Disturbi alimentari: Lombardia investe, Milano sensibilizza

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  • Lombardia investe 5,7 milioni di euro in centri specializzati per DNA.
  • Strutture con massimo 20 posti, degenza fino a 24 mesi.
  • Milano4MentalHealth punta sul legame sport e salute mentale nel 2025.
  • Aumento dell'80% dei ricoveri per DNA durante la pandemia.
  • Guarigione nel 75% dei casi se curati entro 2 anni.

Un investimento di 5,7 milioni di euro

La Regione Lombardia ha annunciato uno stanziamento notevole, precisamente 5,7 milioni di euro, destinato all’istituzione di centri di cura specializzati per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA). L’iniziativa, caldeggiata dall’assessore al Welfare Guido Bertolaso, intende riorganizzare l’offerta di assistenza sul territorio, strutturando un percorso di cura integrato che consideri aspetti medici, psicologici e terapeutici. L’intento è di contrastare in modo efficace una problematica in crescita, fornendo un supporto solido ai pazienti e alle loro famiglie.

La delibera prevede la creazione di strutture specializzate sia per adulti che per minori colpiti da anoressia, bulimia e altri disordini alimentari. Ciascuna struttura avrà una disponibilità massima di 20 posti, al fine di garantire un percorso su misura per ogni paziente, con una degenza massima di 24 mesi. La Regione ha fissato una retta giornaliera di 300 euro per paziente, assicurando un investimento annuo di circa 5,72 milioni di euro a partire da gennaio 2026. Tale finanziamento punta a erogare un’assistenza di elevata qualità a chiunque ne abbia bisogno, ponendo la persona e le sue vulnerabilità al centro del sistema di cura.

“Milano4MentalHealth”: un focus sulla salute mentale e lo sport

Parallelamente all’impegno regionale, il Comune di Milano rilancia l’iniziativa “Milano4MentalHealth”, un evento annuale dedicato alla promozione della salute mentale. L’edizione 2025, in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Milano-Cortina 2026, si concentrerà sul legame tra salute mentale e sport, evidenziando come l’attività fisica e uno stile di vita sano possano contribuire al benessere psicologico. L’iniziativa, che si svolgerà per tutto il mese di ottobre, offrirà ai cittadini l’opportunità di accedere a informazioni su progetti, attività di prevenzione e possibili azioni individuali da intraprendere. Questo evento rappresenta un’importante occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salute mentale e per promuovere una cultura del benessere a livello comunitario.

L’iniziativa “Milano4MentalHealth” prende vita grazie alla sinergia tra diverse entità cittadine – associazioni, istituzioni, realtà sanitarie e imprese – che condividono la profonda convinzione che il benessere psicologico sia un patrimonio collettivo. L’edizione 2025 servirà inoltre da piattaforma per la condivisione dei risultati e delle acquisizioni derivanti dalla co-progettazione sulla salute mentale, sostenuta finanziariamente dal Comune di Milano, con interventi tangibili su aspetti quali l’abitare, il mondo del lavoro, le situazioni di grave marginalità e il superamento dello stigma sociale.

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  • 5.7 milioni? 🤔 Non saranno sufficienti, visto l'aumento dei casi e......
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L’emergenza disturbi alimentari: un quadro preoccupante

La situazione dei disturbi alimentari in Italia è allarmante, con un aumento significativo dei casi, soprattutto tra i giovani. Un appello recente lanciato dal padre di una ragazzina di 11 anni affetta da anoressia ha evidenziato la carenza di posti letto e di strutture specializzate in grado di fornire cure adeguate. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente aggravato la situazione, portando a un incremento degli ingressi in pronto soccorso per disturbi neuropsichiatrici, con i disturbi del comportamento alimentare tra le cause principali. Secondo la Società Italiana di Pediatria, nel primo anno di pandemia si è registrato un aumento di oltre l’80% degli ingressi per queste problematiche.

Il dottor Leonardo Mendolicchio, psichiatra psicoanalista specializzato nella cura dei disturbi alimentari, ha sottolineato come la carenza di luoghi di cura fosse già presente nel 2019, con circa 900 posti letto in tutta Italia a fronte di un 4% della popolazione affetta da problematiche alimentari. Attualmente, la situazione è peggiorata, con un aumento dei casi e una riduzione delle risorse disponibili a causa dell’emergenza Covid-19. Mendolicchio ha evidenziato la necessità di strutture specializzate per curare adeguatamente questi disturbi, paragonandoli a patologie oncologiche di grande complessità, in quanto riguardano sia la psiche che il corpo. Inoltre, ha sottolineato come l’età di esordio dei disturbi si sia abbassata, con casi di bambini che si ammalano già a 10 anni.

