- Nel 2023, si sono verificati 166.525 incidenti in Italia.
- 32 familiari e 46 operatori supportati da iniziative psicologiche.
- Oltre 50 milioni di persone coinvolte annualmente in incidenti stradali.
Il fenomeno degli incidenti stradali costituisce una questione ardua nel contesto contemporaneo, causando un tracciato devastante fatto di sofferenza e desolazione che si estende ben oltre i traumi fisici immediatamente visibili o i danni materiali causati. Sebbene le notizie giornaliere tendano a focalizzarsi sulle statistiche relative alle vittime o ai particolari degli eventi tragici avvenuti, non si può trascurare l’importanza dell’impatto psicologico intenso e duraturo che queste situazioni portano non soltanto per coloro che vi sono direttamente coinvolti, ma anche per gli addetti al soccorso d’emergenza e i testimoni diretti. Secondo quanto riportato dall’ISTAT nel 2023, sono stati registrati complessivamente 3.039 morti e 224.634 feriti in conseguenza degli incidenti su strada in Italia; pur essendo segnalato un leggero miglioramento rispetto all’anno passato, rimane palese il perdurante clima d’allerta riguardante la sicurezza viaria. [ACI-ISTAT].
Nel 2023 si sono verificati 166.525 incidenti (+0,4%), con una mortalità di 3.039 persone (-3.8%). Ogni giorno si sono registrati circa 456 incidenti e 8,3 morti, evidenziando la necessità di focalizzare l’attenzione non solo sulla prevenzione degli incidenti, ma anche sulle conseguenze psicologiche che se ne derivano.

L’esposizione a eventi traumatici, come un grave incidente stradale, può innescare una vasta gamma di risposte psicologiche acute, che spaziano dallo shock e dalla negazione iniziali a condizioni a lungo termine come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), l’ansia generalizzata e la depressione. Queste condizioni, se non trattate adeguatamente, possono cronicizzarsi e avere un impatto devastante sulla qualità della vita dei soggetti coinvolti.
Una recente iniziativa di supporto psicologico attivata in Italia ha coinvolto 32 familiari di vittime e 46 operatori della Polizia Municipale, dimostrando l’importanza fondamentale di un intervento tempestivo e specializzato [Comune di Firenze]. I professionisti coinvolti nel primo soccorso, insieme agli psicologi specializzati nell’emergenza, affrontano ogni giorno situazioni cariche di una sofferenza incommensurabile. Questo contesto li espone in modo significativo al rischio di sviluppare problematiche psicologiche.
Il fardello silenzioso dei soccorritori: PTSD e resilienza
Gli operatori di primo soccorso – paramedici, vigili del fuoco, forze dell’ordine – sono figure eroiche che si trovano quotidianamente a fronteggiare scenari di indicibile sofferenza. La loro professione li espone ripetutamente a eventi traumatici, rendendoli particolarmente vulnerabili allo sviluppo di disturbi psicologici, in primis il PTSD. Questo disturbo, caratterizzato da sintomi intrusivi come flashback e incubi, evitamento di stimoli correlati al trauma, alterazioni negative della cognizione e dell’umore, e ipervigilanza, può compromettere gravemente la loro vita professionale e personale.
- Sintomi intrusivi (flashback, incubi)
- Sintomi di evitamento (evitare luoghi o eventi associati al trauma)
- Alterazioni cognitive e umorali (depressione, irritabilità)
- Alterazione della reattività (ipervigilanza, problemi del sonno)
La Psicologia dell’Emergenza, una disciplina in continua evoluzione, riconosce l’importanza di fornire supporto a questi professionisti. In occasione della crisi globale causata dal COVID-19, gli psicologi dell’emergenza, rivestendo un duplice ruolo, si sono affermati non solo come soccorritori ma anche come fonte di supporto per i colleghi impegnati nel salvataggio. Tale dualità ha messo in luce quanto la loro competenza risulti essenziale nelle situazioni difficili. Il progetto intitolato ANIA CARES, pertanto, ha rappresentato un progresso rilevante nella creazione del primo protocollo dedicato a una sorta di “pronto soccorso psicologico“, mirato specificamente al trattamento dei traumi legati a incidenti stradali e all’assistenza delle vittime insieme alle rispettive famiglie.
- Articolo molto utile, mette in luce un aspetto spesso trascurato......
- Davvero? Mi sembra che si esageri con la medicalizzazione......
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Le vittime silenziose: testimoni e ansia da “automobilofobia”
Oltre ai soccorritori, un’altra categoria di individui fortemente colpita dagli incidenti stradali, ma spesso dimenticata, è quella dei testimoni oculari. Anche senza essere direttamente coinvolti, assistere a un evento traumatico come un incidente stradale può avere effetti psicologici devastanti, innescando ansia, depressione e, in alcuni casi, persino il PTSD. La visione di un evento drammatico può indurre una paura generalizzata della guida e una sensazione di vulnerabilità, alimentando un senso di impotenza e la paura di non essere in grado di prevenire o evitare situazioni pericolose.

