- Il 38% delle persone sperimenta un aumento dello stress a Natale.
- Limitare le porzioni riduce l’ansia percepita durante i pasti.
- Pianificare i pasti aumenta il controllo sull'alimentazione quotidiana.
- Evitare commenti sull'aspetto fisico è fondamentale.
- L'Italia offre diverse risorse per la cura dei DCA.
- «È fondamentale onorare tanto l'accettazione, quanto l'amore».
Il periodo delle festività natalizie è solitamente carico della gioiosa atmosfera della convivialità; tuttavia, esso nasconde sfide considerevoli per gli individui affetti da disordini alimentari. Caratterizzato dalla prevalenza del cibo negli eventi sociali che ci vedono partecipi insieme ai familiari o agli amici, questo tempo dell’anno ha il potenziale per accentuare tensioni già presenti o provocarene nuove. Le pressioni sociali derivanti dalle norme culturali attinenti alle abbondanti pietanze servite possono rivelarsi estremamente gravose per chi combatte contro patologie come l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa o il disturbo da alimentazione incontrollata.
In particolare, gli individui diagnosticati con anoressia nervosa, costantemente impegnati nella battaglia contro la perdita di peso ed ossessionati dal timore del guadagno ponderale, si trovano ad affrontare una stagione festiva improntata su larghe portate culinarie in grado di innescare una spirale d’ansietà culminante nel processo festivo stesso; questa frustrazione viene esacerbata dalla presunta necessaria assunzione elevata degli stessi cibi comunemente elusi in situazioni quotidiane ed ulteriormente aggravata dal dover convivere con altri commensali. Pertanto, diviene cruciale mantenere i momenti conviviali limitando la compagnia a pochi soggetti comprensivi delle problematiche sperimentate dall’individuo interessato, evitando comportamenti denotativi dell’impossibilità a riconoscere la realtà del proprio stato emotivo rispetto al problema insorto. Minimizzare le porzioni ed eliminare visivamente una quantità ingente di cibo dalla tavola ha dimostrato efficacia nel ridurre l’ansia percepita durante i pasti. È essenziale astenersi dall’imporre al paziente cibi specifici; si deve altresì riconoscere che le difficoltà al momento del pasto possono emergere senza preavviso.
Per coloro che sono affetti da bulimia nervosa, vi è una costante apprensione relativa al peso corporeo e all’aspetto fisico: tale ansia emerge attraverso comportamenti disordinati quali episodi incontrollati d’abbuffata seguiti da strategie compensatorie come induzione del vomito, uso indiscriminato di lassativi, periodi prolungati senza assunzione alimentare o attività fisica intensa. Durante i festeggiamenti si intensificano ulteriormente questi meccanismi autodistruttivi caratterizzati dal ciclo fra compensa-restrizione-abbuffata. Il periodo immediatamente successivo ai pasti risulta essere particolarmente delicato poiché suscita pensieri ossessivi riguardanti la perdita del controllo alimentare unitamente a una concentrazione smodata sulle sensazioni corporee legate alla sazietà e al gonfiore addominale. In tal contesto appare vantaggioso mantenere limitate scorte alimentari nell’ambiente domestico onde prevenire reazioni compulsive indotte dalla disponibilità prolungata degli ingredienti potenzialmente problematici; pianificare i pasti preventivamente garantisce invece un maggiore dominio della situazione permettendo decisioni più consapevoli relative all’alimentazione quotidiana. Rimuovere i resti del pasto immediatamente dopo aver finito rappresenta una prassi preferibile; inoltre, suggerire attività capaci di deviare l’attenzione dall’alimentazione stessa così come dalla propria forma fisica o dalle percezioni corporee risulta vantaggioso, specie nella fase successiva al pasto.
In riferimento al disturbo da alimentazione incontrollata, definito dall’insorgenza di abbuffate prive degli atti compensatori tipici ad esse correlati, è fondamentale intraprendere una pianificazione accurata. Una strategia efficace consiste nel limitare le quantità alimentari a disposizione sulla tavola servendo esclusivamente porzioni predisposte precedentemente. Incrementare la consapevolezza durante i pasti attraverso pratiche di alimentazione mindful—quali consumare bocconi contenuti e masticarli con calma mentre si concentra sull’esperienza gustativa—può attenuare quel senso opprimente della perdita di autocontrollo. Analogamente si suggeriscono attività distruttive dopo il pranzo o la cena come potenziali alleati benefici. È cruciale evitare ogni forma di stigmatizzazione nei confronti delle persone affette da disturbi alimentari, permettendo loro così di esercitare un libero arbitrio nelle scelte gastronomiche senza subire pressioni legate agli stereotipi associati ai periodi festivi. Evitare commenti sull’aspetto fisico o sulle abitudini alimentari è un consiglio trasversale e fondamentale.
