- Il 5 ottobre 2025, un detenuto ha aggredito tre agenti a Trento.
- Un agente ha riportato 30 giorni di prognosi per una spalla fratturata.
- Il Si. N. A. P. Pe chiede l'applicazione del 14 bis e il trasferimento.
Agenti aggrediti e feriti
Il giorno 5 ottobre 2025, nel carcere di Trento, si sono verificati momenti di estrema tensione quando un detenuto di origine magrebina ha scatenato il caos, aggredendo tre agenti di polizia penitenziaria. L’uomo, in preda a un’inspiegabile furia, ha dapprima devastato l’arredo della sezione detentiva, distruggendo il tavolo dell’amministrazione, due sgabelli e il telefono a disposizione dei detenuti. Non contento, ha riversato il contenuto dei bidoni dell’immondizia all’ingresso, ostacolando l’accesso all’area.
La situazione è degenerata quando il detenuto ha afferrato un piede del tavolo distrutto, minacciando gli altri reclusi. Tre agenti sono intervenuti per sedare la rivolta e proteggere gli altri detenuti, ma sono stati brutalmente aggrediti. Uno dei sottufficiali ha riportato la frattura e la lussazione di una spalla, mentre un giovane agente ha subito un trauma al braccio. I due agenti feriti sono stati immediatamente trasportati al pronto soccorso, dove hanno ricevuto rispettivamente 30 e 7 giorni di prognosi.
Richiesta di misure restrittive e trasferimento immediato
L’episodio ha suscitato forte indignazione e preoccupazione. Il Si. N. A. P. Pe (Sindacato Nazionale Autonomo Polizia Penitenziaria) ha denunciato l’accaduto, sottolineando la gravità dei reati commessi dal detenuto e chiedendo l’immediata applicazione della misura restrittiva del 14 bis (sorveglianza particolare) e il trasferimento in un altro istituto penitenziario. Il sindacato ha definito tali comportamenti “inaccettabili e intollerabili”.

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Ulteriore colluttazione e richiesta di trasferimento
Nel corso dello stesso pomeriggio, un’ulteriore colluttazione tra due detenuti ha richiesto l’intervento del personale sanitario. Uno dei due è stato trasportato al pronto soccorso per gravi traumi. Anche in questo caso, il Si. N. A. P. Pe ha chiesto l’immediato trasferimento del responsabile in un altro istituto. Il sindacato ha espresso solidarietà e auguri di pronta guarigione ai due agenti feriti.
Sicurezza carceraria: Un’emergenza nazionale
Questi episodi di violenza nel carcere di Trento sollevano interrogativi sulla sicurezza degli istituti penitenziari italiani e sulla gestione dei detenuti con problemi comportamentali. La richiesta di misure restrittive e trasferimenti immediati evidenzia la necessità di interventi urgenti per garantire l’incolumità del personale penitenziario e degli stessi detenuti. La salute mentale dei detenuti e la loro gestione all’interno del sistema carcerario rappresentano una sfida complessa che richiede un approccio multidisciplinare e risorse adeguate. La frequenza di tali eventi suggerisce una problematica più ampia che necessita di un’analisi approfondita e di soluzioni concrete per prevenire future tragedie.
Amici, riflettiamo un attimo su quanto accaduto. La psicologia cognitiva ci insegna che la percezione di un ambiente ostile e stressante, come può essere il carcere, può alterare i processi cognitivi, portando a reazioni impulsive e violente. Un concetto più avanzato ci suggerisce che i traumi pregressi, spesso presenti nella storia di chi commette reati, possono riemergere in contesti di privazione e isolamento, innescando comportamenti aggressivi. È fondamentale considerare la salute mentale dei detenuti come parte integrante del processo di riabilitazione, offrendo supporto psicologico e programmi di gestione della rabbia. Solo così potremo sperare di ridurre la violenza e favorire un reale reinserimento nella società. Chiediamoci: cosa possiamo fare, come società, per supportare un sistema carcerario più umano e orientato alla riabilitazione?
- Pagina del Ministero della Giustizia su Polizia Penitenziaria: approfondimenti sul corpo.
- Disposizioni sui trasferimenti dei detenuti, approfondimento dal sindacato di polizia penitenziaria.
- Pagina del Ministero della Giustizia relativa all'amministrazione penitenziaria.
- Articolo 14 bis sull'ordinamento penitenziario, regime di sorveglianza particolare.