Videogiochi e memoria: scopri come influenzano la tua mente!

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  • Nel 2013, i videogiochi migliorano attenzione, memoria e velocità di risposta.
  • Il 60% dei videogiocatori migliora il benessere psicologico giocando a Zelda.
  • Nel 2023, National Geographic ha elogiato Tetris per i benefici mentali.

Il panorama dei videogiochi, in continua evoluzione, solleva interrogativi cruciali riguardo al loro impatto sulla memoria e sulla salute mentale, in particolare per quanto concerne l’esposizione a contenuti iperrealistici o potenzialmente traumatici. L’anno 2024 ha segnato una svolta nell’industria videoludica, caratterizzata da un’ondata di licenziamenti che ha evidenziato le dinamiche complesse di un settore in forte crescita ma anche in rapida trasformazione. In questo contesto, l’interesse si sposta su come le esperienze simulate, talvolta estremamente realistiche, possano interagire con i processi cognitivi umani, influenzando la formazione e il recupero dei ricordi. La memoria, infatti, si configura come un fenomeno enigmatico, dove le esperienze vissute, soprattutto nell’infanzia, plasmano profondamente i comportamenti adulti. Un videogioco come “Mysterious Skin”, sebbene non direttamente citato come appartenente all’ambito videoludico, evoca la persistenza del passato e la sua influenza sulla psiche, un tema che trova eco nell’analisi degli effetti a lungo termine dell’immersione in mondi virtuali complessi.

Studi recenti hanno iniziato a esplorare l’interazione tra videogiochi e capacità cognitive. È stato osservato che la navigazione in ambienti virtuali, in particolare, può portare a un miglioramento significativo della memoria, stimolando l’ippocampo, la struttura cerebrale fondamentale per la conversione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine. Questa osservazione risale già al 2013, quando venne evidenziato un notevole incremento non solo dell’attenzione, ma anche della memoria e della velocità di risposta in soggetti impegnati in attività videoludiche regolari. Alcune ricerche, come quelle del 2022 o persino del 2024, suggeriscono addirittura che i bambini che giocano abitualmente tendono a mostrare una memoria e tempi di reazione superiori rispetto ai loro coetanei. È interessante notare che uno studio recente condotto dall’Imperial College di Londra ha rivelato che il 60% dei videogiocatori riporta un miglioramento del benessere psicologico durante il gioco, momenti in cui esplorano mondi fantastici come nella serie “The Legend of Zelda” [NeuroNews 2025]. Questo dibattito sulla correlazione tra videogiochi e benessere cerebrale continua a evolversi, con nuove scoperte che arricchiscono la comprensione di un fenomeno sempre più pervasivo.

Video Game Therapy: Questo approccio innovativo utilizza i videogiochi come strumenti terapeutici, favorendo il rilascio di emozioni e migliorando il benessere psicologico. Attraverso esperienze videoludiche, i pazienti possono esplorare e rielaborare le loro esperienze emotive in un contesto sicuro e immersivo.

La tecnologia dell’intelligenza artificiale (IA) nei videogiochi sta aprendo nuove frontiere per la ricerca sulla mente umana. Gli NPC (personaggi non giocanti) alimentati dall’IA possono interagire con i giocatori in modi sorprendentemente realistici e imprevedibili, creando esperienze di gioco più complesse e arricchenti. Queste interazioni, sebbene simulate, possono potenzialmente stimolare il cervello in modi analoghi alle interazioni sociali reali, con possibili ripercussioni sulla formazione di ricordi ed emozioni. Un caso esemplare che dimostra il potere benefico dei videogiochi sul benessere psicologico è rappresentato da Tetris. Pur essendo un gioco risalente a epoche precedenti rispetto agli attuali canoni di modernità videoludica, nel 2023 National Geographic ha messo in luce come questo aggraziato puzzle digitale, tra i titoli con il maggior numero di vendite globali, possa apportare vantaggi significativi alla salute mentale. Ciò indica una promettente possibilità terapeutica insita nei giochi elettronici che sarà oggetto di maggiore approfondimento successivamente.