- Organizza occasioni speciali con persone empatiche.
- Pianifica anticipatamente i pasti e consulta i menù.
- Analizza le emozioni legate al cibo e affrontale senza sensi di colpa.
- Mantieni una regolarità nell’alimentazione e evita di saltare pasti.
- Focalizzati sui motivi per cui vale la pena affrontare il disturbo.
L’impattopsicologicodellefestivitàel’ansiadaprestazionenatalizia
Le festività natalizie, se da un lato sono un periodo di celebrazione, dall’altro possono rappresentare un momento di notevole stress psicologico per molte persone, non solo per chi soffre di disturbi alimentari. Il cosiddetto “stress natalizio” è un fenomeno riconosciuto che porta a un aumento delle richieste di supporto psicologico. Per numerosi individui, questo periodo si traduce in un mix complesso di malinconia e stress, che si manifesta nel quotidiano attraverso disturbi del sonno, alterazioni dell’appetito, aumento della tensione nelle relazioni interpersonali e una persistente stanchezza, paradossalmente accentuata dall’atmosfera festiva.
La “sindrome del Natale” o “Christmas Blues” è caratterizzata da sentimenti di tristezza, ansia e malinconia che possono rendere difficile vivere appieno le festività. Studi indicano che circa il 38% delle persone sente un aumento dei livelli di stress durante questo periodo. Questa pressione può derivare da diverse fonti: da un lato, le aspettative sociali di felicità e perfezione, che possono risultare schiaccianti; dall’altro, le dinamiche familiari, che spesso ripropongono vecchie tensioni o creano nuove. Le riunioni familiari, pur essendo un momento di unione, possono essere fonte di ansia e disagio, specialmente quando emergono commenti inappropriati sul peso, sull’aspetto fisico o sulle abitudini alimentari. La cultura della dieta, con le sue ossessioni per le calorie, i “detox” e gli “sgarri”, tende a rovinare il piacere della convivialità natalizia, trasformando un momento di piacere in una fonte di preoccupazione per il corpo e il peso.
Si parla anche di “ansia da prestazione natalizia”, una risposta emotiva e cognitiva che si manifesta con ipervigilanza e perfezionismo. Questa ansia è spesso legata al desiderio di rendere il Natale “perfetto”, dalla preparazione dei pasti ai regali, fino alla gestione delle interazioni sociali. L’idea di dover compensare in anticipo per poi “liberare i freni” durante le feste è una strategia inefficace e controproducente. Invece di preparare il corpo a presunte “abbuffate” con digiuni preventivi, sarebbe più salubre mantenere un approccio equilibrato e mindful. È importante riconoscere che il Natale non è solo sinonimo di eccessi alimentari, come dimostrano i dati dalla Romania, dove si è registrato un picco di chiamate d’emergenza durante il periodo natalizio a causa di eccessi alimentari. Queste esperienze sottolineano la necessità di un approccio più consapevole e meno ossessivo al cibo e alle feste in generale.
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Strategie di coping e supporto durante le festività
Affrontare le sfide legate ai disturbi alimentari durante le festività richiede l’adozione di strategie di coping efficaci e l’accesso a risorse di supporto specializzate. Le strategie di coping sono meccanismi che gli individui utilizzano per gestire situazioni difficili e stressanti. Nel contesto dei disturbi alimentari, queste strategie possono essere orientate sia al problema (affrontando direttamente la fonte dello stress) sia all’emozione (gestendo le reazioni emotive allo stress).
Una delle strategie chiave è la pianificazione anticipata. Questo include la definizione del menù dei pasti con anticipo per ridurre l’ansia e offrire un senso di controllo, specialmente per chi soffre di bulimia nervosa o disturbo da alimentazione incontrollata. Procedere per piccoli passi, inserendo nella pianificazione alimenti gestibili senza eccessive difficoltà, può alleviare la pressione. È cruciale evitare le restrizioni alimentari nei giorni precedenti e successivi alle feste, poiché queste possono innescare il ciclo abbuffata-restrizione. Invece di focalizzarsi su diete restrittive o digiuni compensatori, è consigliabile adottare un approccio più flessibile e intuitivo all’alimentazione.
