Marketing subliminale e neuromarketing: cosa si nasconde dietro le nostre scelte?

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  • Il marketing subliminale mira a influenzare l'inconscio con flash di frazioni di secondo.
  • Il neuromarketing usa fMRI ed EEG per studiare le reazioni cerebrali.
  • La legge n. 166 del 2004 vieta la pubblicità subliminale in Italia.

Il marketing subliminale si configura come una branca della comunicazione commerciale che opera al di sotto della soglia di percezione cosciente dell’individuo, mirando a influenzare i suoi processi decisionali e comportamenti d’acquisto in modo inconsapevole. Questa strategia si basa sull’utilizzo di stimoli visivi o sonori presentati per un lasso di tempo estremamente breve, o celati all’interno di contesti più ampi, rendendoli impercettibili alla mente consapevole ma accessibili all’inconscio. Il termine “subliminale”, derivante da “sub-limen”, indica proprio la natura “sotto la soglia” di tali messaggi.

Le tecniche impiegate nel marketing subliminale sono diverse e sofisticate. Tra le più diffuse vi è l’inserimento di brevissimi flash, immagini o suoni riprodotti per una frazione di secondo, tempo insufficiente per una elaborazione consapevole da parte del cervello umano, ma sufficiente per imprimerli a livello inconscio. Un altro approccio consiste nel product placement, dove un prodotto viene strategicamente collocato all’interno di una scena di un film o di una serie TV, in modo che lo spettatore lo visualizzi senza percepire tale esposizione come un atto pubblicitario diretto. Un approccio strategico molto intrigante è rappresentato dall’impiego creativo dei colori e delle immagini; essi possono infatti suscitare determinate emozioni oppure stabilire legami concettuali ben precisi nella mente degli osservatori.
Consideriamo per esempio come l’uso mirato delle palette cromatiche insieme ad alcune iconografie riesca a indirizzare le azioni del pubblico senza mai ricorrere esplicitamente alle parole; tale processo avviene grazie all’attivazione automatica delle reazioni emotive già presenti nel soggetto. Anche la reiterazione incessante di sonorità o frasi sottostanti — realizzata con volumi contenuti oppure celata da altri suoni — tende a plasmare lo stato d’animo dell’audience portandola verso certi comportamenti più favorevoli al messaggio veicolato dai marketer. Sebbene tali strategie possano sembrare sottilmente invisibili per chi vi viene esposto, è evidente come riescano a influenzare profondamente gli strati più inconsci della mente umana riguardo ai processi decisionali inerenti agli acquisti.
Il primario intento della comunicazione subliminale nel marketing è quello di infondere subdolamente nell’individuo un messaggio profondo correlato con uno specifico bene o servizio. Questo meccanismo persuasivo orienta così gli acquisti del consumatore anche in assenza della sua consapevolezza totale circa ciò che avviene alla base della propria scelta: ogni mossa pianificata si rivela volta quindi non tanto alla logica quanto piuttosto alla sfera emotiva, contribuendo così a dare vita a risultati indubbiamente significativi.

Neuromarketing: la scienza dietro la percezione inconscia

Il fenomeno del neuromarketing incarna un connubio avanguardistico tra il regno delle neuroscienze e le pratiche strategiche del marketing. Esso offre una chance irripetibile per decifrare i meccanismi neurofisiologici connessi alle scelte d’acquisto degli utenti. Qualificata come parte integrante della vasta sfera della neuroeconomia, questa disciplina esplora il comportamento cerebrale nella reazione agli input pubblicitari – fra cui spiccano quelli subliminali – indagando i modi in cui questi vengono assimilati e generano risposte neurali pertinenti.

Le ricerche condotte nel settore del neuromarketing hanno evidenziato che gran parte degli impulsi sensoriali ai quali siamo soggetti viene recepita dal nostro cervello anche senza il riconoscimento consapevole da parte nostra. Tale aspetto è particolarmente significativo nel caso della percezione subliminale: uno stimolo così tenue o momentaneo da sfuggire alla nostra attenzione cosciente può tuttavia venire trattato nell’ambito dell’inconscio; tale processamento esercita poi influenza su emozioni e condotte comportamentali. L’uso tecnico avanzato di metodologie neuroscientifiche – incluse la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’elettroencefalografia (EEG) – consente così di osservare l’attività nelle regioni cerebrali correlate a input subliminali; queste evidenze servono da fondamento empirico circa la loro facoltà di incidere sui percorsi cognitivi ed affettivi antecedenti alla scelta definitiva inerente all’acquisto.

