Psicofarmaci tra gli adolescenti: cosa fare per arginare l’abuso?

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  • Circa 510.000 ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno usato psicofarmaci.
  • Il 12% dei minori (circa 180.000) ne ha fatto uso nell'ultimo anno.
  • Il 51,4% dei giovani affronta periodicamente stati d’ansia o depressione.
  • Solo il 70% delle scuole aveva sportelli psicologici post-pandemia, ora quasi inesistenti.
  • Stanziati 10 milioni di euro nel 2025 e 18,5 milioni dal 2026 per supporto psicologico.

## Un’Analisi Approfondita

Dati recenti mettono in luce un trend preoccupante nel campo delle dipendenze giovanili: mentre l’uso di sostanze illecite tra i ragazzi sembra diminuire leggermente negli ultimi anni, l’abuso di psicofarmaci senza controllo medico ha, paradossalmente, raggiunto livelli allarmanti. Questa situazione è evidenziata nella Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia per il 2025 e solleva interrogativi urgenti sulle ragioni e sugli effetti di questa crescente pratica, specialmente tra le adolescenti.
Il documento cita studi dettagliati condotti attraverso lo Studio ESPAD Italia nel 2024; questa ricerca ha coinvolto oltre ventimila studenti tra i quindici e i diciannove anni. I risultati indicano che circa 910.000 giovani hanno avuto contatto con almeno una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita, ma ben 620.000 di essi ne hanno fatto uso anche nell’ultimo anno. Sebbene questo dato sia lievemente migliore rispetto ai due anni precedenti, la precocità nell’uso continua a rappresentare un quadro allarmante. È noto, infatti, che più di un terzo degli intervistati aveva già sperimentato la cannabis prima ancora dei quattordici anni.

In cima alla lista delle sostanze più usate si trova sempre la cannabis, seguita dalle cosiddette Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), dai cannabinoidi sintetici; successivamente si trovano stimolanti, cocaina, oppioidi e infine allucinogeni. In particolare, ciò che desta maggiore inquietudine è l’aumento significativo dell’utilizzo di *psicofarmaci non prescritti. Più di 510.000 ragazzi, di età compresa tra i 15 e i 19 anni, li hanno usati almeno una volta nella vita; circa 180.000 minori, pari al 12%, ne hanno fatto ricorso nell’ultimo anno.

## Le Ragioni Dietro l’Aumento dell’Uso di Psicofarmaci

Le motivazioni che spiegano questa crescita del fenomeno sono complesse e diverse. Negli ultimi anni si è osservato un notevole incremento dei problemi legati a ansia, depressione,
stress scolastico, e disturbi dell’umore nella popolazione adolescenziale; un aumento reso ancora più evidente dagli eventi mondiali recenti, come la pandemia da COVID-19. Secondo i report diffusi dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (Agia), emerge che il 51,4% dei giovani affronta periodicamente stati d’
ansia o episodi prolungati di depressione.

Molti adolescenti tendono a impiegare gli psicofarmaci quasi come una forma di autotrattamento per affrontare questi disagi emotivi; questo accade spesso senza la necessaria supervisione medica. Risulta particolarmente difficile diagnosticare eventuali disturbi mentali durante l’adolescenza: le manifestazioni sintomatiche possono essere mal interpretate come fasi normali dello sviluppo o minimizzate dai contesti familiari e scolastici. A ciò si aggiunge lo stigma associato alla malattia mentale, oltre alla carenza di informazioni e alla difficoltà di accesso ai servizi sanitari psichiatrici, che ostacolano ulteriormente una diagnosi precoce.
Inoltre, gli psicofarmaci – come ansiolitici,
sedativi
e antidepressivi – sono spesso reperibili in casa: vengono sottratti senza autorizzazione dai contenitori dei farmaci personali o ottenuti tramite circuiti sociali paralleli con i coetanei. In contrasto con le sostanze illegali, vengono frequentemente visti come “innocui” o “meno rischiosi” poiché associati a un impiego terapeutico.

## Differenze di Genere e Fattori di Rischio

Un aspetto rilevante riguarda la questione della disuguaglianza di genere nella dipendenza da psicofarmaci. È interessante notare come le ragazze dichiarino con maggiore frequenza rispetto ai ragazzi la necessità di gestire aspetti legati alle emozioni, al peso corporeo e all’andamento scolastico, nonché alle relazioni personali. L’ultima indagine condotta da AlmaDiploma evidenzia che le studentesse percepiscono nettamente l’ansia come centrale nel contesto educativo: un aumento del 20% rispetto ai compagni.

La ricerca indica chiaramente che l’insorgenza di disturbi internalizzati—come ansia e depressione—è predominante tra le femmine piuttosto che tra i maschi della stessa fascia d’età. Un approfondimento realizzato nel Regno Unito su oltre 17 mila ragazzi ha rivelato come queste problematiche emergano con maggiore intensità nelle adolescenti man mano che crescono; al contrario nei giovani uomini si assiste spesso a una fase di instabilità o regressione della condizione emotiva. Tale disparità può essere spiegata attraverso un insieme complesso composto da influenze neurobiologiche e ormonali assieme ad elementi psicologici e condizioni esterne provocate dalle pressioni sociali correlate ai ruoli di genere differenti.