Un’altra strategia importante è la consapevolezza alimentare. Mangiare piccoli bocconi, masticare lentamente e concentrarsi sul gusto degli alimenti può aumentare la consapevolezza e ridurre la sensazione di perdita di controllo durante le abbuffate. Distogliere l’attenzione dalle sensazioni interne di pienezza e gonfiore, dirigendola verso elementi esterni e altre attività condivise, può essere un valido aiuto nel post-pasto.
- La Piattaforma Disturbi Alimentari dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) mappa i centri di cura e le associazioni specializzate sul territorio nazionale.
- Esistono numeri verdi, come quello del SOS Disturbi Alimentari dell’USL Umbria 1, che offrono counselling telefonico.
- Organizzazioni come Animenta si occupano di prevenzione e supporto.
- L’AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso) si concentra su prevenzione, educazione, trattamento e ricerca.
- AIDAP: Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso.
- ISS: Istituto Superiore di Sanità, ente di ricerca e coordinamento per la salute pubblica in Italia.
- DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare.
Per un Natale più sereno: riconoscere e affrontare le complessità emotive
Le festività natalizie, un periodo intriso di aspettative e tradizioni, possono rivelarsi un terreno complesso per la salute mentale, specialmente per chi già affronta sfide come i disturbi alimentari. È fondamentale comprendere che le difficoltà esperite non sono un segno di debolezza personale, ma piuttosto il risultato di un’interazione complessa tra fattori psicologici, ambientali e sociali.
In psicologia cognitiva, una nozione chiave è quella delle distorsioni cognitive. Durante le festività, una persona con un disturbo alimentare potrebbe cadere nella trappola del “pensiero tutto o niente”, credendo che un singolo sgarro o un pasto abbondante comprometta irrimediabilmente il proprio percorso. Oppure, potrebbero manifestarsi catastrofizzazioni riguardo alle conseguenze di un pasto fuori controllo. Riconoscere e mettere in discussione questi schemi di pensiero irrazionali è il primo passo per un cambiamento. Non si tratta di eliminare il desiderio o la paura, ma di ridimensionarli attraverso una consapevolezza più realistica e compassionevole. Analizzando in modo più profondo una concezione della psicologia comportamentale possiamo identificare il fenomeno dell’evitamento esperienziale. È comune osservare come molte persone affette da disturbi alimentari cerchino di gestire oppure sopprimere emozioni sgradevoli come ansia o sensazione opprimente attraverso azioni evasive; questo può manifestarsi tramite pratiche estreme quali restrizioni severissime nella dieta oppure abbuffate compulsive accompagnate da rituali compensatori. Sebbene questi atteggiamenti possano offrire un conforto fugace e illusorio e momentaneamente appagante, finiscono per rinforzare l’andamento del disturbo stesso e ostacolano lo sviluppo efficace delle strategie adatte a far fronte alle difficoltà quotidiane ed ad accettarle senza paura. In tale contesto le festività assumono un’importanza particolare: la loro carica emotiva intensa insieme all’elevata esposizione a situazioni alimentari potrebbe accentuare ulteriormente questa inclinazione verso l’evitamento.
Riflettiamo: Natale e Capodanno non si riducono semplicemente ai pranzi festivi ed al consumo smodato. Abbiamo la possibilità concreta di indirizzare i nostri pensieri verso altri numerosi aspetti significativi delle tradizioni festive. Si configura quindi come un’occasione unica per nutrire la nostra gentilezza interiore, liberandoci dalla morsa delle aspettative irrealistiche e dal linguaggio tossico associato ai regimi dietetici restrittivi. Consentire a noi stessi di esprimere la nostra umanità attraverso le nostre fragilità e i nostri percorsi interiori rappresenta probabilmente il regalo più prezioso, particolarmente in un tempo nel quale risulta fondamentale onorare tanto l’accettazione, quanto l’amore.
- Linee guida del Ministero della Salute sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.
- Definizione, eziologia, diagnosi e trattamento della bulimia nervosa secondo MSD Manuals.
- Mappatura territoriale dei centri di cura per disturbi della nutrizione e alimentazione.
- Guida CBT-E dell'AIDAP per affrontare i disturbi alimentari durante le festività.