- Salerno al 21° posto in Italia per frequenza di incidenti sul lavoro.
- Campania: 73 infortuni mortali nei primi quattro mesi del 2024.
- Aumento del 4,7% degli infortuni sul lavoro nel 2024 (1.090 decessi).
Attualmente la provincia di Salerno sta attraversando una grave crisi legata agli incidenti sul lavoro: i dati più aggiornati segnalano una situazione caratterizzata da allarme rosso su scala nazionale. Gli eventi calamitosi che hanno occupato le cronache recenti richiamano l’attenzione sulla necessità impellente di un rinnovamento profondo nella sicurezza dei lavoratori stessi. Nelle ultime ore sono stati registrati tre feriti nel comune di Montecorvino Pugliano; questi operai hanno subito lesioni durante il ribaltamento del cestello elevatore. Sebbene le loro condizioni stiano mostrando segnali positivi e non sembrino compromettere gravemente le loro vite attuali, ciò mette ulteriormente in evidenza quanto siano vulnerabili le circostanze nei vari cantieri della zona. Contemporaneamente ad Eboli è avvenuto il crollo rovinoso di un operaio quarantanovenne da un capannone industriale; costui ha riportato gravi fratture insieme a lesioni interne ed ha dovuto essere trasportato d’urgenza presso l’ospedale Cardarelli nel capoluogo partenopeo per sottoporsi a complicate operazioni chirurgiche. Tali episodi contribuiscono fortemente ad aggravare il già tragico consuntivo presente nella provincia salernitana: infatti essa occupa tristemente il 21° posto nell’intera Italia riguardo alla frequenza degli incidenti sul lavoro – solamente quest’anno si contano ben sei decessi riconducibili a tali eventi sfavorevoli. [Radio Alfa]
La gravità della situazione ha spinto l’ANCE AIES Salerno e il CPT (Comitato Paritetico Territoriale) a denunciare apertamente questa “maglia rossa”, chiedendo misure immediate e concrete per invertire la rotta. I dati del primo quadrimestre di quest’anno, infatti, rivelano un quadro sconfortante a livello territoriale, che impone una riflessione approfondita sui meccanismi di prevenzione e controllo. Nei primi quattro mesi del 2024, si sono registrati 73 infortuni mortali in Campania, un numero insostenibile che sottolinea la precarietà della sicurezza e l’assuefazione collettiva a queste notizie tragiche [Napoli Today]. La recrudescenza degli eventi infortunistici nel Salernitano è un campanello d’allarme non solo per la regione, ma per l’intero contesto lavorativo italiano. La questione della sicurezza sul lavoro non può essere affrontata come un mero dato statistico, ma come una priorità assoluta che tocca la vita e la salute di migliaia di individui. Gli incidenti non si limitano a causare danni fisici, spesso permanenti, ma lasciano profonde cicatrici a livello psicologico, influenzando il benessere mentale dei lavoratori e delle loro famiglie. È fondamentale comprendere il peso di queste tragedie, che si manifestano non solo con le ambulanze e i referti medici, ma con il dolore, la paura e l’incertezza che si insinuano nella quotidianità delle persone coinvolte.
Il tributo psicologico degli infortuni sul lavoro: un fenomeno sommerso
Le lesioni fisiche, pur essendo evidenti inizialmente agli occhi dell’osservatore esperto e del legislatore previdenziale stesso, vanno ben oltre ciò che possiamo constatare nel breve termine; esse comportano frequentemente stravolgimenti della salute mentale nel corso degli anni successivi all’incidente. Infatti, è stato constatato come per coloro che hanno vissuto tale dramma possano emergere molteplici difficoltà psichiche invalidanti post-trauma; tra esse si segnala il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD), il quale si concretizza attraverso flashback disturbanti seguiti da incubi ricorrenti ed episodi ansiosi accentuati, accompagnati dal tentativo attivo dell’individuo di evitare luoghi o circostanze legate all’episodio traumatico già vissuto. Questa manifestazione disfunzionale tende a incidere gravemente sulle normali mansioni quotidiane – professionali come sociali – generando quindi una spirale involutiva che trascina verso ulteriori forme afflittive nella sfera individuale. Non meno rilevante è l’insorgenza frequente dell’ansia insieme alla depressione: i soggetti interessati riportano frequentemente sintomi quali apatia cronica, alienazione sociale, insonnia perdurante insieme a schemi mentali pessimisti continuativi. Elementi come l’impotenza avvertita dai protagonisti stessi riguardo alla propria condizione, unitamente all’aggravamento della frustrazione nella riconquista dell’autonomia perduta e ai timori per potenziali nuovi incidenti, contribuiscono a irrobustire queste problematiche, facendo apparire così lo strascico del recupero non solo difficile, ma per molti versi impossibile.