Studi Recenti sul Neuromarketing: Secondo ricerche recenti, la pubblicità subliminale è più efficace quando si allinea con i bisogni attuali del consumatore. Ad esempio, uno studio del 2006 ha dimostrato che i consumatori assetati rispondono maggiormente a messaggi pubblicitari subliminali relativi a bevande.
Brain Diagram

L’efficacia della pubblicità subliminale, sebbene oggetto di dibattito, è stata indagata anche in chiave neuromarketing. Si è evidenziato che, nonostante la sua potenziale capacità di bypassare la percezione cosciente, la sua reputazione come strumento invasivo e manipolatorio può limitarne l’accettazione e l’impatto positivo a lungo termine. Tuttavia, la ricerca continua a esplorare come queste influenze possano attivare emozioni non consapevoli, determinando comportamenti di acquisto che prescindono dalla piena razionalità del consumatore.

Cosa ne pensi?
  • 💡 Interessante come il neuromarketing riveli processi decisionali inaspettati......
  • 🤔 Il marketing subliminale: manipolazione o solo persuasione sottile...?...
  • 😠 Trovo inquietante l'idea di essere influenzati inconsciamente......

Questioni etiche e implicazioni legali nel contesto italiano

L’impiego del marketing subliminale solleva complesse questioni etiche e legali, specialmente in un contesto normativo come quello italiano, che mira a tutelare il consumatore da pratiche manipolatorie. La preoccupazione principale risiede nella sua natura ingannevole, poiché influenza le scelte individuali senza il loro consapevole consenso, potendo configurare una vera e propria forma di manipolazione mentale.

In Italia, la legge è chiaramente schierata contro questa pratica. La legge n. 166 del 2004 stabilisce inequivocabilmente il divieto di ogni forma di pubblicità subliminale, definendola come “qualsiasi messaggio pubblicitario che, presentato al di sotto della soglia di percezione conscia dell’individuo, possa condizionare il comportamento del pubblico”. Questa definizione enfatizza che, ai fini della protezione del consumatore, il messaggio non deve solo essere presente, ma deve essere anche percepito in modo consapevole dall’individuo. Inoltre, l’articolo 7 della stessa legge rafforza questi principi, disponendo che “i messaggi pubblicitari non possono contenere immagini o riferimenti diretti o indiretti alla sessualità o alla violenza o essere comunque in contrasto con i principi di correttezza e di buona fede della comunicazione commerciale”.

Le implicazioni legali per le aziende che violano tali normative sono significative. Le sanzioni possono variare da multe salate a ordini di cessazione dell’attività pubblicitaria, e nei casi più gravi, possono arrivare fino alla chiusura dell’attività commerciale. Oltre alle conseguenze legali dirette, l’utilizzo di una comunicazione pubblicitaria ingannevole o fuorviante comporta danni reputazionali ingenti. Un brand percepito come manipolatorio o poco etico rischia di perdere la fiducia dei consumatori, con impatti negativi a lungo termine sulla sua immagine e sulla sua posizione di mercato.

Un caso emblematico è quello che coinvolse McDonald’s nel 2000, accusato di aver inserito un messaggio subliminale (“fame”) in un annuncio televisivo per il menù Happy Meal, al fine di stimolare l’appetito dei bambini. Sebbene l’azienda abbia sostenuto che si trattasse di un errore non intenzionale, fu costretta a ritirare l’annuncio e a pagare una multa di 10 milioni di dollari. Un altro esempio celebre è il caso Red Bull nel 2013, accusata di pubblicità ingannevole per lo slogan “Red Bull ti dà le ali”, che suggeriva un miglioramento delle prestazioni fisiche non scientificamente provato. Nonostante la difesa aziendale, nel 2014 Red Bull accettò di pagare 13 milioni di dollari negli Stati Uniti e di modificare le proprie comunicazioni per chiarire che i benefici energetici erano di natura mentale e non fisica. Questi esempi sottolineano l’importanza cruciale per le aziende di conoscere e rispettare le normative sul marketing subliminale e di garantire la veridicità delle proprie dichiarazioni pubblicitarie.