## Strategie di Intervento e Prevenzione

In risposta all’aumento dell’impiego indiscriminato degli psicofarmaci senza prescrizione da parte dei giovani e al persistente disagio psichico che caratterizza queste generazioni emergenti, appare cruciale un significativo investimento nella formazione sulla salute mentale. Tale intervento dovrebbe iniziare già dalla scuola secondaria inferiore. Si suggerisce l’integrazione nei curricula scolastici di tematiche riguardanti l’alfabetizzazione emotiva, la gestione dello stress e una maggiore consapevolezza riguardo all’uso dei farmaci per guidare gli studenti nel riconoscimento delle proprie emozioni e nell’acquisizione della competenza necessaria per richiedere supporto adeguato.

I dati raccolti da Almadiploma indicano una predisposizione positiva tra gli studenti verso questi argomenti: ben il 56% ha manifestato interesse per discussioni relative al benessere psico-emotivo; analogamente, oltre la metà (51%) desidera affrontare temi inerenti alla gestione dello stress e alle transizioni della vita. Tuttavia, emerge un dato interessante rispetto al fattore genere: le ragazze si mostrano propense ad approfondire tali questioni con uno scarto vicino al 20% rispetto ai maschi.

Inoltre, vi è necessità inderogabile affinché vengano istituiti sportelli psicologici nelle scuole con modalità stabili, facilmente fruibili e adeguatamente pubblicizzati. Mentre le misure attuate post-pandemia avevano contribuito ad estendere tale servizio fino al raggiungimento del ~70% delle scuole italiane, negli scorsi anni recenti si è assistito a un drammatico declino del numero attualmente disponibile, ridotto praticamente a soli due esemplari sul territorio nazionale. 500-3.000 sportelli rappresentano circa il cinquanta percento della totalità prevista.
In risposta alla situazione critica, con l’emanazione della Legge di Bilancio per l’anno 2025 è stato istituito un Fondo nazionale specificamente dedicato al servizio di supporto psicologico nelle istituzioni educative: sono allocati 10 milioni di euro per l’anno iniziale e 18,5 milioni annuali a decorrere dal 2026. Tale decisione segna una vera e propria rivoluzione: si stabilisce così che la psicologia nelle scuole diventi parte integrante e strutturale dell’intero sistema educativo italiano, abbandonando definitivamente il legame con programmi transitori o interventi limitati nel tempo.

## Un Passo Avanti: Investire nella Salute Mentale dei Giovani

L’aumento dell’uso farmacologico tra i giovani, in particolare fra le donne adolescenti, costituisce senza dubbio un motivo d’allerta non trascurabile. È essenziale che ogni componente sociale si attivi nella promozione della salute mentale e del benessere emotivo, offrendo ai ragazzi gli strumenti adeguati per fronteggiare in maniera sana gli ostacoli quotidiani.

In questo contesto emerge come fondamentale l’istituzione di un Fondo nazionale destinato al supporto psicologico scolastico; pur trattandosi solo di un primo passo verso miglioramenti significativi nell’ambito educativo. Occorre adottare una visione globale integrativa comprendente istituzioni scolastiche, famiglie, operatori sanitari insieme alla collettività intera, così da edificare uno spazio dove i giovani possano avvertire disponibilità ad esprimersi liberamente nei momenti critici.

Il ricorso agli psicofarmaci privo della dovuta supervisione medica funge da spia riguardo a problematiche profondamente radicate nei ragazzi stessi; dunque la questione richiede attenzione seria ed esperta nel suo trattamento. Solo attraverso azioni coordinate accompagnate da sensibilizzazione comune potremo contrastare tale fenomeno nocivo, assicurando alle generazioni future prospettive sane ed equilibrate per il domani. Colleghi, concediamoci uno spazio per ponderare quanto appena esplorato. I fondamenti della psicologia cognitiva dimostrano chiaramente come i nostri pensieri, siano essi positivi o negativi, plasmino non solo le nostre emozioni ma anche le azioni quotidiane. Nel caso degli adolescenti colpiti da stati d’ansia o depressione acuta vi è una tendenza marcata verso il tentativo di trovare rimedi immediati; uno dei più comuni è senza dubbio quello degli psicofarmaci. Tuttavia questa strategia si presenta come un’distrazione temporanea, escludendo dal discorso l’importanza delle cause primarie dei disagi emotivi.

Un concetto decisamente più valido nell’affrontare simili situazioni si articola attorno alla pratica della Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC)*; tale approccio facilita il riconoscimento e la trasformazione delle convinzioni negative ed equipara dinamiche comportamentali inefficaci con alternative sane ed efficaci. I benefici che derivano dalla TCC offrono agli adolescenti opportunità tangibili per controllare ansie correlate allo stress o segni depressivi nel lungo termine senza affidarsi all’automedicazione.

Pertanto riflettiamo: quali azioni potremmo mettere in atto noi stessi – sia individualmente sia collettivamente – affinché si instauri una cultura dedicata alla salute mentale capace di motivare i giovani verso esperienze positive nell’ambito professionale? Il futuro dipende da ciò che decidiamo ora.


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