I fattori di rischio per lo sviluppo di questi disturbi non sono solo intrinseci all’evento traumatico, ma sono spesso amplificati dal contesto lavorativo stesso. La pressione eccessiva, la mancanza di una cultura della sicurezza, la percezione di un supporto sociale insufficiente da parte di colleghi e superiori possono esacerbare il quadro clinico. Un ambiente lavorativo che non riconosce e non gestisce adeguatamente il post-infortunio può aggravare il trauma, prolungando i tempi di recupero e comprometendo il reinserimento. È in questo contesto che emerge la necessità cruciale di un supporto psicologico mirato, non solo per la vittima diretta, ma anche per i colleghi e i familiari che inevitabilmente subiscono un impatto emotivo significativo. Il “burnout”, spesso associato a ritmi di lavoro estenuanti e stress cronico, può anch’esso essere una conseguenza indiretta degli incidenti, quando il clima di tensione o l’iper-vigilanza costante generata dalla paura di un nuovo evento diventano insostenibili.
Settore | Denunce Totali 2024 | Variazione % 2024 vs. 2023 |
---|---|---|
Manifatturiero | 70,842 | -4.7% |
Sanità e Assistenza Sociale | 36,281 | -11.7% |
Costruzioni | 37,220 | +2.8% |
Trasporto e Magazzinaggio | 34,698 | +2.5% |
Commercio | 33,049 | +3.9% |
La scarsa attenzione a queste dinamiche psicologiche trasforma l’infortunio da evento isolato a catalizzatore di un disagio diffuso, che si propaga all’interno dell’organizzazione e nella vita personale dei soggetti coinvolti. Acquisire consapevolezza riguardo a tali dinamiche rappresenta il fondamentale punto di partenza per elaborare strategie terapeutiche e preventive proficue, capaci di elevare la salute mentale al medesimo livello della salute fisica.
- Finalmente si parla apertamente di salute mentale sul lavoro... 🧠...
- Trovo assurdo che nel 2024 ancora si muoia così... 😡...
- E se il vero problema fosse la cultura aziendale tossica...? 🤔...
Dati e prospettive: il quadro italiano della salute e sicurezza
L’esame dei dati relativi agli incidenti lavorativi nel nostro Paese offre uno scenario sfaccettato e preoccupante; ciò sottolinea l’urgenza di interventi mirati e coordinati. Nonostante le statistiche fornite da Eurostat indichino per il periodo del 2022* un tasso d’incidenti pari a 96,8 ogni diecimila lavoratori – decisamente al di sotto della media continentale che si attesta su 134,2 – è indispensabile mantenere alta l’attenzione su questo fenomeno allarmante. Le segnalazioni totali di incidenti hanno infatti subito una variazione positiva dello 0,7%*, incrementando dai 585.356 casi conclusivi nel 2023 ai presenti 589.571 nell’anno successivo. Tale aumento potrebbe sembrare marginale ma risulta tutt’altro che irrilevante all’interno di una strategia preventiva che deve rimanere prioritariamente centrale nelle politiche lavorative nazionali. Anche l’agenzia italiana competente, INAIL, segnala un incremento generale delle lesioni riportate nei luoghi di lavoro pari ad 4,7% nell’anno 1.090, corrispondente al massimo valore osservato negli ultimi anni. [Corsisicurezza Italia]
Particolarmente allarmante è il numero di decessi, che ha raggiunto quota 1.090 nel 2024, con un rischio maggiore per i lavoratori stranieri e gli ultrasessantacinquenni, categorie spesso più esposte e meno tutelate. Questi numeri non sono solo statistiche, ma rappresentano vite spezzate e famiglie colpite.