Videogiochi e traumi: il confine sottile tra simulazione e realtà

La questione più delicata riguarda la possibilità che i videogiochi, specialmente quelli con contenuti violenti o che riproducono esperienze traumatiche, possano influenzare la percezione della realtà e la gestione dei traumi. Titoli come “Ad Infinitum”, recensito nel 2023, esplorano i traumi di guerra attraverso gli occhi di un soldato, offrendo uno spaccato crudo degli orrori bellici. Se da un lato questi giochi possono rappresentare un mezzo per elaborare (o simulare l’elaborazione di) eventi storici e le loro conseguenze psicologiche, dall’altro sorge il quesito su come l’immersione in tali narrazioni possa impattare individui con una potenziale vulnerabilità o che siano già stati esposti a eventi traumatici nella vita reale. L’articolo dedicato ai “peggiori videogiochi da regalare a Natale” del 2023, che sconsiglia alcuni titoli per i più piccoli al fine di evitare “traumi e incubi”, sottolinea implicitamente la preoccupazione che contenuti inappropriati possano generare turbamento. Questa preoccupazione si estende al concetto di memoria traumatica, ovvero la rievocazione involontaria e spesso vivida di eventi passati, che potrebbe essere in qualche modo influenzata da esperienze virtuali ripetute. A novembre 2023, Sanità Digitale ha ribadito che i videogiochi sembrano migliorare la memoria, allenando l’ippocampo. Tuttavia, alcune ricerche meno recenti, del 2017, hanno lanciato un monito: i videogiochi d’azione, pur potendo migliorare l’attenzione visiva, potrebbero avere un impatto negativo su altre aree cerebrali. Questo suggerisce che non tutti i generi videoludici hanno gli stessi effetti e che una comprensione più approfondita è necessaria per discernere i benefici dai potenziali rischi.

Tipologie di effetti dei videogiochi Effetti Positivi Effetti Negativi
Miglioramento cognitivo Incremento di memoria e attenzione, miglioramento nella risoluzione dei problemi Potenziale dipendenza, isolamento sociale
Esperienze emotive Favoriscono la riflessione e l’elaborazione emotiva Possibilità di rievocazione di traumi
Interazione sociale Facilitano le interazioni attraverso il gioco collaborativo Correndo il rischio di desensibilizzazione

L’aspetto terapeutico dei videogiochi, noto come Video Game Therapy, sta emergendo come una nuova frontiera della cura, con evidenze che risalgono almeno al 2021. Questa terapia non si rivolge solo a bambini o ragazzi, ma riesce a coinvolgere anche giovani-adulti e adulti. La Video Game Therapy utilizza videogiochi commerciali per favorire l’esplorazione emotiva, incentivando il miglioramento della salute mentale e supportando il trattamento di disturbi psicologici. Ad esempio, è stata esplorata l’ipotesi che i videogame possano attivare diverse aree cerebrali contemporaneamente, agendo sulla produzione di dopamina e contribuendo nella diagnosi e terapia della malattia di Alzheimer. Il 16 febbraio 2024, la Camera dei Deputati ha affrontato il ruolo dei videogiochi e l’impatto dell’intelligenza artificiale in un’indagine conoscitiva sulla digitalizzazione e l’innovazione, sottolineando l’importanza di analizzare questi fenomeni in relazione alla memoria e al benessere cognitivo. È essenziale operare una chiara distinzione fra un impiego accurato, finalizzato a scopi terapeutici, e una sottoposizione irrazionale a contenuti che possono risultare sensibili. In tal senso, la disciplina della psicologia cognitiva riveste un’importanza significativa: essa consente di indagare i processi mediante cui il cervello gestisce le esperienze virtuali, valutando come tali esperienze possano fondersi o essere separate dalla memoria dei sogni reali.

Strategie di mitigazione e opportunità terapeutiche

La comprensione dell’impatto dei videogiochi sulla memoria e sulla gestione dei traumi richiede un approccio multifattoriale. Da un lato, è essenziale sviluppare strategie di mitigazione per minimizzare i potenziali effetti negativi, soprattutto sui soggetti più vulnerabili. Questo include la promozione di linee guida per lo sviluppo dei giochi, che tengano conto degli aspetti psicologici, e l’educazione dei genitori e degli educatori sui rischi e i benefici associati all’uso dei videogiochi. SpazioGames, pubblicando nel 2023 una guida ai “peggiori videogiochi da regalare a Natale” per i più piccoli, ha indirettamente sollevato il tema della responsabilità nel fornire contenuti adeguati all’età, evidenziando che alcuni titoli potrebbero generare “traumi e incubi”. Questo sottolinea l’importanza di una selezione consapevole e di una supervisione attenta.