I dati recenti suggeriscono che oltre 50 milioni di persone sono coinvolte annualmente in incidenti stradali, ma trattasi di informazioni allarmanti dal punto di vista psicologico: spesso, le conseguenze psichiche, come l’ansia generalizzata e il PTSD, non vengono adeguatamente affrontate [GuidaPsicologi.it]. Un fenomeno emerso è l'”automobilofobia”, che talvolta si manifesta con comportamenti evitanti limitando la mobilità e causando isolamento sociale. Le motivazioni di questa ansia diffusa possono essere molteplici:
- Esperienze traumatiche pregresse
- Preoccupazioni per la sicurezza
- Difficoltà di controllo percepite
- Paura di giudizio altrui
- Fattori psicologici e fisiologici
Questa condizione impatta profondamente sulla vita quotidiana e sottolinea l’urgenza di fornire supporto psicologico mirato per aiutare i testimoni a elaborare il trauma e prevenire la cronicizzazione dell’ansia e della depressione.
Verso un futuro di cura e consapevolezza: strategie e percorsi di supporto
La crescente consapevolezza dell’impatto psicologico degli incidenti stradali ha portato allo sviluppo di diverse iniziative e approcci terapeutici volti a sostenere vittime, soccorritori e testimoni. L’assistenza psicologica post-incidente è riconosciuta come un elemento cruciale del recupero, in quanto permette di elaborare il trauma e prevenire lo sviluppo di disturbi a lungo termine e di supportare il lutto in caso di perdite. Professionisti della salute mentale, quali psicologi e psicoterapeuti, utilizzano tecniche basate sull’evidenza, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la terapia dell’esposizione, per aiutare le persone a superare i sintomi del trauma e a ritrovare un equilibrio nella loro vita.
- PTSD: Disturbo da Stress Post-Traumatico; condizione psicologica che può svilupparsi dopo un trauma.
- CBT: Terapia Cognitivo-Comportamentale; approccio terapeutico efficace per trattare il PTSD.
- ANIA CARES: Progetto per la fornitura di supporto psicologico alle vittime di incidenti stradali.
Progetti come ANIA CARES hanno avviato la formazione di psicologi in diverse città italiane come Milano, Roma, Campobasso e Firenze, con l’obiettivo di attivare un numero verde nazionale h24 per fornire un “pronto soccorso psicologico” per le vittime della strada e i loro familiari. È fondamentale superare lo stigma spesso associato alla ricerca di aiuto psicologico e garantire l’accessibilità ai servizi. La salute mentale, in questo contesto, deve essere considerata con la stessa urgenza e importanza della salute fisica.
Nel panorama moderno della psicologia cognitiva e comportamentale, la comprensione del trauma ha compiuto passi da gigante. Una nozione fondamentale è che il nostro cervello reagisce al pericolo attivando una serie di meccanismi di sopravvivenza istintivi, che, se non elaborati correttamente, possono portare a disfunzioni gravi e durature, come nel caso del PTSD.
Approfondendo con una nozione avanzata, la teoria dell’elaborazione emotiva del trauma suggerisce che il PTSD non è solo una memoria “cattiva” di un evento, ma piuttosto una memoria che non è stata completamente elaborata e integrata. Le terapie basate sull’esposizione mirano a rielaborare queste memorie in un ambiente sicuro.
Quindi, la prossima volta che la cronaca riporta una notizia di incidente, proviamo a spingerci oltre la superficie del fatto. Chiediamoci: quali invisibili cicatrici sta lasciando questo evento? Che impatto avrà sui soccorritori, sui testimoni, sulle famiglie? E soprattutto, riflettiamo sull’importanza di spezzare il silenzio attorno al trauma psicologico, riconoscendolo come una ferita tanto reale quanto quelle fisiche, e rendendo accessibili gli strumenti e il supporto necessari per la guarigione. Solo così potremo contribuire a costruire una società più resiliente e compassionevole.

- Comunicato ISTAT sugli incidenti stradali in Italia nel 2023: dati ufficiali.
- Dettagli sul supporto psicologico offerto a seguito di incidenti stradali a Firenze.
- Comunicato stampa ACI-ISTAT: statistiche dettagliate su incidenti, feriti e decessi nel 2024.
- Dettagli sul protocollo d'intesa tra OPT e Comune di Firenze.