L’aspetto della salute mentale, spesso sottovalutato, emerge con forza in queste analisi. Secondo l’indagine OSH Pulse condotta dall’EU-OSHA nel 2022, il 27% dei lavoratori europei è affetto da stress, ansia o depressione causati o peggiorati dal lavoro. Questo dato sottolinea la stretta correlazione tra condizioni lavorative e benessere psicologico, evidenziando come i rischi psicosociali siano una componente sempre più rilevante del panorama della sicurezza. L’INAIL e il CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, il 16 ottobre 2023, per attivare una collaborazione finalizzata alla piena attuazione della tutela dell’integrità psicofisica. Tale accordo, con durata triennale, ha visto la firma del primo accordo attuativo il 23 luglio 2024, che disciplina gli interventi di supporto psicologico-psicoterapeutico a favore degli assistiti INAIL.
La resilienza del vissuto e il potere trasformativo del supporto
L’incidente sul lavoro non è solo un evento traumatico nel suo impatto immediato, una frattura violenta nel flusso della quotidianità. È, a un livello più profondo, un cambio di paradigma nel modo in cui un individuo percepisce se stesso, il proprio corpo, la propria autonomia e, di conseguenza, il proprio posto nel mondo. Nella psicologia cognitiva, questo si traduce in una ridefinizione degli schemi mentali: l’ambiente che prima era percepito come sicuro e prevedibile, il luogo di guadagno e di costruzione di un futuro, diventa improvvisamente un luogo di minaccia e vulnerabilità. Questa discrepanza cognitiva tra l’aspettativa e la realtà può generare un senso di smarrimento profondo, una rottura narcisistica che va ben oltre la lesione fisica.
La persona potrebbe iniziare a dubitare delle proprie capacità, a sentirsi inadeguata, sviluppando quella che in psicologia comportamentale viene definita “impotenza appresa”, una condizione in cui l’individuo smette di agire perché ha imparato, attraverso l’esperienza traumatica, che le sue azioni non influenzano l’esito degli eventi. Questa è una delle ragioni per cui il supporto psicologico nel post-trauma è così vitale: non si tratta solo di curare i sintomi, ma di ricostruire la fiducia nelle proprie risorse e nella propria capacità di affrontare il mondo esterno.
A un livello più avanzato, la psicologia del trauma ci insegna che il cervello reagisce all’evento traumatico in modi complessi, spesso alterando la funzione di aree cerebrali cruciali come l’amigdala (coinvolta nella gestione delle emozioni, in particolare della paura) e la corteccia prefrontale (responsabile del ragionamento e del controllo impulsivo). Ciò può portare a una disregolazione emotiva, dove le reazioni sembrano sproporzionate rispetto alla situazione attuale, e a una frammentazione della memoria, dove i ricordi dell’evento possono riemergere in modo intrusivo o apparire confusi. Il lavoro psicoterapeutico, in questo senso, non si limita a un colloquio empatico, ma può includere tecniche specifiche, come l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che aiutano a rielaborare i ricordi traumatici, o la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che mira a modificare i pensieri disfunzionali e i comportamenti maladattivi successivi all’evento.
- PTSD: Disturbo Post-Traumatico da Stress, un disturbo psicologico che può manifestarsi dopo un evento traumatico.
- INAIL: Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ente pubblico italiano che gestisce la previdenza infortunistica.
- EMDR: Eye Movement Desensitization and Reprocessing, una terapia psicologica per il trattamento di traumi.
- CPT: Comitato Paritetico Territoriale, organo di coordinamento per la sicurezza sul lavoro.
- Comunicato stampa di ANCE AIES Salerno sulla situazione degli infortuni a Salerno.
- Sito ufficiale del CPT Salerno, per approfondire le iniziative sulla sicurezza.
- Pagina dell'Ospedale Cardarelli con dettagli sulla chirurgia ad alta specializzazione pancreatica.
- Dati ISTAT sugli incidenti stradali in Campania, utile per il contesto.