Incidenti stradali: scopri come la tua personalità influenza il rischio

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  • Traumi da incidenti scatenano PTSD: incubi, isolamento, ansia.
  • Il progetto ANIA CARES offre supporto psicologico post-incidente.
  • La sensation seeking aumenta il rischio, specie nei giovani maschi.
  • Oltre il 90% degli incidenti è causato da errori umani.
  • L'OMS considera gli incidenti un grave problema di sanità pubblica.

Gli incidenti stradali, una piaga sociale che miete vittime ogni anno e lascia dietro di sé profonde cicatrici, non sono sempre e solo il risultato di distrazioni o violazioni del Codice della Strada. Una prospettiva meno esplorata, ma sempre più rilevante nel panorama della sicurezza stradale e della salute mentale, è la correlazione tra determinati tratti della personalità e la propensione a comportamenti rischiosi alla guida. Questa connessione getta luce su come la nostra psiche influenzi profondamente il modo in cui interagiamo con l’ambiente stradale, trasformando la guida da semplice atto meccanico a espressione complessa di stati emotivi e predisposizioni psicologiche.

Recenti osservazioni e studi indicano che l’impatto emotivo degli incidenti non si esaurisce nel trauma fisico. Al contrario, esso può scatenare una serie di disturbi psicologici persistenti, quali incubi ricorrenti, isolamento sociale, stati depressivi, sensi di colpa e rabbia, ansia acuta, flashback vividi e pensieri intrusivi legati all’evento traumatico. Non è raro riscontrare anche un aumento della sensazione di pericolo e, in alcuni casi, l’insorgenza di dipendenze. Questi sintomi, raggruppabili sotto l’ombrello del Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD), rappresentano una delle conseguenze più invalidanti degli incidenti gravi. Il PTSD, infatti, è una condizione mentale che insorge a seguito di uno o più eventi traumatici, con sintomi intrusivi e di evitamento che perdurano per almeno un mese, alterando significativamente la qualità della vita dell’individuo.

Inoltre, tra le reazioni meno conosciute ma significative si annoverano i processi dissociativi, come la depersonalizzazione, descritta come un “buco nero” o un vuoto mentale spaventoso. Questa condizione si manifesta con una sensazione di distacco dalla propria persona o dalla realtà circostante, un meccanismo di difesa che il cervello mette in atto per proteggersi da un’esperienza troppo dolorosa. La depersonalizzazione, insieme agli stati di ansia e impotenza, è particolarmente evidente nei bambini coinvolti in incidenti, a testimonianza della fragilità della psiche di fronte a eventi traumatici non elaborati.

Non solo le vittime, ma anche coloro che causano gli incidenti possono presentare profili psicologici particolari. Tratti di personalità accentuati, come il narcisismo, l’esibizionismo o tendenze maniaco-depressive, possono contribuire a comportamenti imprudenti. Una profonda insicurezza, unita all’incapacità di tollerare le frustrazioni, può manifestarsi in condotte aggressive o spericolate alla guida. Questi elementi sottolineano come la psicologia umana sia un fattore determinante nella dinamica degli incidenti stradali, ben oltre la mera casualità o l’errore tecnico.

L’analisi condotta ha rivelato come l’impulsività e la rabbia nelle reazioni alla guida possano predire un comportamento imprudente e aumentare significativamente il rischio di incidenti stradali.

L’attenzione a queste dinamiche è ulteriormente supportata da iniziative come il progetto ANIA CARES, che offre un pronto soccorso psicologico dedicato alle vittime della strada e ai loro familiari. Questa rete di supporto evidenzia la crescente consapevolezza dell’importanza di affrontare tempestivamente le conseguenze psicologiche, riconoscendole come parte integrante del recupero e della prevenzione di future complicanze. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha del resto sottolineato come in Europa i decessi per suicidio superino quelli per incidenti stradali, e come una persona su quattro soffrirà di un disturbo mentale almeno una volta nella vita, richiamando l’attenzione sulla vasta portata delle questioni di salute mentale nella società moderna.

Titolo: Pronto Soccorso Psicologico per Vittime di Incidenti Stradali
Autore: Ospedale Niguarda
Anno: 2022
Dettagli: Il progetto ANIA CARES fornisce supporto psicologico alle vittime di incidenti stradali e alle loro famiglie attraverso un team di esperti.

La “sensation seeking” e altri profili di rischio

Un aspetto comportamentale strettamente legato al rischio stradale è la sensation seeking, ovvero la continua ricerca di sensazioni forti ed esperienze estreme. Questo tratto di personalità, che spinge gli individui a sfidare i limiti e a cercare l’eccitazione in situazioni rischiose, è particolarmente diffuso nella fascia d’età degli adolescenti e dei giovani adulti, specialmente tra i maschi. È infatti in questa categoria che si registra un’elevata incidenza di incidenti stradali, spesso caratterizzati da eccesso di velocità e manovre azzardate. La ricerca di sensazioni può manifestarsi in comportamenti impulsivi, la sete di novità (Novelty Seeking) e una bassa tolleranza della noia, elementi che si traducono in uno stile di guida pericoloso e imprevedibile.

