente attratti dalle complessità delle suddette condizioni cliniche sin dalla loro nascita istituzionale, i servizi dedicati alla neuropsichiatria infantile hanno eretto pilastri fondanti su cui sviluppare efficaci strategie operative; risulta quindi vitale abbracciare una visione integrata capace d’apprezzarne appieno la diversificazione tematica implicata.

“Dobbiamo intervenire precocemente per garantire la continuità di cura verso l’età adulta.” — Antonella Costantino, past president SINPIA

La SINPIA insiste sull’importanza di una prevenzione che non sia limitata all’individuazione precoce dei sintomi in adolescenza, ma che inizi fin dai primi anni di vita. Questa “promozione del neurosviluppo” include l’individuazione, la cura e la riabilitazione di tutti i disturbi neuropsichiatrici, in linea con l’approccio olistico “One Brain, One Health”. È fondamentale comprendere che bambini e adolescenti non sono semplicemente “adulti in miniatura”; pertanto, i loro bisogni, gli interventi richiesti e le tutele necessarie per un quattordicenne sono profondamente diversi da quelle per un 25enne.

Per garantire un’assistenza realmente efficace, i neuropsichiatri infantili ritengono essenziale che tutti i minori, inclusi gli adolescenti, vengano curati in servizi dedicati e separati da quelli per gli adulti. Questa considerazione porta alla necessità di creare delle èquipe multidisciplinari, appositamente formate per gestire le dinamiche dell’età evolutiva. Tali gruppi dovrebbero sviluppare percorsi terapeutici su misura che considerino in modo approfondito lo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale del paziente. È altresì fondamentale disporre di spazi adeguati; non si può ignorare l’importanza del coinvolgimento coordinato delle famiglie, delle istituzioni scolastiche, così come degli ambienti in cui il bambino o l’adolescente cresce. L’integrazione di tutte queste variabili è essenziale nella creazione di un modello assistenziale che realmente risponda alle necessità dei giovani che affrontano momentanee difficoltà.

L’impatto del digitale e le statistiche sui ricoveri

Il crescente impatto del digitale e, in particolare, l’uso precoce e incontrollato degli smartphone tra i bambini emergono come fattori significativi nell’aumento dei disturbi neuropsichiatrici infantili. È un dato allarmante quello che rivela come un bambino su tre tra i 6 e i 10 anni utilizzi quotidianamente il cellulare. Le conseguenze di questa esposizione sono evidenti: i ricoveri in neuropsichiatria infantile per disturbi d’ansia sono in aumento, e diverse indagini, come quella condotta in Emilia-Romagna, suggeriscono la necessità di proposte legislative per vietare l’uso dello smartphone fino ai 14 anni.

“L’uso improprio dei dispositivi digitali sottrae opportunità fondamentali per lo sviluppo cognitivo e comunicativo-linguistico.” — Francesca Bellagamba, Sapienza di Roma

La professoressa Francesca Bellagamba, docente di psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, spiega che il tempo trascorso con i dispositivi digitali sottrae opportunità fondamentali per lo sviluppo cognitivo e comunicativo-linguistico. Le attività ludiche svolte all’aperto tra coetanei rappresentano occasioni cruciali per l’apprendimento delle norme sociali tramite l’interazione fisica; tuttavia esse stanno diventando sempre più rare.

Nel corso del 2023, ben 64.895 minori sono stati seguiti dal Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Emilia-Romagna; tra essi spiccano 17.580 giovanissimi nella fascia prescolare (0-6 anni) e 43.785 bambini di età scolare (6-14 anni).

Indiscutibilmente marcato è il problema dei disturbi psichici infantili legati all’uso prematuro dei moderni strumenti digitali: emerge infatti un significativo incremento, pari a una percentuale da considerarsi sbalorditiva, intorno al 180%. Gli accessi per autolesionismo sono cresciuti da 25 nel 2013 a 607 nel 2023. Questi dati sono indicativi di una tendenza preoccupante in cui il disagio mentale incide significativamente sulla salute dei minori.

“L’assenza di un piano nazionale finora ha portato a una vera emergenza silenziosa per la salute mentale dei giovani.”