La pandemia ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale dei giovani, portando a un aumento dei disturbi alimentari e a un esordio più precoce. La fragilità adolescenziale, accentuata da fattori culturali, sociali ed economici, ha reso i ragazzini più vulnerabili a queste problematiche. L’isolamento sociale, le paure e le incertezze legate alla pandemia hanno portato molti adolescenti a proiettare le loro ansie sul cibo e sul corpo.

Nonostante la gravità della situazione, Mendolicchio ha evidenziato come l’anoressia sia una malattia con un’alta mortalità, ma anche con un’alta percentuale di guarigione, pari al 75% dei pazienti che iniziano le cure entro 2 anni dall’esordio. Per questo motivo, è fondamentale una diagnosi precoce e un intervento tempestivo, affidandosi a professionisti competenti. A livello politico-istituzionale, Mendolicchio ha suggerito la creazione di una cabina di regia ministeriale sul tema dei disturbi alimentari, in grado di pianificare e monitorare le azioni delle regioni, garantendo un’offerta assistenziale omogenea su tutto il territorio nazionale.

Un impegno costante per la cura e la prevenzione

La Regione Emilia-Romagna ha riaffermato la sua dedizione nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi alimentari, riconoscendoli come una priorità sanitaria urgente. Nel 2021, sono stati assistiti 2.008 pazienti, con un incremento del 27,5% rispetto all’anno precedente. L’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, ha rassicurato pazienti e famiglie, garantendo che il sistema di supporto e cura non subirà tagli, nonostante le riduzioni previste nella legge di bilancio. Donini ha sottolineato come lo Stato non possa abbandonare questi cittadini, lasciando completamente sulle spalle delle Regioni l’onere delle cure.

L’Emilia-Romagna ha introdotto un’architettura organizzativa all’avanguardia, fondata sui Programmi PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) implementati dalle Aziende USL e dalle Aziende Ospedaliero-Universitarie, con l’intento di costruire una rete assistenziale integrata e incentrata sulla persona. I team multidisciplinari operano sinergicamente per assicurare la fluidità e la coerenza dei percorsi terapeutici, instaurando altresì collaborazioni solide con i centri specializzati e le diverse componenti della rete dei servizi sanitari. Le cure vengono fornite attraverso svariate modalità: si va dalla terapia in regime ambulatoriale, alla riabilitazione psico-nutrizionale in strutture diurne o residenziali, sino al ricovero ospedaliero per gestire le emergenze di tipo metabolico.

Il servizio offerto rivolge attenzione anche ai familiari dei giovani in cura, in particolare se minorenni, con iniziative di supporto volte a renderli parte attiva del processo terapeutico. La collaborazione con le associazioni di volontariato e di auto-aiuto è particolarmente intensa, soprattutto per accrescere la consapevolezza su queste tematiche.

Oltre i numeri: un approccio umano alla cura dei disturbi alimentari

Gli investimenti e le iniziative regionali rappresentano un passo importante nella lotta contro i disturbi alimentari, ma è fondamentale non dimenticare l’aspetto umano di questa problematica. Dietro ogni numero, dietro ogni statistica, ci sono persone che soffrono, famiglie che lottano e professionisti che si impegnano quotidianamente per offrire un aiuto concreto. È essenziale promuovere una cultura dell’ascolto, dell’empatia e della comprensione, per superare lo stigma e favorire un accesso tempestivo alle cure.

In termini di psicologia cognitiva, un concetto fondamentale da tenere a mente è quello di distorsione cognitiva. Nei disturbi alimentari, i pensieri e le percezioni relativi al cibo, al peso e all’immagine corporea sono spesso distorti e irrazionali. Ad esempio, una persona con anoressia potrebbe percepire il proprio corpo come sovrappeso anche quando è gravemente sottopeso. Riconoscere e affrontare queste distorsioni cognitive è un passo cruciale nel processo di guarigione.

Un concetto più avanzato, sempre nell’ambito della psicologia cognitiva, è quello di schema maladattivo. Gli schemi maladattivi sono modelli di pensiero e comportamento disfunzionali che si sviluppano durante l’infanzia e che influenzano il modo in cui una persona percepisce se stessa, gli altri e il mondo. Nei disturbi alimentari, gli schemi maladattivi possono contribuire a mantenere i comportamenti disfunzionali e a ostacolare il processo di guarigione. Ad esempio, una persona con un disturbo alimentare potrebbe avere uno schema maladattivo di “deprivazione emotiva”, che la porta a cercare conforto nel cibo o a reprimere le proprie emozioni attraverso il controllo del peso.

Riflettiamo su come la società, spesso, contribuisca a perpetuare ideali di bellezza irraggiungibili, alimentando l’insicurezza e l’insoddisfazione nei confronti del proprio corpo. È importante promuovere un’immagine corporea positiva e realistica, valorizzando la diversità e l’accettazione di sé. Solo così potremo creare un ambiente più sano e inclusivo, in cui le persone si sentano libere di esprimere la propria individualità senza il timore di essere giudicate.


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