D’altro canto, il potenziale terapeutico dei videogiochi è un campo promettente. La Video Game Therapy, riconosciuta come una nuova frontiera di cura già dal 2021, dimostra che i videogiochi, sebbene ancora oggetto di pregiudizi, possono essere strumenti efficaci. Secondo Francesco Bocci, ideatore della Video Game Therapy, i videogiochi possono trasformare l’apprendimento in un’esperienza unica, permettendo ai pazienti di esplorare nuove abilità in un contesto protetto e stimolante. L’industria videoludica ha iniziato a esplorare titoli che affrontano temi complessi come la salute mentale. Ad esempio, “Omori”, un gioco discusso nel 2021, è stato definito come un gioco “sottovalutato” che affronta temi profondi legati alla psicologia e alle emozioni, suggerendo che i videogiochi possano essere veicoli di narrazioni complesse e di introspezione. Allo stesso modo, “Fear & Hunger”, un dungeon crawler roguelite brutale ma con un preciso intento narrativo, analizzato nel 2022, esplora il concetto di “piacere della sofferenza”, mostrando come i giochi possano spingersi oltre la mera gratificazione ludica per esplorare aspetti più oscuri e introspettivi dell’esperienza umana. Questi esempi dimostrano che i videogiochi non sono solo intrattenimento, ma possono anche essere strumenti potenti per esplorare le complessità della psiche umana, potenzialmente fornendo strumenti per l’elaborazione emotiva e la resilienza. La fusione dell’intelligenza artificiale all’interno dei videogiochi, come sottolineato in un articolo del 2024, sta forgiando orizzonti innovativi nello studio della psicologia umana. Questo fenomeno non solo genera esperienze ludiche più autentiche, ma facilita anche l’emergere di nuovi approcci terapeutici.

Oltre lo schermo: la riflessione sul sé e sul ricordo

Il vasto e sempre più realistico universo dei videogiochi ci invita a una profonda riflessione su come le nostre esperienze, sia quelle vissute nel mondo fisico che quelle simulate, plasmino la nostra identità e la nostra memoria. In psicologia cognitiva, la memoria non è una semplice cassetta di archiviazione statica di eventi, ma un processo dinamico e ricostruttivo. Ciò significa che ogni volta che ricordiamo qualcosa, non stiamo semplicemente “riproducendo” una registrazione perfetta, ma stiamo attivamente “ricostruendo” quell’evento, influenzati dal nostro stato emotivo attuale, dalle nostre conoscenze pregresse e persino dalle nuove informazioni acquisite.

Approfondendo una nozione più avanzata, la teoria del doppio codice suggerisce che la memoria è codificata sia a livello verbale che non verbale (immagini, suoni, sensazioni). I videogiochi, ricchi di stimoli visivi e uditivi, attivano fortemente la codifica non verbale, rendendo le esperienze virtuali particolarmente vivide e, in alcuni casi, capaci di generare una sorta di “memoria corporea” o “sensoriale” difficilmente distinguibile da quella generata da eventi reali. Questo può essere un vantaggio in contesti terapeutici, come nella Video Game Therapy dove la simulazione può aiutare a gestire l’ansia o a riabilitare funzioni cognitive. Tuttavia, nel caso dei traumi, la mente potrebbe confondere l’intensità emotiva di un evento simulato con quella di un evento reale, rendendo più complessa la distinzione della sua origine.

Questo ci porta a una riflessione personale cruciale: in un’epoca in cui i confini tra reale e virtuale sono sempre più sfumati, come possiamo coltivare una consapevolezza critica delle nostre esperienze? Come possiamo discernere ciò che è autenticamente vissuto da ciò che è stato “simulato” dal nostro cervello attraverso il gioco? Forse la chiave non risiede nel demonizzare il progresso tecnologico, ma nel comprendere a fondo le sue implicazioni sulla psiche umana. Dobbiamo imparare a “leggere” le nostre memorie con maggiore attenzione, a riconoscere le loro sfumature e le loro origini, e ad accettare che il ricorso al gioco, così come qualsiasi altra esperienza, può arricchire o, se non gestito consapevolmente, complicare il nostro panorama interiore. La capacità di riflettere su queste dinamiche è il primo passo per un rapporto più sano e consapevole con il mondo digitale, e con noi stessi.

Glossario:
  • Video Game Therapy: Tecnica terapeutica che utilizza i videogiochi per il miglioramento del benessere psicologico e cognitivo.
  • Paziente Gamer: Termine utilizzato per descrivere le persone che utilizzano videogiochi in contesti terapeutici.
  • IA (Intelligenza Artificiale): Tecnologia che simula l’intelligenza umana in macchine, comunemente usata per migliorare l’interazione nei videogiochi.

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