Studi sulla sicurezza stradale hanno evidenziato come la sensation seeking, insieme ad altri fattori come il locus of control (esterno o interno) e la rabbia alla guida, influenzi direttamente la probabilità di incidenti. In particolare, i motociclisti sono una categoria in cui la ricerca di esperienze estreme è spesso un tratto distintivo, contribuendo a un maggiore coinvolgimento in sinistri stradali. La combinazione di una ridotta capacità di autocontrollo e tendenze aggressive aggrava ulteriormente il profilo di rischio. Un esempio eclatante di questa dinamica è la cronaca di episodi in cui moto vengono lanciate contromano, un comportamento interpretabile come una ricerca di “sensazioni estreme” da parte di giovani che, secondo alcuni psicoterapeuti, potrebbero essere “intorpiditi” e in costante cerca di stimoli forti per compensare una percezione di vuoto o insoddisfazione.

L’impulsività, intesa come la mancanza di premeditazione prima di agire, è un altro fattore che concorre significativamente agli incidenti stradali. La difficoltà nella pianificazione delle azioni e la reattività immediata a stimoli esterni possono portare a decisioni affrettate e rischiose alla guida, aumentando le probabilità di tamponamenti, uscite di strada o collisioni. Questa impulsività è spesso correlata alla sensation seeking, creando un circolo vizioso in cui il desiderio di adrenalina alimenta comportamenti irrazionali.

Sensation Seeking: Un tratto di personalità caratterizzato dalla ricerca costante di nuove esperienze e dalla volontà di correre rischi in diversi ambiti, incluso quello alla guida.

In questo contesto, la prevenzione assume un ruolo cruciale. Comprendere i correlati psicologici della guida a rischio è fondamentale per sviluppare interventi mirati ed efficaci. Non si tratta solo di reprimere i comportamenti pericolosi, ma di lavorare sulle cause sottostanti, sui tratti di personalità e sui meccanismi psicologici che portano alcuni individui a mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri sulla strada. L’efficacia della prevenzione passa quindi attraverso una profonda conoscenza dei fattori umani coinvolti, in un’ottica che integra psicologia, educazione e normative.

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  • È confortante vedere una crescente attenzione alla salute mentale 🧠......
  • L'articolo ignora completamente il ruolo delle infrastrutture inadeguate 🚧......
  • Interessante la connessione tra narcisismo e guida imprudente 🤔......

Programmi di prevenzione: sfide e prospettive

L’argomento della prevenzione degli incidenti stradali appare decisamente complesso ed esige un approccio che consideri vari fattori insieme. I progetti mirati in questo campo devono tenere conto sia delle condizioni ambientali sia delle infrastrutture stesse, dando priorità agli aspetti legati ai comportamenti umani, compresi quelli con tratti caratteriali predisposti a situazioni rischiose. Le campagne destinate alla prevenzione sia primaria che secondaria sono indubbiamente cruciali; tuttavia necessitano d’una continua valutazione per accertarne l’efficacia sul lungo termine. Limitarsi a informare riguardo ai pericoli connessi alla guida non basta: è imprescindibile agire sulle dinamiche psicologiche che influenzano le condotte azzardate degli individui.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea quanto gli incidenti automobilistici rappresentino un gravissimo problema nell’ambito della Sanità Pubblica. Per tale ragione, TENDERE VERSO UNA MAGGIORE SICUREZZA STRADALE RISULTA ESSERE UN OBIETTIVO FONDAMENTALE: il DPCM DEL 12 GENNAIO 2017 IN ITALIA.

I piani d’intervento devono essere concepiti affinché colgano i diversi profili dei conducenti, professionalmente attivi oppure no nel trasporto, promuovendo così una crescente consapevolezza riguardo ai rischi dovuti a comportamenti responsabili nei propri atteggiamenti durante la guida.

La misurazione dell’efficacia di tali programmi si avvale di indagini specifiche che monitorano cambiamenti nei comportamenti e nella percezione del rischio.

Sensation Seeking Scale-V: Strumento per misurare il tratto di ricerca di sensazioni, suddiviso in quattro dimensioni: avventura, esperienza, disinibizione e suscettibilità alla noia (Zuckerman, 1994).

Un elemento chiave è la comprensione del locus of control, ovvero la percezione che un individuo ha circa la causa degli eventi che lo riguardano. Un eccessivo aumento nella percezione di un locus of control interno (la convinzione di poter controllare gli eventi, anche quelli imprevedibili) può paradossalmente esporre a maggiori rischi, portando a una sottovalutazione dei pericoli e a un’eccessiva fiducia nelle proprie capacità, ignorando i limiti fisici e ambientali. È quindi cruciale educare a una percezione del rischio realistica e bilanciata, che riconosca l’interazione tra le proprie azioni e fattori esterni incontrollabili. Il nuovo intervento legislativo relativo al codice della strada ha ricevuto l’approvazione dalla Camera dei deputati e si rivela necessario per affrontare i fattori di rischio, con impatti diretti sul sistema sanitario chiamato a occuparsi delle conseguenze generate dagli incidenti stradali.