La SINPIA ha inoltre evidenziato l’incremento costante dei disturbi del neurosviluppo in Italia, ribadendo la necessità di risorse per diagnosi tempestive, interventi precoci e una maggiore attenzione alla promozione del neurosviluppo fin dalla nascita. Tali disturbi, che includono forme come lo spettro autistico (1 bambino su 77), disturbi dell’apprendimento (5% della popolazione in età scolare) e ADHD (3.5-5% dei bambini in età scolare), richiedono un approccio integrato e continuativo per garantire una buona salute mentale e fisica nella futura popolazione adulta.

Riflessioni sulla complessità di crescita nell’era digitale

Nel contesto attuale caratterizzato da una continua evoluzione del panorama informativo e delle reti digitali interconnesse, si assiste a una manifestazione lampante delle problematiche inerenti alla salute mentale nei più giovani. Secondo i principi cardine della psicologia cognitiva, il progresso nelle funzioni esecutive, quali attenzione, memoria operativa e autocontrollo avviene attraverso le esperienze formative nell’infanzia quanto nell’adolescenza; tali processi dipendono dalla qualità ambientale nonché dagli stimoli ricevuti in questo periodo cruciale. La precoce esposizione dei minori ai dispositivi elettronici—spesso priva dell’adeguato supporto educativo—può condurre a distorsioni significative nelle linee evolutive naturali; ciò porta a modalità d’apprendimento passive ed equivocate provocate da una sovrabbondanza di stimoli capace di sconvolgere i normali meccanismi cognitivi.

In aggiunta a ciò, la psicologia comportamentale sottolinea ulteriormente come l’esposizione costante agli input digitalizzabili possa generare difficoltà nel gestire le emozioni e incrementare atteggiamenti disfunzionali fra gli individui coinvolti. La gratificazione immediata e superficiale offerta da molti ambienti digitali, unita alla difficoltà di gestire le frustrazioni, può compromettere la capacità dei giovani di autoregolarsi e di sviluppare strategie di coping efficaci di fronte alle difficoltà della vita reale. Questo scenario è ulteriormente aggravato dalla “dipendenza comportamentale” che, pur non essendo legata a sostanze chimiche, attiva circuiti neurali simili a quelli delle dipendenze da droghe, come evidenziato dall’uso patologico di social media e videogiochi.

“Il gesto di donare uno smartphone a un bambino, se privo di un’adeguata preparazione e di regole chiare, può metaforicamente essere paragonato all’abbandonarlo in una città sconosciuta senza mappa né bussola.”

Il gesto di donare uno smartphone a un bambino, se privo di un’adeguata preparazione e di regole chiare, può metaforicamente essere paragonato all’abbandonarlo in una città sconosciuta senza mappa né bussola. Questa riflessione personale ci invita a considerare il nostro ruolo di adulti – genitori, educatori, specialisti – non solo come fornitori di strumenti tecnologici, ma soprattutto come guide attente e responsabili. Non si tratta di demonizzare il digitale, ma di integrarlo con saggezza nella vita dei nostri figli, promuovendo un “alfabetizzazione digitale” che comprenda i benefici e i pericoli. Dobbiamo riflettere sul fatto che la salute mentale non è un lusso, ma un diritto intrinseco, e che il tempo per agire è adesso: è tramite un impegno collettivo e consapevole che possiamo contribuire a forgiare un futuro in cui il disagio non divenga un destino ineluttabile, ma un’opportunità per crescere e per imparare a navigare con maggiore consapevolezza le complessità del mondo contemporaneo.

Glossario:

  • Adolescenza: fase di sviluppo che intercorre tra l’infanzia e l’età adulta, generalmente compresa tra i 11 e i 19 anni.
  • Neurosviluppo: è l’iter attraverso il quale ha luogo lo sviluppo del sistema nervoso centrale, abbracciando ogni fase dalla condizione embrionale fino all’età della maturità.
  • SINPIA: la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza rappresenta un’associazione in cui professionisti nel campo della neuropsichiatria collaborano per affrontare tematiche inerenti alla salute mentale dei più giovani.
  • Hikikomori: questo termine descrive un fenomeno caratterizzato da un forte isolamento sociale vissuto da adolescenti e giovani adulti, segnalato tramite ritiri prolungati dalla realtà interattiva quotidiana.

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