Nuove Normative: L’entrata in vigore del Digital Services Act (DSA) e del Digital Markets Act (DMA) impone nuove regole per la pubblicità personalizzata e la profilazione, incidendo anche sulle tecniche di marketing subliminale.

Riflessioni sull’impatto sulla mente del consumatore

Il marketing subliminale, con la sua capacità di agire a un livello sub-conscio, ci invita a riflettere profondamente sui meccanismi della percezione e dell’influenza nel contesto della psicologia cognitiva e comportamentale. A un livello basilare di psicologia cognitiva, sappiamo che il nostro cervello elabora continuamente una quantità enorme di informazioni provenienti dall’ambiente circostante. Non tutte queste informazioni raggiungono la nostra consapevolezza cosciente; molte vengono processate a un livello pre-attentivo o implicito. Il marketing subliminale sfrutta proprio questa caratteristica intrinseca del nostro sistema cognitivo: la capacità di registrare stimoli che sfuggono alla nostra attenzione focale, ma che possono comunque depositarsi nella memoria implicita e influenzare le nostre associazioni, preferenze e, in ultima analisi, le nostre decisioni. È come se il cervello, pur non avendo “notato” esplicitamente un messaggio, ne avesse comunque percepito l’essenza, creando un’impressione che può emergere in un momento successivo, magari al banco di un supermercato. Esaminando da una prospettiva avanzata, il tema del marketing subliminale si intreccia con la psicologia comportamentale ed emerge come materia controversa e soggetta a scrutinio. Questa modalità promozionale non genererebbe transazioni immediate alla stregua delle forme più manifeste d’influenza; tuttavia, è capace di creare meccanismi di condizionamento. Un’esposizione continuativa agli elementi subliminali ha il potenziale per instaurare associazioni favorevoli o intensificare inclinazioni già esistenti nel tempo. Si può osservare tale dinamica come se fosse un procedimento raffinato simile al condizionamento classico: uno stimolo inizialmente neutro (ovvero il messaggio sottoposto) si collega progressivamente a emozioni specifiche o aspirazioni relative ai prodotti pubblicizzati. Anche in mancanza totale della nostra consapevolezza diretta, questo processo è suscettibile ad attivarsi. Anche se le conseguenze su scala psichica sembrano distanti da noi stessi come individui dotati della propria libertà deliberativa, dovremmo riflettere sull’impatto accumulativo dei messaggi che cercano astutamente di aggirare i nostri sistemi critici: questa riflessione ci porta quindi all’interrogativo sulla reale portata della nostra autonomia nelle scelte quotidiane in quest’epoca contraddittoria abbondante in suggestioni invisibili. Questo non porta necessariamente a “traumi” nel senso clinico, ma può suscitare una certa frustrazione o un senso di manipolazione quando si scopre di essere stati influenzati senza accorgersene.

La vera riflessione personale che scaturisce da questo tema è sulla nostra responsabilità nell’essere consumatori consapevoli. In un’epoca dove le tecniche di persuasione sono sempre più sofisticate e scientificamente fondate, è fondamentale sviluppare una maggiore alfabetizzazione mediatica e critica. Non si tratta di vivere nella costante diffidenza, ma di coltivare la capacità di mettere in discussione le nostre preferenze spontanee, di chiederci da dove provengano i nostri desideri e le nostre decisioni, soprattutto quelle che sembrano “sorgere dal nulla”. Comprendere che non tutte le informazioni che influenzano le nostre scelte arrivano attraverso canali consapevoli ci spinge a essere più attenti, a investigare le motivazioni dietro i nostri acquisti e a valorizzare la trasparenza nelle comunicazioni commerciali. In fondo, la libertà di scelta non è solo l’assenza di costrizioni esterne, ma anche la capacità di comprendere le forze, visibili e invisibili, che cercano di dirigerci.

Glossario:
  • Marketing subliminale: tecnica di marketing che mira a influenzare le decisioni dei consumatori al di sotto della soglia della percezione conscia.
  • Neuromarketing: disciplina che applica le neuroscienze per studiare il comportamento dei consumatori.
  • Product placement: pratica di inserire prodotti all’interno di opere di intrattenimento per promuoverli.

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