Nell’ambito delle informazioni fornite dal Piano Sanitario Sicurezza Stradale 2030 è stato evidenziato che oltre il 90% degli incidenti è riconducibile a errori umani. Questa statistica rimarca fortemente l’urgenza di intervenire in modo concreto per modificare le abitudini alla guida. Tra le metodologie suggerite emerge l’approccio psicologico al traffico: queste includono pratiche come la mindfulness e tecniche per una migliore gestione emotiva nei programmi attuati per la prevenzione. Stando ai dati provenienti da studi recentissimi, tali strategie possono dimostrarsi particolarmente efficaci nel potenziare l’autoconsapevolezza degli automobilisti e nel miglioramento della loro abilità nel controllare reazioni impulsive, facilitando così scelte più sicure al volante.

Oltre il semaforo spento: costruire una cultura della sicurezza mentale

L’analisi fino a questo momento ha evidenziato un insieme articolato e intricato fra tratti caratteriali distintivi, disturbi psicologici post-traumatici, nonché l’incidenza degli incidenti stradali. Questo non può essere relegato esclusivamente a questioni normative infrante; al contrario, rappresenta una problematica rilevante che solleva interrogativi circa la nostra comprensione dell’intelletto umano e del suo influsso sulle azioni alla guida. Comportamenti quali l’eccesso velocistico, la disattenzione alle distanze necessarie e attitudini avventate riflettono spesso questioni interiorizzate: dalla spinta verso esperienze intense all’impulsività o alla scarsissima gestione emotiva. La tendenza diffusa a considerare accettabile correre a 140 km/h – pur essendo questo altamente rischioso – denota una evidente alterazione cognitiva nell’interpretazione dei rischi correlati alle proprie abilità.

Sotto l’aspetto della psicologia cognitiva, gli aspetti relativistici della sicurezza durante la conduzione dei veicoli risultano ampiamente influenzati da come ciascun soggetto gestisce le informazioni ricevute, formula scelte decisionali e interpreta il concetto stesso di rischio.

La cosiddetta “illusione di invulnerabilità”, un bias cognitivo comune, porta molte persone a credere di essere meno suscettibili agli incidenti rispetto alla media. Questo può essere amplificato in individui con tratti narcisistici o un locus of control interno estremo, che sottovalutano i pericoli ambientali e sopravvalutano la propria abilità di guida. L’efficacia della prevenzione, quindi, non risiede solo nell’inasprimento delle sanzioni, ma nella modificazione di queste distorsioni cognitive e dei comportamenti ad esse associati.

A un livello più avanzato di psicologia comportamentale, si osserva come l’esposizione ripetuta a stimoli rischiosi possa portare a una desensibilizzazione. Guidare ad alta velocità o compiere manovre spericolate può innescare un circuito di ricompensa nel cervello, rafforzando i comportamenti pericolosi. La sensation seeking, in questo senso, non è solo una predisposizione ma un ciclo che può autoalimentarsi, rendendo sempre più difficile per l’individuo modulare le proprie azioni. I programmi di intervento più efficaci dovrebbero quindi mirare a spezzare questi cicli attraverso tecniche di rinforzo positivo per comportamenti sicuri e strategie di gestione dell’ansia e dello stress in situazioni di guida.

Le basi biologiche del sensation seeking: Secondo Zuckerman, l’interazione tra sistemi neurotrasmettitoriali come quello dopaminergico e quello serotoninergico è alla base del craving di nuove esperienze.

È cruciale che ciascuno di noi rifletta sul proprio stile di guida e sulle motivazioni che lo animano. Siamo veramente consapevoli dei rischi che corriamo e che facciamo correre agli altri? O siamo guidati da una ricerca inconscia di adrenalina, da frustrazioni quotidiane o da una semplice sottovalutazione delle conseguenze? La strada è un luogo condiviso, dove le scelte individuali hanno un impatto collettivo. Coltivare una cultura della sicurezza stradale significa, in ultima analisi, coltivare un maggiore senso di responsabilità e una più profonda consapevolezza di sé, non solo alla guida, ma in ogni aspetto della nostra vita. Solo così potremo passare da un approccio reattivo, che interviene solo dopo l’incidente, a uno proattivo, che agisce sulle radici psicologiche del rischio, costruendo un futuro più sicuro per tutti.

Glossario:
  • Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD): condizione psicologica che può insorgere dopo un evento traumatico, caratterizzata da sintomi intrusivi e di evitamento.
  • Sensation Seeking: tratto di personalità orientato alla ricerca di esperienze intense e alla tolleranza bassa delle frustrazioni.
  • Locus of Control: teoria psicologica che distingue tra la convinzione che i risultati della vita siano determinati dalle proprie azioni (interno) o da fattori esterni.

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